Diciamolo: gli italiani hanno il gusto del drammatico e tendono a esagerare un filino i loro dolori. Il mondo, d’altro canto, in cui siamo immersi, sembra filtrare tutte le notizie positive e presentarci solo quelle negative. Per cui su Facebook vengono applaudite le persone che, con grande verve, dichiarano “io non mi arrendo!” come se la vita fosse una lotta pazzesca contro un mostro che ha tutte le carte per batterci.
Una notizia per te: non hai assolutamente bisogno di arrenderti. Sarebbe come entrare in un ristorante e fare partire il cronometro, dicendo: “Ho solo un quarto d’ora per mangiare, poi mi buttano fuori!” Non è vero. Puoi prenderti con calma anche il dolce e il caffè. Certo, li devi pagare, ma è l’unica cosa che ti chiede la vita: pagare volentieri il prezzo di una vita al massimo, di un sogno raggiunto, di un obiettivo ambizioso.
Invece ti hanno convinto che arrendersi sia la normalità e che i pochi – spesso considerati degli illusi – che ancora non lo fanno, dovranno prima o poi cedere. E invece la vita non chiede di arrenderti perché non ce n’è bisogno, anzi: viviamo oggi in un mondo in cui puoi guadagnare un ottimo stipendio stando a casa con un computer e facendo quello che ti piace. Certo, ci vuole tempo, studio, dedizione – il famoso prezzo da pagare – ma lo stanno facendo in milioni di persone. La maggior parte dei software anche professionali oggi esistenti sono a costo pressoché zero. Non devi essere una multinazionale per permetterti Canva e disegnare in modo professionale i tuoi post o le tue brochure. Ci sono così tante opportunità di business in un mondo iperconnesso, personalizzato e globale che i freelance o le piccolissime aziende rischiano molto meno di una multinazionale standardizzata ed elefantiaca.
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