StorieColazione col golpe: un colpo di Stato rocambolesco, ispirato da un angelo e durato meno di due ore

Accadde in Zambia, tra le 7 e le 8 e 40 del mattino di giovedì 28 ottobre 1997. Il protagonista assoluto fu un tale Steven Lungu, che si presentò alla nazione come Capitan Solo, leader del National Redemption Council, e finì nascosto in un container

Un paio d’ore dopo l’alba, intorno alle 7 e 30 del mattino di giovedì 28 ottobre 1997, un rumore di porte sfondate interrompe le trasmissioni della radio di stato dello Zambia. Un gruppo, composto da una decina di militari armati, ha appena fatto irruzione nella sede della radio, di proprietà della Zambia National Broadcasting Corporation, ha preso in ostaggio i dipendenti e ha occupato gli studi. Nel giro di pochi minuti, in cabina arrivano quattro militari. Uno di loro si mette al microfono e, dopo essersi schiarito la voce, e anche se in realtà si chiama Steven Lungu ed è un capitano dell’esercito repubblicano dello Zambia, si presenta come il Captain Solo, leader del National Redemption Council.

«Questa notte ho fatto un sogno». Il capitano prova a impostare una voce autorevole, ma l’esito è un po’ confuso. «Ho visto un angelo», continua, allungando leggermente le pause tra le parole, come in preda alla nausea. «E il suo messaggio era… che il governo doveva… essere deposto». La scena è strana, ha qualcosa di grottesco, di ridicolo, tanto che la giornalista presente in cabina, quella che in teoria sarebbe dovuta andare in onda in quel preciso momento, non riesce nemmeno a contenere una risata, che così, in sottofondo, accompagna le parole del militare, che continua con il suo annuncio.

Il capitan Solo afferma che una giunta militare ha preso il comando del Paese, che le più alte cariche dell’esercito e della polizia sono state rimosse dagli incarichi e che le prinicipali strade di accesso alla capitale sono presidiate dai golpisti. Prima di chiudere, aggiunge: «il presidente Frederick T. J. Chiluba ha un due ore di tempo per arrendersi. Fino alle 9. Dopodiché l’ordine è di sparare a vista». Poi conclude fiero: «Siamo qui per proteggere il popolo!»

«Questa notte ho fatto un sogno. Ho visto un angelo. E il suo messaggio era… che il governo doveva… essere deposto».


Capitan Solo, aka Steven Lungu

La notizia del tentativo di golpe inizia a diffondersi. Tutti si interrogano sul nome dell’operazione, Operation Born Again, ma non si riesce bene a capire chi diavolo sia il quel Steven Lungu che si fa chiamare capitan Solo, né con quale dei nemici del presidente possa essere in combutta. La situazione nel paese non è certo delle più semplici da quando, cinque anni prima, Chiluba ha vinto le prime elezioni democratiche del paese e ha preso il posto del suo predecessore, Kenneth D. Kaunda. Ma, ciò nonostante, Chiluba non ha mai avuto l’esercito contro, almeno fino alle 7 di quel mattino.

È passata mezz’ora dall’annuncio del capitan Solo. Diversi testimoni riferiscono che, intorno agli studi radiotelevisivi, non molto lontani dalla residenza presidenziale, si sentono diversi colpi di arma da fuoco. Non si sa chi spara a chi, ma lo scontro a fuoco, pur causando la morte di un militare — che si rivelerà completamente estraneo alla vicenda — dura poco. Poi il silenzio raffigura perfettamente quel che sta succedendo nel paese: assolutamente niente.

La capitale stando a quanto dichiarato dal sedicente capitan Solo, avrebbe già dovuto essere bloccata dalle colonne dell’esercito golpista. Ma alcuni cittadini residenti nella capitale riferiscono ai giornalisti che sì, la città è bloccata quasi completamente, ma dal traffico, come ogni giorno. Nel frattempo l’aeroporto è stato chiuso per precauzione e alcuni negozi in città non hanno aperto.

La scena è confusa: tranne i dipendenti della radio, tutti gli altri hanno la stessa uniforme. Dura tutto una manciata di secondi, poi gli otto soldati del commando del capitan Solo si ritrovano faccia a terra, con le manette ai polsi, legati dietro la schiena

È tutto abbastanza surreale, e mentre nella cabina radiofonica il confuso Steven Lungu e i suoi sbalestrati compagni di disavventura si stanno guardando intontiti chiedendosi cosa fare, l’edificio viene circondato dalle forze fedeli al presidente, ovvero tutto l’esercito della Repubblica dello Zambia esclusa la scarsa decina che ha occupato la radio e un’altra trentina, che nel frattempo è stata già arrestata.

Sono circa le 8 e mezza, e l’ultimatum del capitan Solo al presidente Chiluba sta per scadere. In teoria sarebbe esattamente il momento in cui il capitan Solo dovrebbe annunciare al microfono la condanna a morte — da eseguire a vista — per il traditore Chiluba. Ma non succede, perché in pochi istanti gli uffici della radio di stato sono invasi dall’esercito.

La scena è confusa: tranne i dipendenti della radio, tutti gli altri hanno la stessa uniforme. Dura tutto una manciata di secondi, poi gli otto soldati del commando del capitan Solo si ritrovano faccia a terra, con le manette ai polsi, legati dietro la schiena. Manca solo il leader, che sfruttando la confusione pare si sia dato alla fuga.

Sono le 8 e 40, è passata poco più di un’ora e mezza dall’annuncio del golpe, in cabina non c’è più né Steve Lungu, che per ora sembra scomparso, né i suoi compagni, tutti ammanettati per terra. Al microfono si sente la voce roca di un ufficiale, il capitano Siame, che afferma senza particolare emozione che la situazione era totalmente sotto controllo.

Ci vuole circa un’altra ora prima che il presidente Chiluba, scortato dall’esercito, raggiunga la stazione radio per parlare alla nazione. Del suo discorso, messo in onda alle 9 e 50 del 28 ottobre 1997, la storia salverà poche frasi: «Il nemico è stato sconfitto», dice, in un clima che ha mantenuto la sua surrealtà: «Il popolo dello Zambia non si fa spaventare da niente e da nessuno, e anzi, voglio avvisare chi ha alzato la spada, che di spada cadrà».

Nel frattempo, proprio mentre Chiluba sbrodola retorica in diretta radio su tutto il paese, anche il povero capitano Solo, colui che ha alzato la spada, viene arrestato. Quando lo trovano, nascosto dentro un container nel magazzino dello stabile, il sedicente leader mistico, capitan Steven Lungu detto Solo, è ancora palesemente ubriaco. Quasi non si difende nemmeno.

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