«Chi maltratta gli animali deve andare in galera. Dal governo nemmeno una parola»

La battaglia animalista della berlusconiana Brambilla, che porta nove cuccioli di cane a Montecitorio. «Troppo spesso combatto da sola. Servono pene più dure per chi compie violenze sugli animali». Il governo? «Il premier ha fatto un discorso lunghissimo, ma su questo tema nemmeno un parola»

«Il premier Giuseppe Conte ha tenuto alle Camere un discorso lunghissimo. Ma non ho sentito nemmeno una parola sugli animali, al massimo qualche vago riferimento all’ambiente». La deputata di Forza Italia Michela Vittoria Brambilla arriva a Montecitorio con una cesta piena di cuccioli. Sono nove cagnolini scampati all’ennesimo atto di violenza. «Quella che sto per raccontarvi è una storia da brividi», anticipa. «Nonostante mi occupi da decenni di maltrattamenti sugli animali non avevo mai visto una vicenda del genere». La parlamentare berlusconiana convoca una conferenza stampa per parlare della piccola Luce. Una cagnetta bianca di media taglia che pochi giorni fa è stata legata e sepolta viva nelle campagne vicino Cosenza. Su segnalazione di alcuni passanti, è stata recuperata dai volontari della Lega italiana per la difesa degli animali e dell’ambiente. Solo allora si è scoperto l’aspetto ancora più crudele della storia. La cagnolina era incinta e prossima al parto. Vittima di lunghe sofferenze, per lei non c’è stato nulla da fare. Prima di morire, però, ha dato alla luce undici cuccioli. I due più deboli non sono sopravvissuti. Gli altri nove sono arrivati a Montecitorio – allattati con il biberon dalle volontarie dell’associazione – per diventare i testimonial della nuova battaglia della deputata. «Ogni giorno leggiamo e vediamo tante storie di ordinaria crudeltà, frutto a volte di puro sadismo, a volte di un’insofferenza, completamente amorale, per la presenza sul territorio di animali vaganti». Ma adesso la pazienza è finita. Michela Vittoria Brambilla chiede punizioni più severe per chi maltratta gli animali. «Bisogna inasprire le pene. Chi commette crimini di questo tipo deve finire in carcere, oggi non succede».

«Il premier Giuseppe Conte ha tenuto alle Camere un discorso lunghissimo. Ma non ho sentito nemmeno una parola sugli animali, al massimo qualche vago riferimento all’ambiente». La deputata di Forza Italia Michela Vittoria Brambilla arriva a Montecitorio con una cesta piena di cuccioli. Sono nove cagnolini scampati all’ennesimo atto di violenza

Lo scontro è anche politico. La presidente del Movimento ambientalista racconta di aver presentato da tempo diverse proposte di legge. Tutti interventi che non sono stati neppure calendarizzati in Parlamento. «Non voglio più essere sola in queste battaglie, la politica deve rispondere. La scorsa legislatura i governi di sinistra non hanno mai esaminato le mie proposte, adesso mi aspetto maggiore attenzione». Le premesse non sembrano positive. Nel lungo intervento con cui il presidente del Consiglio Conte ha chiesto la fiducia alle Camere non si accennava minimamente all’argomento. «Anche sull’ambiente – insiste la Brambilla – il premier ha detto quattro parole vaghe». Ma il legislatore non può ignorare il tema. Alcune proposte di legge della deputata di Forza Italia sono state ripresentate in queste settimane. Si tratta, in particolare, di un intervento che introduce alcune modifiche al codcie penale e al codice di procedura penale in tema di reati in danno di animali. Tra le altre cose vengono aumentate fino a cinque e sei anni, rispettivamente, le pene per il maltrattamento e l’uccisione di animali. «Diventano “delitti” in senso tecnico – si legge – le condotte di detenzione in condizioni “insopportabili” o “incompatibili con la natura dell’animale”». Un’altra proposta di legge modifica ulteriormente il codice penale, introducendo una circostanza aggravante dei reati contro gli animali relativa alla diffusione online di immagini o di video con atti di crudeltà. L’ultimo intervento legislativo si occupa invece del randagismo, punendo con durezza chi avvelena gli animali. In questo caso «si prevede la pena della reclusione fino a due anni per chiunque, fuori delle ipotesi e delle modalità previste dalla legge, prepara, miscela, detiene, utilizza, colloca o abbandona esche o bocconi avvelenati o contenenti sostanze nocive o tossiche, compresi vetri, plastiche e metalli o materiale esplodente, che possono causare intossicazioni o lesioni o la morte di un animale». L’impegno animalista dell’ex ministra non si ferma. «Chiedo agli italiani di prestare attenzione, di indignarsi, e di combattere insieme a me questa battaglia».

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