Un popolo di poeti di artisti di eroi, di santi di pensatori di scienziati, di navigatori di trasmigratori. La frase è celebre e si riferisce agli italiani, ma a quanto pare è da aggiornare con un termine nuovo: cacciaballe. A farcelo notare è un articolo pubblicato sull’edizione cartacea del New York Times domenica 15 febbraio, sotto il titolo — eloquente — di The Lies Heard Round the World, ovvero “le bugie che si sono sentite nel Mondo”.
Nelle prime due posizioni, il NYT mette due scalcagnate bugie che, in due modi diversi, hanno a che fare con degli italiani. La prima per paternità, visto che è proprio un italiano, il deputato del Movimento 5 Stelle Alessandro Di Battista, ad averla coniata. La seconda, invece, è soltanto stata presa per vera dai media italiani, nonché da un altro politico, Matteo Salvini, che ne ha fatto addirittura una battaglia, nel novembre del 2014.
La prima “balla” riguarda la Nigeria, l’Ebola e Boko Haram. Alessandro Di Battista, che tra l’altro è vice presidente della Commissione Affari Esteri e Comunitari della Camera dei Deputati — “Affari Esteri” non “Varie ed eventuali” — viene indicato come inventore di una frase, riportata dal New York Times, decisamente scalcagnata:
«della Nigeria puoi leggere su Wikipedia che il 60 per cento del suo territorio è controllato da Boko Haram mentre nel resto c’è l’Ebola»
La frase, che potete ascoltare nel video qua sotto al minuto 1:07, è una bufala in entrambi i suoi dati, come ha rivelato Pagella Politica, sito di factchecking che è stato citato dal New York Times e che, tra l’altro, ha un blog su Linkiesta.
La seconda balla riguarda invece un’improbabile decisione dell’Europa, che, per risparmiare energia, avrebbe deciso di vietare la produzione e la vendita dei tostapane doppi. A cascarci furono in tanti, a partire dal più importante quotidiano italiano, il Corriere della Sera, ma la bufala non si esaurì sulle pagine dei giornali, finì anche nel carnet delle battaglie politiche di Matteo Salvini, che il 24 novembre 2014 ne fece un bannerino postato sui social network, che venne poi dileggiato da molti commentatori in rete e smentito ancora una volta da Pagella Politica.