C‘è stata una svolta nel discorso tenuto la scorsa settimana a Firenze da Theresa May. La prima ministra britannica ha proposto all’Unione Europea un periodo transitorio di due anni in cui il Regno Unito continuerà a sottostare a regole e obblighi dell’Unione Europea, compresa la libera circolazione dei lavoratori. Durante il periodo la Gran Bretagna continuerà a far parte del mercato unico europeo. Durante la fase transitoria Londra onorerà anche i suoi obblighi finanziari con l’Unione.
Perché questo cambio di rotta? Molto ha a che fare con i danni che sta cominciando a fare l’incertezza all’economia britannica. La Banca d’Inghilterra, ha pubblicato la scorsa settimana, un report in cui si evidenzia molto chiaramente come un crescente numero di imprese, sia di grandi che di piccole dimensioni, stia rimandando le proprie decisioni di investimento per via della Brexit (nei casi in cui non si sia già prevista la destinazione degli investimenti in altre direzioni).
È anche plausibile è che il dissiparsi dell’incertezza e la dinamica dei tassi potrebbero dare sostegno alla Sterlina.
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Un crescente numero di imprese, sia di grandi che di piccole dimensioni, stia rimandando le proprie decisioni di investimento per via della Brexit