Un buco da 100 milioni da chiudere. Così il patrimonio immobiliare del Pio Albergo Trivulzio, quantificabile in circa 400 milioni di euro, e derivante in gran parte dai lasciti testamentari, si assottiglia. Tanti i passi più lunghi della gamba nelle gestioni precedenti e ora c’è da ripianare. Tra i tanti segni lasciati quella dell’ultima “affittopoli” del 2010, costata 2 milioni di euro. Da quest’anno è iniziato il piano vendite: a maggio era stato venduto per 37 milioni l’immobile in via della Spiga al civico 5, lo stesso in cui abitò anche Carla Fracci. L’acquirente, l’immobiliare Pria, ha per altro già provveduto a rivenderlo a un altro privato. A fine settembre si sono invece aperte le buste nello studio del notaio Dario Restuccia per la vendita in asta pubblica del palazzo di cinque piani in Corso di Porta Romana, 91: si partiva da una base d’asta di 11 milioni di euro, si è arrivati a 11 milioni e 400 mila euro. Cifra con cui il gruppo Prada si è aggiudicato lo stabile. Sono in tutto 21 le proprietà che il Trivulzio sta vendendo, di cui 31 a Milano. Gli stabili di via della Spiga e di Porta Romana sono due dei tre fabbricati di maggior valore presenti nel portafoglio immobiliare della Baggina. Il terzo, in via Santa Marta, messo sul mercato poco meno di un anno fa, vale 17 milioni di euro. Per ora nessun acquirente si è fatto avanti e l’asta è andata deserta.
Le due vendite maturate nel corso di quest’anno hanno contribuito a coprire una parte consistente del debito del Pio Albergo Trivulzio, circa la metà. Tuttavia, fanno sapere Maurizio Carrara, Presidente del Consiglio di Indirizzo e Claudio Sileo, Direttore Generale, degli Istituti Milanesi Martinitt e Stelline e Pio Albergo Trivulzio, «siamo consapevoli che la vendita di parte del patrimonio immobiliare, frutto della generosità dei milanesi, non possa essere l’elemento centrale di una strategia per il risanamento dei conti. Il ricavato della vendita dello stabile di Corso di Porta Romana – hanno sottolineato – non contribuirà solo a mettere sotto controllo un debito altrimenti insostenibile, ma dovrà servire anche a sostenere importanti progetti di riqualificazione sia delle strutture, sia dei servizi».
IL NODO ASSITENZA AGLI ISTITUTI MARTINITT E STELLINE
Un nervo scoperto quest’ultimo e oggetto della trattativa tra la rappresentanza sindacale unitaria degli istituti Martinitt e Stelline che ospitano i minori in difficoltà. «Al momento – dice Martina Maffei, coordinatrice della Rsu – la questione contrattuale è delicata e per questo siamo in costante contatto con la direzione. A dicembre scadranno otto contratti a tempo determinato e abbiamo chiesto che siano rinnovati tutti e otto per due anni. La direzione – sottolinea Maffei – si dice disponibile a questa modalità». Più radicale la posizione del sindacato Cub sanità che si aggancia direttamente alla questione della vendita del patrimonio: «nonostante la vendita del patrimonio immobiliare – dicono – non si è riusciti a trovare le risorse per la regolarizzazione dei rapporti di lavoro degli educatori. Abbiamo incontrato la direzione dell’istituto prima delle elezioni ma non abbiamo avuto nessuna proposta, se non una ulteriore chiusura nei confronti dei precari e nessun piano di rilancio».
Oggi (24 ottobre) la Cub ha in programma una manifestazione sotto Palazzo Marino che nomina 3 consiglieri di amministrazione tra cui l’attuale presidente. Nel mirino del sindacato il ricorso troppo disinvolto agli educatori liberi professionisti (in tutto sono 23) e a turni che superano le 24 ore: «al di fuori di ogni standard con 50-60 ore settimanali di lavoro e un elevato numero di notti». Niente contratto e poche tutele, così, denunciano dalla Cub c’è anche chi in un mese fa 15 notti. Nella stessa giornata i rappresentanti del sindacato saranno ricevuti dall’assessore alle Politiche sociali, salute e Diritti Pierfrancesco Majorino. La direzione del Pio Albergo Trivulzio dal canto suo fa sapere che «a breve ci saranno stabilizzazioni a tempo determinato per gli operatori con una cessazione degli incarichi libero-professionali», rese possibile proprio grazie alla vendita del patrimonio immobiliare e che arriverà il «rinnovo dei contratti alla prossima scadenza per continuare a garantire gli standard», che secondo la direzione non sono mai venuti meno.