Io credo che a questo mondo esista solo una grande chiesa
che passa da Che Guevara e arriva fino a Madre Teresa
passando da Malcolm X attraverso Gandhi e San Patrignano
arriva da un prete in periferia che va avanti nonostante il Vaticano
È il 1994, e con questi versi di Penso Positivo, Lorenzo Cherubini, in arte Jovanotti, supera la sua crisi politica, dichiarata giusto un paio di anni prima in Ho perso la direzione, e con una sorta di volemosebbene politico si inventava un ecumenismo che farà strada.
È il 1994, e mentre Jovanotti inizia a pensare positivo, l’Italia vive un anno politicamente decisivo: Berlusconi scende in campo e vince le sue prime elezioni, sconfiggendo l’alleanza progressista guidata dal PDS di Occhetto che, pagando con la propria testa la sconfitta, lascia il partito a D’Alema.
Siamo a pochi mesi dalla nascita dell’Ulivo, è il punto di partenza del fenomeno di liquefazione che porterà, nel giro di vent’anni, il partito di riferimento della sinistra italiana dal PCI al Partito della Nazione di Matteo Renzi, un partito a vocazione ecumenico-maggioritaria, non troppo diversa da quei versi di Jovanotti che tanti, allora, scrivevano con gli Uniposca sulla Smemo.
Sono passati vent’anni da quelle frasi su quei diari, e proprio mentre Matteo Renzi festeggia un anno alla guida del Governo e il partito liquido della Nazione vanta percentuali elettorali da Democrazia Cristiana, Jovanotti pubblica il suo ultimo disco, anzi no, il suo ultimo lavoro: Jovanotti 2015CC.
«La nuova forma è reticolare, si può passare da una parte all’altra, saltare, compilare come si vuole»
Che 2015CC non sia un semplice disco lo afferma lo stesso autore. «La nuova forma è reticolare, si può passare da una parte all’altra, saltare, compilare come si vuole», ha dichiarato a Repubblica, coniando una definizione difficilmente perfezionabile, perché verissima. Con le sue 30 canzoni, tutte inedite, alcune in collaborazione con artisti internazionali — da Bombino a Antibalas — 2015CC è un album che più al passo dei tempi non si può, una collazione di pezzi perfetta per l’epoca di Spotify e dell’ascolto monotraccia. Un album che però, proprio per questo è difficilmente classificabile, perché è un album liquido dove dentro c’è di tutto.
Dalle ballatone romantiche come Ragazza Magica o Perché tu ci sei, fino alle hit spacca radio come L’estate addosso, colonna sonora nel prossimo film di Muccino e, chi lo sa, magari anche di qualche campagna post estiva di una compagnia telefonica; dalle canzoni che faranno tremare gli stadi nel suo prossimo tour — Tutto acceso in prima fila, ma anche Il mondo è tuo — fino alle hit da top10, come la già ampiamente celebrata Sabato.
Reticolare, inclusivo, studiato alla perfezione per essere comunicato, come il PD di Renzi
Forma reticolare, accostamento di mille generi diversi e una produzione attentissima. Questo doppio album è un contenitore perfetto per adattarsi a quasi qualsiasi orecchio e pubblico, e, proprio per questo, è praticamente incriticabile. Reticolare, inclusivo, studiato alla perfezione per essere comunicato, come il PD di Renzi, o meglio, come il PdN, il Partito della Nazione, incriticabile perché inclassificabile, post-ideologico, che sarebbe definibile un partito post-partitico, se solo non fosse un paradosso.
La politica di Matteo Renzi è post-ideologica, la musica di Jovanotti si è fatta in qualche modo post-musicale
E se la politica di Matteo Renzi è post-ideologica, la musica di Jovanotti si è fatta in qualche modo post-musicale. Entrambe hanno una vocazione che più che maggioritaria è ecumenica. Renzi ha superato la politica delle ideologie grazie alla sua capace di essere oltre, di prendere un po’ dalla sinistra, un po’ dalla destra, un po’ — un bel po’ — dal centro, un po’ come Jovanotti ha superato la musica dei generi, ha rottamato gli album, e 2015CC è il Disco della Nazione, un disco che piacerà a gran parte dell’Italia e degli italiani. Un disco ben riuscito, perché proprio come Renzi è costruito per piacere a tutti. Universale, cattolico. O, se preferite, democristiano.