«Sì, si muore di meno ma si attacca lo stesso». «Ma si cura, dai, quanto siete anni Ottanta». «Questa è roba da froci, immigrati, tossici, emarginati, che ce frega a noi». In occasionde della Giornata mondiale contro l’Aids, l’Osservatorio AiDS, Aids Diritti Salute, insieme a Friends of the Global Fund Europe, e in collaborazione con Aidos – Associazione Italiana Donne per lo Sviluppo e Bluestocking, presenta un video sugli stereotipi più comuni e sul ruolo del Fondo Globale per sconfiggere la malattia.
«Sì, si muore di meno ma si attacca lo stesso». «Ma si cura, dai, quanto siete anni Ottanta». «Questa è roba da froci, immigrati, tossici, emarginati, che ce frega a noi»
L’Italia, sebbene l’incidenza di Aids sia in lieve costante diminuzione negli ultimi tre anni, è il secondo Paese per incidenza fra quelli dell’Europa occidentale. In Italia circa il 40% dei casi è diagnosticato tardi, diversi anni dopo il contagio. In questo modo la circolazione dell’infezione nella popolazione è alta. Non a caso i nuovi diagnosticati nel nostro Paese sono ancora circa 4mila all’anno, una cifra che si fa fatica a far diminuire. Nel mondo la cifra sale a 2 milioni.
Il Fondo Globale, partenariato fra governi, società civile e settore privato, dal 2002 sostiene programmi gestiti da esperti locali nei Paesi e nelle comunità più bisognose, con un investimento di circa 4 miliardi di dollari all’anno per porre fine non solo all’Aids, ma anche a tubercolosi e malaria. L’Italia è tra i maggiori contribuenti del fondo e nel mese di ottobre 2019 sarà chiamata a pronunciare il proprio impegno finanziario per il triennio 2020- 2022.