Mps, non è chiaro nemmeno quando è stato fondato

La data che campeggia ovunque, cioè il 1472, è solo il risultato di una campagna di branding voluta dall’ex presidente Giuseppe Mussari. Altri documenti parlano del 1624. Chi ha ragione?

«Non vogliamo fare business, ma trasmettere una certa idea di banca», diceva qualche anno fa Giuseppe Mussari, all’epoca presidente di Monte dei Paschi di Siena. L’idea di banca che aveva in mente, forse, era più vicina all’iperuranio che alla realtà. O forse era solo truffaldina. In ogni caso, si basava su un marchio antico che per i senesi era, in realtà, una mezza novità: il brand “1472”, anno di fondazione della banca.

La banca più antica d’Italia (forse del mondo) non poteva non essere affidabile (altrimenti come avrebbe fatto a resistere così a lungo?), e così “1472” divenne un brand, da stampare su tazze, magliette e opuscoli bancari. Il problema è che non è sempre stato così (eh no), ed esistono prove, che LinkPop è in grado di fornire, che fino a qualche tempo fa la data di fondazione di Mps non era fatta risalire al 1472, bensì al 1624. Come è possibile?

Lo dimostra questo opuscolo, un fascicolo anonimo del 1958 intitolato: “Monte dei Paschi di Siena, Istituto di credito di diritto pubblico – Le sue origini e il suo sviluppo attraverso i secoli”. Qui la data di fondazione è indicata a chiare lettere. E non è il 1472.


Come si spiega all’interno, nel 1472, Siena si trova in difficoltà. “…la scomparsa dei potentati patrizi e borghesi con il conseguente decadimento dei comerci e dell’agricoltura e l’impoverimento pressoché generale d’ogni ceto di cittadini, portarono alla creazione del primo Monte di Pietà, deliberata dal Consiglio Generale del Comune il 27 febbraio 1472”. Per cui sì, c’era un istituto, considerato antenato rispetto a Mps. E, a quanto pare, presentava già alcune caratteristiche strutturali sopravvissute fino a oggi. Come si recita qui, “Nel 1511, troviamo il Monte di Pietà seriamente compromesso per la diminuzione dei capitali occorrenti”. Un vizio antico, a quanto pare. In quell’occasione, non esistendo ancora il Pd, il Monte venne abbandonato a se stesso e chiuse i battenti.

Non passarono molti anni, però. Nel 1568 il Monte di Pietà riprende le attività, con tanto di affresco celebrativo a opera di Lorenzo Rustici: un Cristo che risorge dal Sepolcro, richiamo azzeccato a un istituto che rinasce. Ma anche qui, non mancarono problemi. La città era nel pieno di una rifioritura, ma lo statuto del nuovo Monte non riusciva a garantire prestiti senza che, in molti casi, restassero inevasi. Nel 1619, di fronte all’inadeguatezza dell’istituto, venne chiesto a gran voce la fondazione di un nuovo Monte, il terzo. La richiesta fu esaudita l’anno successivo, e venne stipulato il 2 novembre del 1624 l’atto di fondazione. In questo caso lo statuto era più chiaro e definito, e più che di Monte di Pietà, si è di fronte a una vera e propria banca. Tanto che il 2 gennaio 1625 aprono gli sportelli.

Insomma, dopo tutto questo excursus storico, il problema rimane: 1472 o 1624? Non è chiaro. Ma, in fondo, quando si parla di Mps, cosa lo è?

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