Beethoveninblue musicista suona basso elettrico e contrabbasso

Può un musicista vivere sul "confine", suonando il contrabbasso in un'orchestra e il basso elettrico per esempio?

Nel suo nuovo libro «Beethoven e la ragazza coi capelli blu» (Mondadori 2016) l’autore, il direttore d’orchestra e pianista Matthieu Mantanus, mette al centro della storia una giovane musicista che suona ad alto livello sia il basso elettrico in una rock band sia il contrabbasso in un’orchestra sinfonica. Musicisti “di confine”, ma non così rari come si potrebbe pensare. Con la rubrica #Beethoveninblue il JeansMusic Lab raccoglie e racconta le loro storie in una serie di interviste “crossover”

Anna*, la nuova bassista dei Red Heaven, arriva puntuale al piccolo pub accanto a Union Chapel che lei stessa ha scelto per l’appuntamento. È la new entry della rock band inglese che forse più di tutte riesce oggi a coniugare successo di pubblico e ricerca musicale di qualità – merito sopratutto di Mark Rochester, leader carismatico e cantante della band. Questa è la sua prima intervista da quando è entrata nel gruppo.

Anna, lei è appena entrata a far parte dei Red Heaven in sostituzione del bassista “storico” della band. Com’è stato l’impatto?

Entusiasmante. Abbiamo appena finito di registrare il nuovo album: abbiamo lavorato sodo per una settimana nella tenuta di Mark in Toscana, un posto davvero magico. Entrare in un gruppo così affiatato è una sfida per me, ma sono stata accolta davvero bene.

Lei aveva già lavorato con Frank, il chitarrista dei Red Heaven, in un progetto parallelo giusto?

Sì, un paio d’anni fa, per un suo album da solista. Un progetto interessante di rock progressivo, molto elaborato… Fare musica con lui è sempre stimolante, è un grande creativo. In effetti, è stato lui a propormi per la sostituzione.

Abbiamo scoperto che lei collabora anche in qualità di contrabbassista con la London Philharmonia.

Sì, è vero… confermo! Suppongo che ora vi chiederete cosa c’entri quello con la mia attività nei Red Heaven…

Esatto! È quanto meno un fatto curioso che può interessare i nostri lettori e i fan della band.

Certo, certo. Non so bene perché poi tengo separate queste due attività, visto che fondamentalmente sono la stessa cosa. Io nasco come contrabbassista, ho conseguito il mio post-graduate in questo strumento alla Royal Academy, il contrabbasso è nel mio cuore. Suonare in orchestra, cosa che faccio da quando sono bambina, è una gioia immensa.

Ma come è arrivata al rock?

(ride) Ma non ci sono “arrivata”, non è come se avessi scoperto l’America! Io ascolto rock da sempre, come lei, come tutti: e ascolto anche jazz, pop, e molto altro. Noi viviamo in un mondo immerso nella musica di ogni genere. E il rock ha sempre fatto parte della mia vita, esattamente come la classica. Dal punto di vista pratico ho iniziato a suonarlo qualche anno fa, trascinata da amici. E il basso era la declinazione rock del mio amato contrabbasso.

Quello che incuriosisce è che malgrado tutto abbia voluto continuare a suonare in orchestra.

Certo. Non l’ho mai messo in dubbio. È un’attività che amo troppo per pensare di lasciarla! Inizialmente, anzi, non ero sicura di continuare la mia attività con il rock! Poi sono arrivati progetti davvero interessanti ed eccoci qui. Ora vedremo il tempo che mi lascerà la collaborazione con i Red Heaven (tra poco parte il grande tour europeo, n.d.r.), ma spero di continuare, questo senz’altro. Con la classica si torna alle radici della musica, e da lì si può trarre linfa vitale per la creatività contemporanea!

E invece cosa la spinge verso il rock?

Forse l’immediatezza del messaggio, la sua fisicità. Ma poi non bisogna neanche creare troppe categorie: se ascolti, per dire, la musica di Keith Emerson, un artista straordinario che rimpiangeremo a lungo, capisci che non è immediatamente etichettabile. Ci sono mille fonti d’ispirazione e modalità di espressione nella musica, alcune più lontane nel tempo, altre più vicine; alcune più strutturate, altre meno. Io penso davvero che la classica non sia un genere tra gli altri: per me la classica è tutta la musica che la nostra società ha prodotto nei secoli, che ci è rimasta, e che ci rimarrà. Quella musica che, quando le ridiamo vita, trova un senso nella contemporaneità. Sennò è come chiedersi del grigio, se sia nero o bianco – e peggio ancora volere per forza una risposta, quando una risposta non c’è.

*Anna è un personaggio di fantasia: è la protagonista del libro “Beethoven e la ragazza coi capelli blu” (Mondadori, 2016)

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