Da qualche tempo si è tornati a parlare di rivoluzione industriale, espressione che è di nuovo in voga dopo la presentazione del rapporto Ocse. Quale impatto avranno le nuove tecnologie sul mercato del lavoro? Come incideranno sulla produzione e che conseguenze subiranno settori fondamentali quali l’ambiente, il benessere, il commercio e la distribuzione del reddito? Sono solo alcune delle domande a cui i politici e gli economisti cercano di dare risposta.
In Italia il dibattito è ormai sempre più vivace. Quale equilibrio tra regole, burocrazia e creazione di un contesto attraente per fare impresa? Il paradigma dell’equazione non è facile da trovare. Del resto, la ricerca di nuove leve di crescita e lo sviluppo di nuove tecnologie stanno spingendo diverse industrie verso la convergenza, come dimostrano le recenti ricerche come quella elaborata dalla School of Management del Politecnico di Milano in collaborazione con EY, relativa alla convergenza cross industriale, che identifica le macro tendenze di mercato.
Osservatorio privilegiato di queste tendenze è il mondo delle startup, che nel nostro Paese si fa ecosistema sempre più variegato. «I finanziamenti in Italia in favore delle startup non mancano, il problema è un eccesso di regolamentazione che ancora rende troppo difficile fare impresa. Serve chiarezza per semplificare ed evitare sovrapposizioni normative e di interlocutori cui rivolgersi quando si ha una valida idea d’impresa», dice ad esempio il neo presidente di Confindustria giovani Alessio Rossi.
Dal 2013 ad oggi, Luiss Enlabs, uno dei principali acceleratori di startup, ha analizzato più di 3mila progetti internazionali, supportato la crescita di oltre 45 startup che hanno raccolto, attraverso LVenture Group, holding di partecipazioni, investimenti per circa 28 milioni di euro. Ancora di recente, LVenture ha ottenuto un aumento di capitale da 2 milioni con l’ingresso di tre nuovi soci, Luiss, Sara Assicurazioni e Zenith.
Come ricorda Luigi Capello, amministratore delegato di LVenture Group, «siamo molto soddisfatti, abbiamo un partner istituzionale, per la prima volta in Italia una università investe in venture capital, un partner finanziario e un partner industriale. È stata una bella operazione e ora ci inventiamo altro». Ad attirare maggiormente l’interesse degli investitori presenti all’Investor Day di Luiss Enlabs e LVenture Group, restano le realtà agganciate al driver della tecnologia e dell’innovazione, come Big Profiles, servizio di customer intelligence capace di aggregare informazioni da diverse fonti su una specifica persona, ma la galassia startup sta allargando sempre di più le proprie maglie ad altri campi dell’economia reale e della società, passando dalla mobilità sostenibile con 2Hire, società che permette di controllare qualsiasi veicolo da app, al turismo con DiveCircle per gli appassionati di immersioni, passando per la manifattura 4.0 con PlayWood e il suo innovativo sistema d’arredo o l’E-Health con Medyx, servizio di alert per l’assunzione di farmaci.
Insomma, una vera e propria diversificazione che ha fatto breccia di recente anche nel panorama della finanza controllato dal governo di Pechino, che recentemente ha lanciato la sua iniziativa per una nuova via della seta. Il fondo di venture capital sino-britannico Silk Venture ha infatti annunciato il lancio di un fondo di venture capital di 500 milioni per investire in startup europee e americane. Il fondo ha completato la raccolta ed è stato sottoscritto al 50% dal governo cinese, il resto da investitori privati, con l’obiettivo di investire in società che vogliono espandersi sul mercato cinese con un forte focus su intelligenza artificiale, internet delle cose e fintech.