È una guerra di parole quella contro le registrazioni dei figli delle coppie omogenitoriali nei comuni d’Italia. Una crociata che parte dalla frase del ministro della Famiglia e della Disabilità, Lorenzo Fontana (“per me le famiglie arcobaleno non esistono”) e che cerca di farsi corpo con cinque esposti alle Procure della Repubblica e un disegno di legge. Gli esposti sono stati depositati dal senatore leghista Pillon insieme CitizenGo e Generazione Famiglia, le due associazioni contrarie ai diritti delle persone Lgbt. Sono rivolti alle Procure di Milano, Torino, Firenze, Bologna e Pesaro, e puntano “all’annullamento delle iscrizioni illegittime”. I bambini delle famiglie arcobaleno non più figli ma “reati di falso ideologico” e “alterazione di Stato”, spariscono e vengono sottratti dalla tutela dei genitori. A questi si aggiunge un progetto di legge – che Linkiesta visiona in anteprima – depositato in Senato da Andrea De Bertoldi di Fratelli d’Italia: “Norme in materia di trascrizione di atti di nascita di minori nati all’estero”.
Due strumenti giuridici che vogliono cancellare l’esistenza dei bambini arcobaleno. Una crociata, ma contro dei mulini a vento.
Come spiega Angelo Schillaci, ricercatore dell’Università “Sapienza” di Roma e membro del gruppo legale di Famiglie Arcobaleno: “Nelle trascrizioni non c’è alcun falso ideologico né alterazione di Stato, i sindaci hanno soltanto assicurato la piena vigenza degli art. 8 e 9 della legge 40, posti a tutela dei minori, indipendentemente dalla tecnica di Procreazione Medicalmente Assistita (PMA), lecita o illecita, grazie alla quale questi bambini sono venuti al mondo”.
“I Sindaci – racconta Schillaci – hanno già la facoltà e in alcuni casi (come l’annotazione di riconoscimento successivo o la correzione di errori materiali) l’obbligo di notificare gli atti alla Procura”.
È una guerra di parole quella contro le registrazioni dei figli delle coppie omogenitoriali nei comuni d’Italia. Una crociata che parte dalla frase del ministro della Famiglia e della Disabilità, Lorenzo Fontana (“per me le famiglie arcobaleno non esistono”) e che cerca di farsi corpo con cinque esposti alle Procure della Repubblica e un disegno di legge
Resta il ddl firmato anche dalla senatrice Isabella Rauti per la quale: “Due padri e due madri non possono e non devono adottare un bambino”. La proposta vuole cancellare le trascrizioni dei bambini nati all’estero e l’iscrizione dei bambini nati “in costanza di rapporto tra soggetti dello stesso sesso”. Si tratta di un articolo unico, suddiviso in tre comma. Il primo vieta la trascrizione degli atti di nascita: viola dunque la protezione del minore. “L’art.8 della legge 40 – spiega Schillaci – dichiara che chi nasce con pma è figlio della “coppia” che lo ha messo al mondo. Per la legge italiana, dunque, chi ha messo al mondo un bambino con pma deve esserne genitore. Il genitore che abbia voluto mettere al mondo un bambino con tale pratica non può cambiare idea e lo status del bambino è dunque irrevocabile. Tale norma venne pensata, come sottolineato dalla stessa Corte costituzionale, proprio per tutelare i minori concepiti all’estero mediante il ricorso a tecniche non consentite”. Ma non solo: il primo comma violerebbe il diritto del minore a conservare lo status legittimamente acquisito all’estero e violerebbe la libertà di circolazione del minore. Una legge che renderebbe il bambino che attraversa il confine italiano orfano. Italiano sì, ma orfano in un tempo in cui negli occhi e nelle orecchie abbiamo le immagini dei bambini strappati dai loro genitori al confine con il Messico.
La legge, inoltre, sarebbe applicata anche ai figli delle coppie eterosessuali nati all’estero da tecniche non consentite: “Colpisce chiunque indistintamente – specifica il legale di Famiglie Arcobaleno – va contro la giurisprudenza sull’eterologa, va contro la giurisprudenza della Corte europea dei diritti dell’uomo, e viola la convenzione di New York del 1989”.
Tutto è bugiardo in questa storia, a cominciare dai nomi che gli oppositori anti lgbt danno alle cose. In quella confusione continua tra iscrizione anagrafica dei bambini nati in Italia e trascrizione di atti di nascita esteri, passando all’allarme della maternità surrogata, che come un fiume carsico riemerge e prende il nome di “utero in affitto”
Gli altri due comma, invece, hanno lo scopo di inchiodare alla responsabilità genitoriale soltanto il genitore biologico: “Violando così il diritto alla vita famigliare del minore secondo i parametri della Cedu”. La legge di stato diventa una ‘legge speciale’, una norma esclusiva per le coppie omosessuali. Discrimina il minore che viene trattato diversamente rispetto al minore di una coppia eterosessuale e viola, così, il diritto alla vita familiare delle coppie omosessuali riconosciuto dalla giurisprudenza.
Tutto è bugiardo in questa storia, a cominciare dai nomi che gli oppositori anti lgbt danno alle cose. In quella confusione continua tra iscrizione anagrafica dei bambini nati in Italia e trascrizione di atti di nascita esteri, passando all’allarme della maternità surrogata, che come un fiume carsico riemerge e prende il nome di “utero in affitto”. I bambini arcobaleno iscritti all’anagrafe, ad esempio, sono nati in Italia da coppie di mamme arcobaleno a seguito di tecniche di fecondazione eterologa e non “utero in affitto”. È una guerra di parole. Non sporca, lercia. Alimenta la paura, aggredisce i deboli, distrae dal mondo intorno e inchioda a una campagna elettorale eterna.