Milano, parla Penati: «La sinistra non cambia mai, Sala non riesce a tenere assieme tutti»

L’ex presidente della Provincia: «L’unico che poteva unire moderati e radicali era Pisapia. Mr. Expo? Vincerà comunque, ma non alzi il pugno chiuso»

«Se si voleva tenere insieme tutta la sinistra, a Milano, doveva ricandidarsi Giuliano Pisapia. E, se ora non si candiderà nemmeno la sua vicesindaco, Francesca Balzani, a capo di una lista cosiddetta arancione, deve candidarsi lui in quel ruolo. Altrimenti si apre un’autostrada per una candidatura alternativa a quella di Giuseppe Sala». Filippo Penati, ex presidente della Provincia di Milano e già capo segreteria Pd con Pierluigi Bersani, è convinto che Mr Expo ce la farà a diventare sindaco, ma avverte che il cammino sarà più faticoso del previsto, dopo che la Balzani ha detto di non volersi candidare pur avendo raccolto raccolto 20.000 preferenze alle primarie del 7 febbraio. Per Penati «lo spettro della Liguria è da tenere ben presente», anche perché è la storia degli ultimi vent’anni a dire che la frattura fra due sinistre – una antagonista e una di governo – è profonda. Un consiglio, l’ex sindaco di Sesto San Giovanni, un tempo la Stalingrado d’Italia, lo darebbe in questo senso a Sala: «Mantenga il suo profilo, non alzi il pugno chiuso e non rincorra la sinistra». Da poco assolto con formula piena nel processo sul cosiddetto sistema Sesto, inchiesta che lo mise fuori dal partito e dalla politica attiva quando era vice-presidente del Consiglio regionale della Lombardia («Un’ingiustizia durata quattro anni e mezzo», si è sfogato), Penati può guardare la sfida milanese con distacco.

Come vede questa sinistra che non riesce a mettersi d’accordo?
Devo dire, anche rispetto alla mia esperienza personale, che non c’è niente di nuovo. La divaricazione viene da lontano ma non è fra radicali e moderati, è fra una sinistra antagonista e una sinistra di governo. La genesi risale addirittura alla rottura fra Bertinotti e il Governo Prodi, nel 1998, che si consumò su un tema, quello delle 35 ore, che poi sparì presto dal dibattito. Ha ragione chi dice che il Pd avrebbe dovuto essere il figlio dell’Ulivo, l’aggregazione della grande spinta riformista in un unico soggetto politico. Ma la sinistra antagonista non lo ha voluto e se ne è chiamata sempre fuori.

Quasi vent’anni dopo confermata questa dinamica alle Comunali di Milano…
Pisapia era la persona giusta per tenere insieme tutti. Veniva dalla sinistra antagonista ma rappresentava anche una sinistra di governo. Se si voleva tenere insieme quelle due anime, si doveva ricandidare lui. E, se ora non si candiderà nemmeno la sua vicesindaco a capo di una lista cosiddetta arancione, deve candidarsi Pisapia in quel ruolo. Altrimenti si apre un’autostrada per una candidatura alternativa a quella di Sala.

Perché?
Sala non è in grado di tenere insieme tutto. Non per incapacità sua, ma perché gli altri non gli riconoscono questo ruolo.

Chi ha sbagliato nel non prevederlo, secondo lei?
È successo qualcosa fra Pisapia e il Pd, quando Pisapia ha lasciato il suo atteggiamento super-partes ed è andato a Roma a presentare la Balzani come sua candidata alle primarie. Io non do colpe a Pisapia, sia chiaro, è una persona che stimo. Però vorrei capire che cosa è successo per fargli cambiare rotta a quel modo.

«Colombo rinuncia a correre? Il fatto che si siano già fatti nomi e cognomi di candidati sindaco alternativi a sinistra se non ci saranno certe garanzie politiche vuol dire che non siamo nel campo delle idee ma di qualcosa di più concreto»

Presentare la Balzani solo a ridosso dell’avvio delle primarie è stata una mossa avventata o ponderata?
Guardi, non so dare un giudizio su questo, sul fatto che sia stata una mossa avventata. Il motivo, ribadisco, va ricercato nella rottura del rapporto fra il sindaco e il Pd. E le dico di più: la rottura non è stata con il Pd milanese o lombardo, ma è stata fra Giuliano Pisapia e Matteo Renzi, per voler fare nomi e cognomi. La candidatura della Balzani fu un modo per tornare a segnare il territorio. Quasi fuori tempo massimo e con la difficoltà di spiegarne le motivazioni.

Poi la Balzani ha perso le primarie…
E qui c’è un ulteriore passaggio che spiega le difficoltà di oggi. Aver detto durante tutte le primarie che lei era l’unica erede, l’unica depositaria della continuità con Pisapia significa che gli altri oggi non possono riconoscere questo ruolo a qualcun altro. Quindi o la Balzani resta in campo o Sala sarà da solo. Il fatto che si siano già fatti nomi e cognomi di candidati sindaco alternativi a sinistra se non ci saranno certe garanzie politiche vuol dire che non siamo nel campo delle idee ma di qualcosa di più concreto.

L’ex pm Gherardo Colombo ha annunciato che non sarà lui quel candidato sindaco. Era il nome più forte fra quelli fatti finora…
Va bene. Ma solo il fatto che abbia dovuto smentire in maniera ufficiale significa che da quella parte si stanno muovendo.

Facciamo il punto, Penati. Se non si candida la Balzani come capolista arancione, se Pisapia non lo farà a sua volta, visto che nemmeno lo avrebbe preso in considerazione, e se a sinistra ci sarà una candidatura pesante, Sala rischia di perdere?
No, io penso che vincerà lo stesso. Sala è una figura importante e all’altezza. Dovrà però impegnarsi di più. L’importante, me lo lasci dire, è che non faccia come il prefetto Ferrante nel 2006, che per recuperare si mise a dire che da giovane aveva indossato l’eschimo. Sala non si metta a fare il pugno chiuso, non rincorra la sinistra. Mantenga il suo profilo, faccia vedere la sua biografia di civil servant, metta in risalto le sue capacità e soprattutto il fatto di essersi sottoposto alle primarie, un gesto che deve essere apprezzato. Insomma, non deve rincorrere i fantasmi della sinistra, anche se riconosco che lo spettro della Liguria va tenuto ben presente.

In molti dicono che Sala avrebbe potuto essere candidato sindaco del centrodestra ma che anche Stefano Parisi avrebbe potuto esserlo del centrosinistra. I tecnici che prendono il posto della politica?
A Milano Berlusconi ha preso sempre persone dalla società civile e ha vinto, prima Albertini, poi la Moratti. Parisi è la prosecuzione di una scelta. Anche il centrosinistra ha sempre cercato nella società i suoi candidati sindaco a Milano, lo stesso Pisapia aveva fatto politica ma non era iscritto a un partito. Quindi non vedo grosse novità questa volta. Diciamo che figure tecniche hanno sempre fatto comodo a tutti, a Milano. Al centrodestra, perché gli consentiva di vincere. Al centrosinistra, perché gli permette di avere una figura che non disturba, politicamente, il manovratore romano, anche se Sala è una persona di livello. L’ultima classe dirigente autonoma e di livello coltivata a Milano risale ai tempi del Pci, prima che i miglioristi fossero cancellati dopo i guai giudiziari. Dopo di allora, devo dire, l’unica figura politica del centrosinistra che ha vinto a Milano sono stato io, quando sono stato eletto presidente della Provincia nel 2004.

Tornerebbe a fare politica in questa nuova stagione?
A parte questa mezz’ora al telefono, non vedo nient’altro.

Twitter: @ilbrontolo