Il lavoro stenta ad andare a gonfie vele e se i dati sono controversi, sulla stampa estera mentre alcuni sottolineano i dati scoraggianti relativi al tasso di partecipazione degli italiani alla forza lavoro (ai minimi da luglio 2015), altri sottolineano la miglior performance occupazionale nella manifattura del nostro Paese degli ultimi sei anni, la fiducia nel trovare un posto di lavoro, soprattutto tra i più giovani, latita. Ma il nuovo modo di fare impresa, quello legato alle start up che sembrano sviluppare una capacità crescente nel generare occupazione qualificata a condizioni a volte molto migliori di quelle offerte da aziende più strutturate, offre una soluzione.
A dirlo sono i numeri legati alla partecipazione agli eventi di recruiting nel mondo delle start up. Cifre in costante crescita come quelle registrate all’evento di recruiting e talent acquisition “Startups looking 4 Talents” che si è tenuto presso l’acceleratore di startup capitolino Luiss Enlabs. Oltre 600 giovani hanno risposto all’appello delle circa 20 startup digitali in cerca di talenti per posizioni aperte nei settori di Marketing & Communication, Developer, Business Development e Creative. Studenti, laureati o laureandi hanno potuto lasciare il cv e fare colloqui one-to-one, presentazioni e sedute di cv-check con i CEO e membri del team di alcune start up come Moovenda o Soundreef, per citare le più conosciute.
Le start up stanno generando una importante ricaduta sul mercato occupazionale: in Italia ci sono circa 7000 realtà di questo tipo che danno occupazione a oltre 30 mila persone
Le start up, infatti, stanno generando una importante ricaduta sul mercato occupazionale: in Italia ci sono circa 7000 realtà di questo tipo che danno occupazione a oltre 30 mila persone, con un incremento del 47,5 per cento rispetto al 2015. Un trend di crescita importante, come segnalano da Luiss Enlabs, dove in poco tempo le start up hanno generato più di 500 posti di lavoro.
Sono poi proprio le start up le vere officine digitali, i cantieri del futuro in cui, tanto la preparazione alle attività digitali,quanto le soft skills. Quello che conta poi è la loro capacità di creare nuovi lavori come la piattaforma Wineowine. Nel mondo del calcio le società di Serie A usano figure come gli osservatori per scoprire i giovani talenti in erba. Professionisti del calibro di Mino Raiola hanno scoperto calciatori come Balotelli, Donnarumma o Pogba quando erano ancora piccoli e li hanno fatti crescere, aumentando inestimabilmente il loro valore. Con lo stesso obiettivo Wineowine lancia gli “osservatori del vino” per andare a caccia dei migliori vini e scovarli direttamente nelle cantine.L’esigenza nasce dal fatto che in Italia vi sono quasi 100.000 produttori e il 95% di essi sono di ridotte dimensioni (fonte: Istat). Per un appassionato o semplicemente chiunque ami bere un buon vino è molto difficile scegliere l’etichetta giusta o avere accesso alle tante rarità create dalle piccole cantine, che da parte loro non sono brave a darsi visibilità. Wineowine sta creando un network di professionisti per girare l’Italia alla ricerca dell’eccellenza, assaggiando il vino direttamente in cantina e scoprendo le gemme vinicole nascoste nei nostri territori. Un lavoro semplicemente da sogno che creerà grande valore aggiunto per l’enologia italiana, sostengono dalla start up.