Quella di questo mese è una puntata di Coming Soon diversa.
Prima di andare in vacanza – ad agosto dovrete cercare da soli le prossime uscite in libreria perché noi saremo con un mojito in spiaggia, speriamo non a ballare la Macarena – abbiamo pensato di dirvi i libri che porteremo con noi in questi mesi caldi, ovunque andremo. Le letture estive sono curiose, come solo i lettori possono esserlo. Come in Se una notte d’inverno un viaggiatore, ci sono i librichedicidiaverlettomanonlohaifattoedevipezzare, ilibridarecuperare, ilibrichevorrestitantoleggerematenevergognieaspettidiessereinunpostodovenessunoticonosce, imattonirussichesipossonoleggereconcalmasolodestate, i librileggerichevoglioleggereperchédurantelannosonostatotroppostressato, irecuperonidellultimoanno e via discorrendo.
Personalmente quest’estate leggerò solo i librichevogliodavveroleggere, senza ansie da nuove uscite, da libri che *devo* leggere, e altre clausole non scritte che chi in qualche modo bazzica nell’editoria si trova a scoprire.
Eccoci, dunque. Ho chiesto ad alcune persone che scrivono per Finzioni di raccontarmi i loro tre libri dell’estate, e questo è il risultato.
JACOPO CIRILLO
Andrea G. Pinketts, La capanna dello zio Rom (Mondadori)
Il Maestro è tornato, giusto in tempo per l’estate. Quasi 400 pagine di goduria, con Lazzaro Santandrea, Pogo il Dritto, De Sade e tutti gli amici di un tempo, questa volta in un delirio di gemelli incendiari, Uomini con il Loden e Donne con il Parka, ammazzamenti e quei giochi di parole, di frasi e di capitoli che solo Pinketts riesce a smazzare a ogni pagina, a ogni riga, e non ce n’è mai abbastanza.
George Clinton (con Ben Greenman), La mia vita funkadelica(Big Sur)
All’inizio degli anni settanta, i Parliament-Funkadelic hanno rivoluzionato tutta la black music, mettendo insieme funk, rhythm’n’blues, hard rock e psichedelia, allestendo concerti pieni di lucine e scenografie di viaggi spaziali.
Il loro leader, George Clinton, il “padrino del funk”, è stato anche produttore di grandi band (Red Hot Chili Peppers) e idolo incontrastato della scena hip hop anni novanta e duemila. Ed è un campione del mondo.
Léo Malet, Le acque torbide di Javel (Fazi Editore)
Una volta, mentre ero all’aperitivo, ho buttato lì sul tavolo la mia convinzione secondo cui Léo Malet fosse moolto meglio di Simenon. Risultato: ho dovuto pagare un giro di Negroni a tutta la tavolata, pena il linciaggio con i cubetti di ghiaccio. Ma io ne sono ancora convinto, e Fazi ha da poco ripubblicato questo capolavoro del noir, che magari ricorderà un po’ a tutti chi è che comanda in Francia, quando si parla di ammazzamenti.
ANDREA MEREGALLI
José Emilio Pacheco, Il principio del piacere (Sur)
Leggo più romanzi che poesie, più saggi che romanzi e più racconti che saggi. Forte, vero? Il vento distante, la prima raccolta di Pacheco pubblicata da edizioni sur, nel 2014, mi piacque terribilmente e lo considero tra i libri più belli letti negli ultimi anni. Quest’estate, dunque, intendo recuperare Il principio del piacere, uscito lo scorso anno e – tuttavia – irresponsabilmente intonso. Sono sette racconti e una postazione a firma di Paolo Cognetti.
Luigi Moraldi (a cura di), Pistis Sophia (Adelphi)
Mi guarda di sottecchi da un paio di mesi: così rosso, così esoterico. È un testo gnostico cristiano. Lo gnosticismo cristiano mi appassiona parecchio. Detta male, è una diversa interpretazione del lascito storico più impattante di sempre: la venuta del Cristo. Ha tinte elleniche, misticheggianti, eretiche. Metterlo in valigia? È un attimo. Leggerlo sotto l’ombrellone? Meh.
Edgar Allan Poe, Racconti, traduzione di Giorgio Manganelli (L’Unità-Einaudi)
La combo Poe-Manganelli tornatami tra le mani in occasione di una recente tinteggiatura alle pareti di casa con antecedente e drammatica evacuazione della libreria, che gioia. Adoro rileggere. L’edizione è fenomenale: collana “scrittori tradotti da scrittori”, spiegazzatissima, pagine gialle, la quarta di copertina è una pubblicità Coop, finito di stampare nell’aprile 1996. La Coop sei Poe.