Katia Bertoldi, docente di Harvard e scopritrice dell’elica anomala, Fabiola Gianotti, diventata direttore generale del Cern di Ginevra, Luca Prasso, inventore dell’app di successo per bambini Curious Hat. Questi alcuni dei nomi celebri di italiani di successo che hanno deciso di vivere e lavorare all’estero. Ma non sono i soli. Altri, con nomi meno famosi (almeno per ora) hanno deciso di intraprendere le loro carriere di studio o lavoro oltre confine, realizzando imprese e percorsi professionali di successo. Talenti che spesso il Bel Paese dà per “persi” tanto che le loro storie, se non in casi eccezionali, passano sempre in sordina.
Per questo l’associazione ITalents insieme a Regione Emilia Romagna e alla Consulta regionale per l’emigrazione, ha deciso di provare a fotografare, attraverso un’indagine, i cosiddetti “Expat”, sia per fornirne un ritratto basato su dati oggettivi, sia per sondare la loro opinione su politiche di miglioramento della mobilità in uscita e in entrata.
Come ben noto dalle cronache e dai dati diffusi dagli enti preposti, da alcuni anni, in Italia, i flussi di immigrazione e emigrazione sono mutati. Se da un lato, infatti, si registra un numero decrescente di immigrati – anche a causa della crisi economica che ha investito il nostro Paese – dall’altro il numero dei connazionali che si recano all’estero per studio o per lavoro è in aumento.
Un indagine per andare oltre stereotipi e luoghi comuni sugli expat e sulla “fuga dei cervelli”
L’indagine promossa diventa quindi fondamentale per conoscere le caratteristiche della nuova mobilità internazionale delle nuove generazioni e permetterà di andar oltre stereotipi e luoghi comuni – l’espressione “fuga di cervelli” ne è un esempio calzante – che nel tempo sono stati alimentati dalla carenza e dalla imprecisione dei dati, compresi quelli troppo limitati dell’AIRE.
La ricerca non punta solo a dipingere il fenomeno a livello quantitativo, ma anche e soprattutto a livello qualitativo. «Ci interessa – racconta Alessandro Rosina, Presidente di ITalents – capire dai diretti interessati i motivi della scelta di andare altrove, perché proprio grazie alle motivazioni è possibile formulare proposte e progetti di politiche attrattive per far tornare l’Italia un paese competitivo». «Lo scopo – continua Rosina – è proprio quello di superare la retorica della “fuga” e di documentare le difficoltà di valorizzazione e di promozione di una effettiva circolazione dei talenti, intesi nella loro accezione più ampia».
Il metodo scelto per promuovere l’indagine è la diffusione e la promozione di due questionari (anonimi): il primo è dedicato a coloro che hanno concluso, anche momentaneamente, la propria esperienza all’estero, mentre l’altro è per coloro che ancora vivono e svolgono la loro professione oltre confine.
I dati raccolti e le opinioni espresse verranno utilizzati per avviare una riflessione sulle azioni che si dovranno mettere in campo per favorire il rientro dei talenti emigrati, ma anche per capire come la rete delle associazioni degli italiani nel mondo, oltre alle istituzioni, potranno aiutare o sostenere i nuovi emigrati nella loro esperienza fuori dall’Italia e a far sentire la loro voce.
Negli ultimi anni è cresciuta anche l’esigenza di raccontare le proprie esperienze di pionieri dell’”Italia diffusa”, ovvero dell’identità italiana senza confini
E proprio in quest’ottica è nata recentemente la collaborazione tra ITalents e Linkiesta, che hanno deciso di collaborare per dar spazio a tutte quelle persone intraprendenti che vivono e lavorano all’estero e che hanno voglia di mettere a disposizione le loro capacità e competenze con passione, voglia di imparare e disponibilità al confronto. «Negli ultimi anni – conclude Rosina – assieme alla crescita del fenomeno, è cresciuta anche l’esigenza di raccontare le proprie esperienze di pionieri dell’”Italia diffusa”, ovvero dell’identità italiana senza confini, attraverso blog, documentari, autointerviste su Youtube, infografiche, articoli e post. È sempre di più questa forma di partecipazione che Italents vuole promuovere, assieme a Linkiesta e a tutti coloro che sono interessati a dar voce a questi talenti».
Questo il link diretto al questionario dedicato agli “Expat”, molto intuitivo e veloce da compilare
E questo il link al questionario gemello rivolto invece ai “rimpatriati”, coloro che dopo un’esperienza all’estero – magari anche sulla spinta degli sgravi fiscali previsti dalla legge Controesodo – hanno deciso di rientrare in Italia.
Quanto più numerosi saranno i rispondenti, tanto più ricco potrà essere il quadro che si riuscirà a tracciare dell’Italia senza confini e che verrà poi messo a disposizione di tutti e discusso in un evento aperto al pubblico.