Il mercato non ha sempre ragione. È il pensiero espresso da Richard Thaler, padre della finanza comportamentale e vincitore del Premio Nobel per l’economia nel 2017. Secondo Thaler la psicologia umana ha un ruolo decisivo nelle scelte economiche. Non esiste un homo oeconomicus che ragiona sempre in modo razionale. Le nostre emozioni influenzano, infatti, le scelte che compiamo in tema di risparmio e investimenti.
E i mercati spesso sbagliano. Il 7 novembre 1997 l’Economist pubblicò una vignetta passata alla storia per aver illustrato al meglio l’irrazionalità dei comportamenti del mercato. Nella vignetta un operatore finanziario dice al telefono: «Qui ho un’azione che potrebbe eccellere» (“I’ve got a stock that here could really excel”). In inglese il verbo to excel (eccellere) è molto simile come suono a to sell, vendere. La persona accanto all’operatore capisce male e ripete a voce alta la versione distorta della parola e così via. Come in un telefono senza fili, le persone vicino confondono sempre di più e da sell (vendere) si passa a buy (comprare). Così tutti iniziano a vendere l’azione che in realtà meritava di essere comprata. Un modo efficace per mostrare come informazioni limitate e l’istinto del gregge possano dar luogo a comportamenti sbagliati e dannosi da parte degli investitori.
Il problema secondo Thaler è che i mercati esagerano sempre: o sopravvalutano i titoli che crescono di più o sottovalutano quelli in perdita. La verità, come in molte cose, sta nel mezzo. L’approccio “value contrarian” si basa proprio su questo: diversificare il rischio investendo in titoli sottovalutati. Infatti, quando i prezzi dei titoli sui mercati si discostano dai loro fondamentali, cioè la realtà, questi possono offrire ghiotte opportunità d’acquisto per l’investitore.
A volte passano anni, se non decenni prima che le teorie degli economisti vengano applicate. Diffidenza, paura di rischiare, ideologie di moda. Si è parlato molto del fondo che da 15 anni utilizza le teorie di Thaler: Emu Behavioral Value. Ma anche in Italia c’è una società di gestione del risparmio, AcomeA SGR, che da tempo ispira il suo stile di gestione alle idee di Thaler. AcomeA SGR è l’unica società (se non quasi) in Italia a seguire l’approccio comportamentale del “value contrarian”. Cioè investe in titoli sottostimati dal mercato, puntando su un profitto futuro.
Una strategia vincente che ha portato AcomeA SGR ad essere molto competitiva con i suoi fondi comuni di investimento. Prendiamo per esempio AcomeA Italia, un fondo PIR di tipo azionario. Secondo un report sulla performance dei fondi Pir nel 2017 condotto dagli analisti di Intermonte Advisory e Gestione il fondo AcomeA si è piazzato in vetta nella classifica delle performance dei fondi PIR. Grazie al suo approccio selettivo, che non si limita a replicare l’indice di riferimento, AcomeA Italia ha realizzato il doppio delle performance del suo concorrente principale: Etf Itamid. Perché i mercati non hanno sempre ragione.