Pizza ConnectionCamorra e terrorismo islamico? «figli dello stesso fanatismo»

A Molenbeek, come nei luoghi ad alta densità mafiosa, sono volati fischi e anche un barattolo di pomodori verso la polizia durante l'arresto di Salah. Parla Catello Maresca, pm di Napoli: «analoga l'ostilità nei confronti delle forze dell'ordine»

Lo scorso 13 marzo nel corso di un raid al quartiere Molenbeek è stato arrestato Salah Abdeslam. Dopo un’ora e mezzo di tensione e spari esce dal cortile che ospitava l’abitazione del terrorista l’ambulanza scortata da quattro auto della polizia. Pochi metri dopo arrivano qualche fischio e un barattolo di pomodori verso le forze dell’ordine. Un segno di ostilità preceduto dalla cortina di omertà che ha reso ulteriormente complicate le ricerche della polizia belga. «Andatevene, qui non c’è posto per voi», hanno detto alcuni abitanti del quartiere rivolti verso polizia e giornalisti.

Scene che riportano alla mente gli arresti nei vicoli di Napoli dove si sono visti insulti e fischi nei confronti di poliziotti e carabinieri sul posto per arrestare i boss della camorra. Successe con il “re di Forcella” Luigi Giugliano nel 1985 e più recentemente con Luigi Cuccaro, latitante per due anni nel quartiere Barra. E continua a succedere quando i boss sono considerati come persone rispettabili che portano soldi e lavoro.

Rimane il dubbio se le reazioni dei residenti di Molenbeek siano una protesta per l’assedio della polizia che blocca il quartiere, oppure se si tratti di una protezione nei confronti di Salah, figlio cresciuto nel quartiere. Di certo in questi mesi l’uomo ha goduto di un reticolato di protezioni e omertà interne al quartiere «assimilabili a ciò che accade nei quartieri dove la criminalità organizzata è fortemente insediata in Italia – spiega a Linkiesta Catello Maresca della direzione distrettuale antimafia di Napoli – ma che segna come analogia su tutto l’ostilità nei confronti delle forze dell’ordine».

Sono dunque episodi sovrapponibili?

Come dicevamo non del tutto. Per quello che è la nostra esperienza qui a Napoli per gli uomini di camorra c’è prima di tutto una profonda subcultura e disinformazione che vede nei boss persone da rispettare e proteggere. Sostanzialmente il grande inganno della criminalità organizzata che fa presa sulla cittadinanza e porta al disegno dei mafiosi come persone che portano lavoro e soldi. Per quanto riguarda invece Bruxelles credo che una reazione come quella dei residenti di Molenbeek sia più che altro dovuta a una ostilità nei confronti delle forze dell’ordine e dell’ordine precostituito.

Fenomeni differenti che scatenano le stesse reazioni

Dobbiamo sempre tenere conto che sia mafia, in grado di controllare il territorio in modo serrato, sia terrorismo altro non sono che mali assoluti figli di un fanatismo esasperato che condiziona la vita di intere generazioni.

Ha parlato di disinformazione. Sta prendendo piede una teoria secondo la quale in Italia non ci siano attentati perché le mafie proteggono il territorio

E questo altro non è che un grande inganno e ulteriore disinformazione. Ritengo al contrario che in Italia essendo passati anche dalla minaccia del terrorismo interno la società abbia sviluppato opportuni anticorpi.

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Si spieghi

Il primo vero controllo sociale che riscontriamo è quello dei cittadini che, anche per quella che è la mia esperienza diretta a Napoli, tendono ad avere cura della gente e del territorio. Al momento non risulta ci siano sacche considerati non controllabili o comunque non controllate. Per altro, come dicevo, essendo passati anche dalla minaccia del terrorismo interno, pur facendo gli opportuni distinguo con il terrorismo internazionale, ci si è attrezzati nei confronti di quelle minacce aggressive nei confronti dell’ordine costituito.

Arriviamo dunque a parlare di capacità investigativa

Esatto, in particolare per quel che riguarda i meccanismi di prevenzione, vero elemento che permette di fronteggiare il fenomeno del terrorismo internazionale. Meccanismi che le nostre forze dell’ordine al momento hanno dimostrato di mettere in campo.

Ci sono segnali di contatto tra la camorra e cellule del terrorismo islamico?

In passato abbiamo registrato contatti tra personaggi della camorra e gruppi salafiti insediati in provincia di Napoli, in particolare per quanto riguarda il traffico di armi. Proseguiamo nel monitoraggio di queste situazioni, e di singoli soggetti, ma al momento non risultano grossi allarmi in questo senso sul territorio. Di più in questo momento non posso dirle.

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