L’ultimo disastroso attacco hacker ai danni di un big come Yahoo è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso. Governi, mondo economico, media, tutti si interrogano ormai sull’escalation legata alla guerriglia o al crimine cibernetico. I dati parlano chiaro: negli ultimi 12 mesi circa un attacco su tre ha causato un’effettiva violazione della sicurezza, che significa, per un’azienda media, subire due o anche tre offensive riuscite al mese, dice un recente report di Accenture.
Il problema è così grave per il nostro sistema politico ed economico che è arrivato addirittura sulla scrivania del segretario generale dell’Onu, Ban Ki-Moon, che ha chiesto all’assemblea generale delle Nazioni unite di occuparsi della creazione di un’agenzia che affronti il tema degli abusi in materia di cyber security e relativi aspetti tecnologici.
Anche in Italia l’esigenza di creare poli di eccellenza capaci di sviluppare tecnologie di difesa dagli attacchi cyber si fa sempre più pressante, dando spazio a nuove sinergie imprenditoriali, come il programma di accelerazione lanciato da Luiss Enlabs – una delle fabbriche delle startup più importanti d’Europa – per le giovani imprese che si occupano di cyber security. Il progetto, denominato Security Challenge, è sostenuto da Cisco Systems, LVenture Group (società di venture capital quotata in borsa), Infocert e Ntt Data con l’obiettivo di sviluppare startup ad alto potenziale, in grado di risolvere le maggiori sfide della sicurezza informatica globale.
Dopo una fase di pre-accelerazione (durata tre mesi) e la presentazione durante la Security Challenge Pitch Night, tenutasi a Roma in questi giorni, sono stati ammessi allo stadio successivo diversi soggetti: SpidChain, una startup che sviluppa sistemi di sicurezza basati sulla blockchain, tecnologia alla base dei bitcoin; Big Profile, che ha sviluppato un algoritmo capace di profilare i clienti delle aziende; e Nablasec, focalizzata sul trasferimento in sicurezza di grandi quantità di file in tempi brevi.
Il rallentamento dell’economia non intacca la digitalizzazione del Paese. E a crescere è soprattutto il il settore della cyber security , che a livello mondiale ha già raggiunto un giro d’affari di 75 miliardi di euro
Del resto, anche dal punto di vista del mercato, stiamo parlando di realtà in crescita. Il rallentamento del quadro macroeconomico non intacca le potenzialità di ripresa della digitalizzazione del Paese. Nei primi sei mesi del 2016, il mercato digitale italiano (informatica, telecomunicazioni e contenuti) è cresciuto dell’1,2% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, raggiungendo la quota di quasi 32 milioni di euro e lasciando intravedere una crescita per l’intero 2016 dell’1,3%, a quota 65,759 milioni. Questo a fronte di una crescita 2015 dell’1% e di cali continui negli anni precedenti, fa sapere Assinform, l’associazione nazionale delle principali aziende di Information Technology operanti in Italia.
Più in particolare, il settore della cyber security rappresenta in questo momento un mercato strategico e in forte crescita. Nel 2015 ha già raggiunto un giro d’affari di 75 miliardi di dollari a livello globale, sottolineano da Luiss Enlabs. Ecco perché colossi dell’informatica come Cisco o la giapponese Ntt Data seguono con attenzione iniziative come il programma Security Challenge. «Siamo qua a fianco di Luiss Enlabs per aiutare il processo di digitalizzazione consapevole attraverso la cyber security e per aiutare i talenti che ci sono», ha detto durante la Pitch Night Enrico Mercadante di Cisco. Per Danilo Cattaneo (Infocert), «il talento delle persone che vengono dalle startup è una soluzione win-win». Giorgio Scarpelli, Chief Technology Officer di Ntt Data, ha paragonato il lavoro nel settore dell’internet of things e della cyber security a quello dei cercatori d’oro che verso la fine dell’Ottocento vissero l’epopea della corsa al metallo prezioso nelle regioni più remote dell’America del Nord come il Klondike.
Il nuovo oro di oggi sono la miriade di dati e informazioni che passano sulla rete e la loro sicurezza è diventata la nuova frontiera
Il nuovo oro di oggi sono la miriade di dati e informazioni che passano sulla rete e la loro sicurezza è diventata la nuova frontiera, una nuova corsa per la difesa dello spazio cibernetico, per la privacy di migliaia di consumatori e utenti. In casa giapponese del resto già da tempo si è scommesso sulla crescita del mercato della cyber security, puntando proprio sull’Italia e sul Mezzogiorno. Scarpelli ha, infatti, ricordato il lavoro svolto ogni giorno dagli oltre duecento dipendenti del centro di ricerca sviluppo di Ntt Data Italia di Cosenza, il primo distretto tecnologico italiano della cyber security. Era il 2001 quando a Cosenza nasceva, in un bilocale e con tre persone, una di queste proprio Scarpelli, una piccola start up specializzata sulla sicurezza informatica all’interno di un gruppo italiano per la consulenza manageriale e IT. Oggi quella realtà è diventata un polo d’eccellenza nel mondo dell’informatica capace di tenere testa ai distretti più gettonati come quello di Palo Alto in California o Tokyo. Per i giovani startupper del programma Security Challenge la speranza è quella di far rivivere questo sogno.