Tratto dall’Accademia della Crusca
La locuzione graphic novel è composta dalle parole inglesi graphic ‘grafico’ e novel ‘romanzo’, per cui fra le varie traduzioni italiane possibili, riscontrate in articoli di giornale e in siti dedicati al fumetto, figurano romanzo grafico, romanzo a fumetti e anche romanzo per immagini. L’anglismo graphic novel sembra comunque essersi imposto ormai nella lingua italiana ed è attestato anche da alcuni dizionari dell’uso (GRADIT 2007, Devoto-Oli 2008, Dizionario Hoeplionline, ZINGARELLI 2013).
Il sintagma circola in testi italiani dai primi anni ’90, con esempi già del 1993 dal “Corriere della Sera” e dalla “Repubblica” in cui l’espressione veniva posta ancora tra virgolette per marcarne l’origine straniera. È a partire circa dal 2004, come testimoniato sempre da una ricerca sugli archivi storici dei due quotidiani, che inizia a presentarsi con più frequenza e si diffonde sempre più su internet, soprattutto in siti specializzati e in blog di appassionati di fumetti.
In origine, il termine si riferiva a un tipo di pubblicazione ben preciso: la locuzione compare infatti per la prima volta su un fumetto statunitense del 1978, A Contract with God, and Other Tenement Stories. A Graphic Novel di Will Eisner con cui tradizionalmente si inaugura la nascita di un nuovo genere fumettistico, in forma di romanzo, relativamente lungo, senza le interruzioni tipiche delle strisce e rivolto a un pubblico adulto. Caratteristica frequente del genere è inoltre l’ambientazione realistica delle vicende e le tematiche attuali o di rilevanza storica, a cominciare dai due esempi più celebri, Maus di Art Spiegelman (1986 – 1991) e Persepolis di Marjane Satrapi (2002 – 2003), e tipica anche di molte storie a fumetti italiane contemporanee. Nell’uso attuale, tuttavia, l’espressione viene spesso usata dal mercato editoriale per indicare tutta una serie di pubblicazioni estese in forma di fumetto, fino a includere manga giapponesi, collane e raccolte di strisce. Gli stessi dizionari che registrano graphic novel si limitano alla generica definizione di “romanzo a fumetti” a cui solo ZINGARELLI aggiunge “pubblicato nella veste di un libro normale”.
Vista la diffusione del prestito inglese nell’ambito dei fumetti, si tratta di stabilire quale genere grammaticale attribuire all’espressione. Di norma,…. i forestierismi provenienti da lingue che non presentano la categoria di genere per i sostantivi di cosa, come nel caso dell’inglese, assumono il genere della parola italiana corrispondente: così succede infatti per il mouse (topo), la star (stella), il ghost-writer (scrittore). Novel, nell’accezione che ha portato al moderno significato di ‘romanzo’, è a sua volta un italianismo derivato da novella e compare in inglese per la prima volta intorno al 1500 in riferimento al Decameron di Boccaccio, come registrato dall’Oxford English Dictionary online. È nel diciottesimo secolo però che novel, contrassegnando così la nascita di un nuovo genere letterario, assume definitivamente il significato di ‘romanzo’, come appunto in graphic novel. Attenendosi quindi a questa norma, la locuzione graphic noveldovrebbe essere trattata come maschile. Tuttavia, i dizionari che la registrano specificano tutti, basandosi sull’etimologia di novel, che si tratta di una locuzione sostantivale femminile, e soltanto ZINGARELLI annota una possibile alternanza di genere. Anche l’uso si allinea, nella maggior parte dei casi, con quanto legittimato dai dizionari. Da una ricerca delle occorrenze su Google, aggiornata a luglio 2013, si ottengono 510.000 risultati per la graphic novel e 158.000 per il graphic novel. La ragione di questa preferenza per il femminile è evidente a molti: il parlante italiano, anche chi ben conosce la lingua inglese, subisce facilmente l’interferenza con la parola novella, per cui in maniera naturale, antepone l’articolo femminile la anche a graphic novel.
Nonostante quanto riportato dai dizionari, è comunque abbastanza comune imbattersi in graphic novel trattato come maschile e molti dei lettori che ci hanno posto il quesito sostengono questa alternativa. L’articolo maschile prevale inoltre nella maggior parte dei siti dedicati al mondo del fumetto che spesso propongono riflessioni e discussioni sul genere della locuzione. Significativamente, infatti, le percentuali delle occorrenze su Google vengono smentite da una ricerca su Google Scholar, che limita le ricerche ai vari settori della letteratura accademica e che mostra una predominanza di occorrenze al maschile, seppure per ordini di grandezza molto più piccoli.