Carlo Conti, 610, giù le mani da Lillo e Greg

Prima era solo un conduttore onnipresente in Rai, ora è anche direttore creativo di Radio Rai e la prima decisione che ha preso è la cancellazione di 610, uno dei programmi di punta, e più di qualità, dell'intrattenimento radiofonico di mamma Rai

«Perché Conti, il ragionier Carlo Conti? Ormai è diventato il conduttore principale della principale rete televisiva italiana e non si capisce il perché». Era il 2 gennaio del 2009, e a scrivere queste righe era Aldo Grasso sul Corriere della Sera.
Di fronte al fenomeno Conti, a quella sua abbronzatura generica quanto la cifra stilistica dei programmi datigli in mano — da In bocca al lupo a L’Eredità, da Miss Italia al Festival di Sanremo — e a quel suo sorriso a contrasto, sbrilluccicante da pubblicità, il più celebre critico televisivo d’Italia rimaneva basito.

«Perché il ragionier Carlo Conti conduce così tanti programmi, passando da «L’eredità» a I migliori anni, a Miss Italia?», scriveva Grasso, «perché ha scalzato gente, mica cotiche, come Fabrizio Frizzi e Amadeus? Perché invece di fare il conduttore non si dedica ad altre occupazioni a lui più congeniali? Perché non passa la vita a inventare un dispositivo elettrico con campanello per avvertire quando il rubinetto è chiuso male?».

Sette anni fa Grasso provava timidamente a rispondere ai suoi amletici dubbi caricando di responsabilità l’ego di qualcuno dei direttori di rete, «che si comportano come certi allenatori di calcio: non tollerano i talentuosi per non essere oscurati». Ma ora che Carlo Conti, oltre a tutti gli altri incarichi già acquisiti, si è portato a casa anche la nomina di Direttore creativo di Radio Rai — una figura che, tra l’altro, è stata inventata per l’occasione — le speculazioni di Grasso di sette anni fa sembrano decisamente errate, ma per difetto.

Perché, insomma, diciamolo: finché Carlo Conti e la sua abbronzatura intrattenevano le popolose corsie degli ospizi di mezza Italia, al limite dividendosele con la versione baciapile di Lucky Luke, poteva anche essere un problema soltanto per Aldo Grasso. Ora, però, che l’abbronzato conduttore naziopop è stato nominato deus ex machina della programmazione radiofonica della Rai, il problema è diventato di importanza nazionale.

Sì, perché ora il problema è che l’abbronzato presentatore ed ex comico toscano ha deciso di chiudere un programma come 610. 610, un programma condotto con brillantezza e creatività da Lillo e Greg, ovvero una delle ultime vere coppie comiche attive in Italia. Un programma che in 14 anni si è costruito un pubblico solido e affezionato, e che è sinceramente un peccato veder chiudere così, con un colpo di spugna, e, come se non bastasse, per decisione di un personaggio da zero a zero come Carlo Conti.

È un peccato. 610 è un programma che, sia per altitudine culturale, sia per affiatamento conduttori-pubblico, avrebbe dovuto essere il metro su cui far evolvere la programmazione di Radio Rai, già di alto livello. Di certo non si meritava di interpretare il ruolo della vittima sacrificale di una nuova gestione che, così pare, vuole una radio commerciale e non più una radio che, grazie a programmi come 610, riusciva nel mezzo miracolo di giustificare, almeno in parte, il pagamento del balzello che una volta si chiamava canone.

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