Articolo tratto dal blog di Gustavo Piga
Circola nel mondo l’idea che ormai “il Fiscal Compact” sia morto, che tutto – in tal ambito, ovvero nel campo della politica fiscale a sostegno dell’economia – sia stato risolto.
Pfui. Leggere per credere il Bollettino economico della Banca d’Italia che con una bella tabellina illustra il “nuovo” paradigma emerso dalla comunicazione n. 12 del 13 gennaio scorso della Commissione europea (ma tu dimmi se la vita delle persone debba essere determinata dalle comunicazioni numero 12/2015 di organismi eminentemente tecnici, democrazia democrazia dove sei tu…).
Dove emerge che un Paese con debito alto, in tempi molto cattivi o cattivi (very bad oppure bad), deve fare manovre fiscali discrezionali restrittive e non espansive. Le cose vanno male? Aumentiamo le tasse o riduciamo gli investimenti pubblici.
Certo poi ci sono i paesi in condizioni “eccezionalmente negative” che prevedono, almeno quelli, non un aiuto ma una tregua dall’austerità. Come dire ad un malato gravissimo: la medicina non te la do, ma il letto non te lo metto fuori in giardino così stanotte non dormi all’addiaccio. Bella consolazione.
Oh, nota al margine: ma come mai l’Italia, che è da tre anni in recessione, non si qualifica come paese in condizioni eccezionalmente negative ed è invece obbligata a dormire all’addiaccio e fare una manovra di 0,25% del Pil come se fosse un paese in condizioni “molto cattive”? Boh. Non è dato sapere il perché del masochismo europeo che ci porterà a un record di quarto anno consecutivo di recessione anche perché non somministra la medicina giusta.
Per guardare la tabella ingrandita cliccare qui
Ma qual è la medicina giusta?
E chi lo sa. Ma visto che qui si gioca col pallottoliere, mi sia consentito dirvi quando Gustavo Piga sarà disposto a dire che il Fiscal Compact è effettivamente morto. Quando il Parlamento europeo democraticamente eletto, e non la Commissione, farà approvare una tabella di questo tipo: