Lavoro per i giovani: l’alleanza di Nestlè raddoppia

Alliance for YOUth, il progetto per il lavoro giovanile che ha coinvolto 200 aziende guidate da Nestlè, in Europa ha creato 115mila opportunità e in Italia 6.500. Ora viene esteso di quattro anni e il nuovo obiettivo è di 230mila posti

Sean Gallup/Getty Images

Lo sappiamo bene, la piaga della disoccupazione giovanile continua a stringere in un abbraccio mortale l’economia italiana. Lo sa bene anche il presidente del consiglio, Matteo Renzi, che qualche giorno fa ha annunciato una nuova misura: la decontribuzione totale per le imprese del Sud che assumeranno giovani. Il governo intende inserirla nella legge di bilancio, in questi giorni al vaglio del Parlamento. Una sorta di versione 4.0 degli incentivi del Jobs Act. Ma in attesa di vedere dei risultati, nel mondo aziendale c’è chi ha già deciso di intraprendere una battaglia senza quartiere per invertire il trend.

Una delle inziative più riuscite è stata presentata a Roma in questi giorni da Nestlè. Con 115.000 opportunità offerte ai giovani under 30, rispetto ad un obiettivo iniziale di 100.000 in due anni, il progetto Alliance for YOUth ha raggiunto i risultati molto ambiziosi che si era posto. È stato promosso da Nestlè assieme a oltre 200 aziende partner, per favorire l’occupazione giovanile in Europa. I risultati sono stati oltre le aspettative per un’iniziativa alla quale ha contribuito attivamente anche l’Italia generando 6.500 opportunità, il 30% in più dell’obiettivo iniziale di 5.000.

Ad allearsi con Nestlé in Italia sono stati 14 partner. Dalle piccole medie imprese ai grandi gruppi, questa “alleanza per i giovani” in Italia è animata da aziende come Accenture, Arti Grafiche Reggiane & LAI, BNP Paribas, CHEP, DHL Supply Chain, Dimension Data, DS Smith, FM Italia, Gi Group, Inalca, Nielsen, Praesidium, Publicis, Sit Group. Come dimostra l’impegno di Nestlè è la filiera dell’industria alimentare – tra quelle che provano a trainare l’Italia fuori dalla palude della crisi – a essere maggiormente impegnata sul versante giovanile. Come ha ricordato il presidente di Federalimentare, Luigi Scordamaglia, nel mondo c’è ancora una fortissima domanda di prodotti alimentari italiani e per questo è fondamentale l’apporto di manodopera capace di intercettare le esigenze dei nuovi mercati.

Nestlé e i membri dell’Alleanza hanno deciso di estendere l’iniziativa per i prossimi 4 anni e di offrire entro il 2020 ulteriori 230.000 opportunità ai giovani europei under 30

Il governo intende affiancare questa spinta. «I risultati positivi ottenuti da Alliance for YOUth confermano che la collaborazione fra imprese e istituzioni è una modalità efficace per contrastare fenomeni complessi come quello della disoccupazione giovanile – ha dichiarato il ministro del lavoro, Giuliano Poletti –. Questa esperienza testimonia quanto sia importante credere e soprattutto investire nei giovani, che possono svolgere un ruolo importante come portatori di innovazione e rappresentare una spinta propulsiva per le aziende che scelgono di credere nel futuro». Per Giacomo Piantoni, direttore risorse umane del Gruppo Nestlé in Italia, «questa esperienza ci insegna che quando soggetti anche molto diversi si riconoscono in un obiettivo comune i risultati sono di rilievo. Le aziende private devono giocare un ruolo attivo a favorire dell’occupazione giovanile e ancor di più lavorare per innescare un meccanismo partecipativo ulteriore, volto a collaborare con le Istituzioni e il mondo della formazione».

Il programma ha visto anche l’attivazione, a livello europeo, di oltre 600 programmi d’istruzione duale e di alternanza scuola-lavoro in vari Paesi e di 10mila workshop organizzati per preparare i più giovani ai colloqui di lavoro o agevolarne l’accesso al primo impiego. Un impegno forte a favore dell’occupazione giovanile che si rafforza con nuovi ambiziosi obiettivi: Nestlé e i membri dell’Alleanza hanno infatti deciso di estendere l’iniziativa per i prossimi 4 anni e di offrire entro il 2020 ulteriori 230.000 opportunità ai giovani europei under 30.

A livello comunitario, infatti, dopo l’entusiasmo iniziale legato al programma Garanzia Giovani, si è notata una certa impasse a proseguire con stimoli concreti ed efficaci per rilanciare l’occupazione giovanile, in particolare nell’eurozona. L’area politica dei socialisti e democratici accusa il partito popolare e i vertici di Commissione e Consiglio per aver rallentato. Ecco perché proprio dal Pse è nata la proposta di rilanciare una Garanzia giovani permanente. Lo Youth Plan del Pse presentato alla Camera dei Deputati ha l’obiettivo di contrastare la disoccupazione giovanile, la povertà e l’esclusione sociale e, sempre oggi in tutta Europa, è stato accompagnato da un action day organizzato in tutte le principali piazze cittadine. Il Piano si compone da 4 punti chiave: una Garanzia giovani permanente, con un finanziamento di 20 miliardi di euro fino al 2020, un assegno per la cultura europeo sulla scia del bonus diciottenni varato dal governo italiano, un Erasmus rivolto anche a quegli studenti provenienti delle aree piu’ modeste e, infine, una Garanzia bambini che aiuti i meno abbienti.

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