«Bisognerebbe bombardare di vignette umoristiche i paesi in cui prosperano la jihad e il fondamentalismo: quando cominceranno a ridere anche loro, la guerra santa e l’estremismo saranno finalmente finiti»
Era il 13 gennaio 2015, eravamo tutti scossi dalla strage nella redazione di Charlie Hebdo, e il giornalista di Repubblica Enrico Franceschini, nel suo blog, scriveva un post intitolato “Sarà una risata che vi seppellirà” , che partiva da quel grande slogan di ispirazione anarchica che divenne celebre negli anni Settanta, urlato nelle piazze della protesta giovanile.
Faceva bene Franceschini a ricordare che il riso e l’ironia giocano sempre un ruolo decisivo nella lotta contro l’oscurantismo, e anche a ricordare il caso del secondo libro della Poetica di Aristotele, al centro de Il nome della rosa di Umberto Eco, che ricorda come non sia soltanto la religione islamica a temere le risate, ma qualsiasi religione dogmatica. Su una cosa però si sbagliava: in Medioriente hanno già cominciato a ridere.
La parodia e l’ironia non è una prerogativa occidentale. Non lo è stato nella Storia e non lo è ora.
La parodia e l’ironia non sono una prerogativa occidentale. Non lo sono state nella Storia e non lo sono ora. Se già all’inizio del Novecento in tutto il mondo arabo era molto diffusa e molto letta la rivista satirica Molla Nasraddin — attiva dal 1906 al 1930 — che bastonava le arretratezze culturali del fondamentalismo religioso islamico, l’abitudine al riso non ha abbandonato la cultura islamica neppure in questi mesi, segnati dall’ascesa dello Stato Islamico e puntellati dai loro terrificanti video.
Una delle ultime manifestazioni di questa vena ironica sono proprio quei video di parodia che stanno girando in rete negli ultimi mesi, per la maggior parte di origine egiziana, e che prendono di mira uno degli inni più utilizzati dai video di propaganda dell’ISIS, un inno che si chiama Salil al-Sawarim, che tradotto suonerebbe all’incirca come “il clangore delle spade”.
Reagire all’oscurantismo religioso con l’arma più pacifica e incisiva, un’arma che travalica i confini perché è la più tipicamente umana: il riso
Dal flash mob in un aeroporto, alla finta esecuzione dell’ostaggio — un video che ha anche suscitato polemiche per la mancanza di rispetto verso le vittime — dalla scena di una vecchia commedia mediorientale rimontata, alla versione a doppia velocità cantata da Alvin Superstar. Il denominatore comune è proprio quell’inno, insieme alla voglia di reagire all’oscurantismo religioso con l’arma più pacifica e incisiva, un’arma che travalica i confini perché è la più tipicamente umana: il riso.
Ecco qualche esempio: