Quesiti linguisticiAiuto cuochi, aiuto cuoche e aiuto cuoco: che confusione! Risponde la Crusca

La formazione del plurale e del femminile per i composti con “aiuto” non è semplice e potrebbe dar vita a incomprensioni semantiche. Esempio: se diciamo aiuto registe, non si finirebbe per pensare che siano donne le registe che invece magari in quel caso sono uomini?

In collaborazione con l’Accademia della Crusca

Le domande sui nomi composti polirematici (o comunque non univerbati) con aiuto sono due: una riguarda il plurale e l’altra il genere.

Cominciamo dal plurale, che è particolarmente problematico. Non c’è infatti una regola univoca per i nomi di professione formati da unità polirematiche, cioè aggregati di parole quasi sempre distinte con significato unitario, come quelli di cui si tratta: aiuto cuoco, regista, macchinista, muratore, ecc. Nei composti si pluralizza, in genere, l’elemento che fa da “testa”, che costituisce l’elemento portante del composto, e quindi, di solito, il primo, visto che l’italiano segue normalmente l’ordine determinato-determinante (si confronti aiuto cuoco con il corrispondente termine inglese, citato da un lettore, cook’s helper o anche cook helper, con ordine determinante-determinato). Nel nostro caso, tuttavia, l’individuazione della testa è tutt’altro che semplice.

Per un verso, infatti, si potrebbe sostenere che il sostantivo aiuto svolga la funzione attributiva, di determinante (come si dicesse: ‘secondo’) del nome della professione, come fanno i composti univerbati con capo in analoga funzione (come valesse: ‘primo’): capocuoco, capomacchinista, ecc. Come suggerisce Serianni nella sua Grammatica, quando capo ha nel composto funzione attributiva (come appunto in capocuoco), al plurale cambia desinenza il secondo elemento (capocuochi; vero è che l’uso registra anche, e in posizione non troppo minoritaria, capicuochi, con entrambi gli elementi al plurale), mentre quando non ha questa funzione, come in caposquadra, capostazione o caporeparto, cambia desinenza solo il primo (capisquadra, capistazione, capireparto). Se è vero cheaiuto ha funzione attributiva nel particolare tipo di composti qui segnalati, dovrebbe allora comportarsi come capo, per cui dovremmo avere aiuto cuochicome capocuochi, e così aiuto registi, macchinisti, ecc. In effetti, anche da una ricerca su Google, queste risultano le forme di plurale maggioritarie.

Rispetto a capo, aiuto presenta però alcune differenze: anzitutto, sul piano semantico, mentre i capocuochi indicano più persone che sono a capo di altre persone che fanno il cuoco (i singoli capi dei molti cuochi), gli aiuto cuochi indicano di solito più persone che ne aiutano una che fa il cuoco, perché in genere uno è aiuto solo di un altro (del primo cuoco, del regista, del primario, ecc.). E quindi il tipo aiuto cuochi, registi, ecc., lascia qualche dubbio, specie per regista, che perlopiù è uno solo. Inoltre, sul piano formale, diversamente da capo, aiuto non si è univerbato al nome seguente e anche per questo potrebbe essere inteso come la testa del composto (interpretabile come aiuto [del] regista,aiuto [del] muratore, ecc.), e come tale sarebbe quello da pluralizzare: dunqueaiuti cuoco, regista, ecc. In effetti, se sostituissimo aiuto con aiutante (e effettivamente aiutante cuoco è un’alternativa abbastanza ben documentata), non avremmo dubbi nell’opzione per il plurale aiutanti. Del resto, almeno uno di questi composti con aiuto si è ridotto al termine iniziale: è successo nel linguaggio del settore ospedaliero, per indicare il primo degli assistenti del primario (forse appunto da aiuto primario): “Giorgio è aiuto a cardiologia”; “cardiologia ha due aiuti”.

Su Google è ben attestata (se pure un po’ meno frequentemente) pure la forma plurale + singolare: aiuti regista (per esempio, e significativamente, nelle schede di vari film), aiuti cuoco, ecc. La forma aiuti regista in particolare si spiega anche per altri motivi: perché il regista è in genere (non sempre però) uno, come abbiamo già detto, e perché il nome della professione può essere latamente interpretato anche come ufficio, compito, insieme delle attività di regia, oltre che come persona che le svolge; il composto finirebbe quindi per rientrare nella tipologia di caposquadra.

Va detto, infine, che anche il tipo aiuti registi, come capicuochi, è ben attestato nell’uso, sia pur in misura minore rispetto alle due alternative precedenti, ma presenta lo stesso inconveniente di aiuto registi (quanti registi ci sono?). Una pur limitata presenza in rete si ha anche per il plurale invariato (gli aiuto cuoco, gli aiuto regista).

Se l’uso, come si è detto, sembra far prevalere l’opzione per aiuto + plurale (aiuto registi, muratori, cuochi), è anche perché aiuto in questi aggregati tende ad acquisire quel valore di prefissoide, come vice (vicepresidente) o servo(servofreno, servovalvole, ecc.), che lo rende disponibile a formare liste aperte di neologismi, nuove coniazioni di parole che nominano professioni (qualunque mestiere può avere un aiuto oltre che un apprendista). In tal modo si rafforza l’interpretazione del secondo elemento come testa del composto (dopo tutto, l’aiuto cuoco è anche lui un cuoco, l’aiuto regista un regista, ecc.). Ma questa forma del plurale, premiata dall’uso, lascia il dubbio, come abbiamo detto, se il regista, il muratore, il cuoco, ecc. sia uno o più d’uno, come del resto fa il tipo plurale + plurale (aiuti registi, ecc,), per tacere della domanda se sia uomo o donna. Il tipo plurale + singolare (aiuti regista,muratore,cuoco) risulta invece meno equivoco sul piano semantico, anche se l’uso, come abbiamo visto, pur attestandolo, non lo premia.

Veniamo alla questione del femminile e vediamo anche se ci può aiutare a risolvere pure quella del plurale maschile. Al singolare il femminile è relativamente semplice, una volta accettata l’idea che i nomi di professione, almeno quando designano la persona che la fa, si declinano secondo il genere di quest’ultima: “Maria fa la ministra”. Allora, come caposala, caporeparto, capocuoco, ecc., se sono professioni esercitate da una donna, si dicono e scrivono la/una caposala, la/una caporeparto, la/una capocuoco (al femminile non c’è più differenza tra i due diversi composti), così, alle stesse condizioni,aiuto regista (o macchinista o cuoco) sarà un(a)’aiuto regista con l’apostrofo, come davanti a qualsiasi nome femminile iniziante per vocale, tipo un’autista, con l’articolo una eliso (se l’articolo è la non c’è differenza tra maschile e femminile per via dell’elisione di la come di lo davanti a vocale). Ma al plurale? Visto che abbiamo le caposala ma le capocuoche, cosa scegliere per aiuto? Le aiuto registe? Ma non si finirebbe per pensare che siano donne le registe che invece magari in quel caso sono uomini?

Si vede come il sistema avrebbe bisogno di comportamenti univoci, sistematici, ma l’uso lo contraddica ripetutamente, andando in cerca di soluzioni caso per caso. Anche la soluzione ormai ben accettata della serie il/i capocuoco/capocuochi, lascia incerti sul femminile, specie plurale: le capocuoco o le capocuoche?

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