Come sopravvivere agli uffici comunali milanesi

Come sopravvivere agli uffici comunali milanesi

C’è chi arriva presto la mattina e chi invece preferisce fare un salto durante la pausa pranzo dal lavoro, nella speranza di riuscire ad evitare lunghe code agli sportelli. In ogni caso bisognerà armarsi di pazienza perché negli uffici comunali milanesi, e immaginiamo non solo in quelli milanesi, le cose non vanno sempre come noi avevamo programmato.

Per capire di cosa si tratta abbiamo deciso di affrontare una situazione tipo in uno degli uffici comunali più frequentati e affollati dai cittadini di Milano, quello di via Larga 12. Ecco perché ci siamo presentati agli sportelli comunali con l’intenzione di sbrigare una pratica per il cambio di residenza. Bisogna innanzitutto tenere conto che si tratta di una procedura che può essere svolta totalmente online senza bisogno di recarsi personalmente nelle sedi dell’anagrafe, ma dato che sono ancora in molti coloro i quali nutrono un certo scetticismo nei confronti delle procedure multimediali, abbiamo deciso di percorrere la strada tradizionale.

Convinti di scegliere il giorno e la fascia oraria meno affollata — come immaginiamo abbiano pensato la maggior parte delle persone che si trovavano in quell’ufficio a quell’ora — scegliamo di presentarci nella sede di via Larga 12 intorno alle 12.45 di un venerdì mattina (gli uffici in questione sono aperti dal lunedì a venerdì dalle 8:30 alle 15:30). All’ingresso, per ritirare il ticket con il numero, è necessario fermarsi presso il punto informativo (ce ne sono due, l’altro è situato nei pressi dell’ingresso di via pecorari) e spiegare al personale addetto la tipologia di operazione da effettuare. E qui sorgono già i primi problemi, ci troviamo di fronte ad una signora un po’confusa che alla nostra richiesta relativa a cosa fare per cambiare residenza risponde così: «un attimo che chiedo al mio collega, perché solitamente questa non è la mia postazione», viene da chiedersi cosa ci facesse lì allora.

Una delle stanze degli uffici dell’anagrafe

Dopo averci dato qualche breve spiegazione, il collega appena citato ci consegna i moduli corrispondenti insieme al biglietto con il numero relativo al nostro turno: alle 12:50 ci ritroviamo per le mani il numero 58 mentre il display segna il numero 53 nella sezione “CR” cioè quella relativa alle pratiche per il cambio di residenza. Nel salone anagrafe i posti sono tutti occupati, c’è chi sta anche in piedi e al centro della stanza è stato allestito uno spazio dedicato ai bambini, con un tappeto colorato un piccolo tavolo qualche gioco e dei libri da colorare, uno spazio delimitato da scaffali quadrati vuoti con in cima delle piccole piantine verdi. Nonostante la folla, dei 26 sportelli presenti nella sala, solo undici sono operativi. La maggior parte delle operazioni effettuate riguardano rilascio di certificati anagrafici, carte d’identità o rinnovo delle dichiarazioni di dimora abituale per i cittadini extracomunitari. Motivo per cui la sezione dedicata a queste operazioni sembra scorrere più velocemente rispetto alle altre.

Nell’attesa decidiamo di fare un giro tra gli uffici: al piano terra, oltre al salone dell’anagrafe c’è quello dei “multiservizi”, molto meno affollato rispetto al primo e dove prevalentemente si sbrigano le pratiche legate all’occupazione del suolo pubblico, al protocollo generale, alle case comunali. Mentre al primo piano una sala circolare denominata “atrio stato civile” ospita chi deve affrontare problemi legati a matrimoni, separazioni o funerali. Qui in attesa ci sono una decida di persone e da tre porte si accede a lunghi corridoi deserti con almeno una dozzina di stanze per uno. Per curiosità ci addentriamo in uno di questi corridoi e ci sorprende il fatto che nonostante vagassimo palesemente senza una meta precisa, nessuno ci blocca anche solo per chiederci dove siamo diretti o cosa stiamo cercando da quelle parti.

Corridoi deserti nella sede di via Larga

Torniamo nella sala anagrafe e nonostante siano passati già 45 minuti, per consegnare le pratiche per il cambio di residenza abbiamo ancora tre persone che ci precedono. Nel frattempo la sala è ancora affollata e c’è chi lamenta un evidente rallentamento generale delle operazioni. «Forse è perché siamo nel pieno dell’ora di pranzo» sussurra maliziosamente qualcuno. Finalmente alle ore 14, dopo un’ora e dieci minuti, è arrivato il nostro turno. Cinque persone prima di noi e 70 minuti di attesa, forse sono un po’ troppi. In ogni caso, considerato che in questi casi le cose non vanno mai come le abbiamo preventivate, nella documentazione manca un dato importante (errore nostro, lo ammettiamo) e ci tocca ritornare un’altra volta.

Uscendo un cartello cattura la nostra attenzione, la scritta recita più o meno così: “perché perdere tempo? Il cambio di residenza puoi farlo da casa tua direttamente con il pc”. E se lo dicono loro, forse la prossima volta sarebbe meglio utilizzare gli strumenti telematici ed evitare code inutili e snervanti.

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