William Burroughs: “La nascita e la morte? Sono solo uno sporco trucco”

Il lato più ferocemente surrealista del maestro della Beat Generation. In “Interviste” (Il Saggiatore) Burroughs si discolpa dall’accusa di essere un pornografo. E spiega come smascherare l’inganno del potere

Curata dal critico Sylvère Lotringer e ora per la prima volta pubblicata in Italia, la raccolta delle Interviste di William Burroughs è una vera e propria controstoria privata del secondo Novecento americano, raccontata in presa diretta dalla viva voce di uno dei suoi più provocatori protagonisti: dalle conversazioni con i sodali di sempre Allen Ginsberg, Gregory Corso e Brion Gysin agli incontri memorabili con David Bowie, Tennessee Williams, Christopher Isherwood e Patti Smith, dall’analisi delle proteste del Sessantotto alle prese di posizione di fronte all’esplodere dell’epidemia dell’Aids, dalle rivelazioni sulle proprie tecniche di scrittura alla confessione delle paure per il futuro.

William Burroughs (St. Louis, 1914 – Lawrence, 1997) è stato uno dei più visionari scrittori del secondo Novecento americano, ispiratore e anima, insieme ad Allen Ginsberg e Jack Kerouac, della Beat Generation. Tra le sue numerose opere, ricordiamo La scimmia sulla schiena (Rizzoli, 1998), Pasto nudo (Adelphi, 2006) e I ragazzi selvaggi (Adelphi, 2015). Il Saggiatore ha pubblicato nel 2016 la biografia di Barry Miles Io sono Burroughs.

Un estratto da Interviste di William Burroughs (Il Saggiatore)

New York, 1966

Jaguar Magazine: L’hanno accusata di essere contro l’establishment, e molti dei suoi critici leggono «messaggi» in gran parte di ciò che il lettore medio trova semplicemente molto erotico. Mi riferisco in particolare alla scena piuttosto violenta (1) che si potrebbe senza alcuna difficoltà rileggere come una forma di protesta sociale, forse contro la pena di morte.

William Burroughs: È un pamphlet contro la pena di morte alla maniera di Una modesta proposta di Swift. Ho semplicemente portato una formula alle sue estreme conseguenze. Sembra che alcuni l’abbiano capito. In Inghilterra, la pubblicazione di Pasto nudo è praticamente coincisa con l’abolizione della pena di morte. Il libro, senza dubbio, ha avuto un certo effetto.

Stanley Edgar Hyman ha attaccato Pasto nudo qualificando quella sezione come puro e semplice hardcore. Come si spiega che un critico letterario tanto raffinato abbia interpretato quel passo come pornografia?

Non conosco il signor… Com’è che si chiama?

Stanley Edgar Hyman.

[Ridacchia] Non conosco il signor Hyman, quindi non so proprio quali siano state le sue reazioni emotive. Nel mondo occidentale c’è così tanta gente che si sente offesa da qualunque testo in cui si parli con franchezza di questioni sessuali.

Lei rivendica che l’uso di droghe e la sperimentazione di pratiche sessuali in gran parte illegali in America servano a sviluppare la propria personalità?

Penso che gli oppiacei – intendo l’oppio e tutti i suoi derivati, come la morfina, l’eroina, il pantopon ecc. – siano piuttosto inutili per qualsiasi genere di attività creativa, per quanto possano magari servire per i lavori di routine. Molti dei lavori pesanti, in Estremo Oriente, sono fatti da persone dipendenti dall’oppio. D’altro canto, le droghe che dilatano la coscienza – gli allucinogeni come la cannabis, la mescalina, l’Lsd, la psilocibina – sono utili a uno scrittore solo fino a un certo punto. Certo, aprono aree psichiche che altrimenti non gli sarebbero accessibili, ma una volte che queste aree sono state aperte e che lo scrittore le ha raggiunte, lui può tornarci anche in seguito senza la droga. Quindi, non sosterrei mai che qualcuno debba farne un uso regolare o abituale.

Nell’introduzione, lei afferma che Pasto nudoriguarda l’«algebra del bisogno» e la roba è «il marchio distintivo del monopolio e della possessione». Con questo sembra sottintendere che il tossico rappresenti tutti coloro che vivono in un’economia in cui il potere è centralizzato e monopolistico. È così?

Be’, quando dico «algebra del bisogno» intendo semplicemente che, dati alcuni fattori noti in un’equazione, se l’equazione comprende una situazione di bisogno estremo – qualsiasi forma di bisogno –, puoi prevederne i risultati. Lascia un tossico in astinenza nel retro di un drugstore e c’è un solo risultato possibile. Lo stesso si può dire di chiunque si trovi in uno stato di fame estrema, di paura estrema ecc. Più estremo è il bisogno, più prevedibile diventa il comportamento finché non si raggiunge la certezza matematica.

In Pasto nudo, mescolando autobiografia, satira e fantasy, ha confuso alcuni lettori che non riuscivano a distinguere che cosa è reale e che cosa non lo è. Nei suoi libri più recenti, invece di tornare a qualcosa di più normale, si serve di tecniche anche più radicali, come il cut-up, in cui taglia le pagine a pezzi e le riassembla, creando quello che a prima vista sembra un caos. I lettori dicono che è incomprensibile e che non riescono a leggerlo.

Se uno scrittore non si sforza di dilatare e modificare la propria coscienza e quella dei suoi lettori, non combina molto. Sono proprio le parole, le sequenze di parole, le sequenze di parole e immagini, e le associazioni connesse a quelle sequenze di parole e immagini nel cervello, che ti ancorano al presente, proprio qui dove ci troviamo adesso.

I posti che i suoi personaggi visitano nel libro non esistono sul pianeta Terra: posti come Interzona, Slotless City, Cut City, i Forni Nova, Minraud, Bucodelculodelbabbuino Superiore. Io però, e molte persone con cui ho parlato ne sono convinte, ho avuto l’impressione che, diversamente da quanto accade in altri libri fantasy, esistessero davvero. Ha mai visitato questi posti usando droghe che dilatano la coscienza?

Sì, molti li ho visti usando lo yage, la droga telepatica sudamericana. Tanti dei più sgradevoli, invece, li ho visti con la N-dimetiltriptammina, Minraud con la mescalina. Tutti questi posti, però, hanno origini reali. Interzona ricalca molto la Tangeri dei vecchi tempi, quando era una città internazionale: era un’interzona, non un paese. Le scene nella giungla vengono dalle mie esplorazioni sudamericane. Bucodelculodelbabbuino Superiore è di fatto Babanasa Superiore.

In tutti i suoi libri fa continui riferimenti al «trucco Orgasmo Morte», che è una truffa creata dalla Nova Mob, criminali interstellari che hanno invaso la Terra e restano invisibili, così noi non sappiamo dove sono. Che cos’è il Trucco della Morte Orgasmica?

È solo uno dei loro tanti imbrogli. Vede, in genere, loro, come i prestigiatori, non vogliono che la gente veda come funzionano i loro trucchi. Il Trucco della Morte Orgasmica è piuttosto complicato. Lo si potrebbe definire l’intero ciclo nascita-morte, convincendo la gente che nascita e morte sono realtà.

La lamentela più frequente riguardo ai suoi libri è che sono disgustosi. Come reagisce a questa lamentela?

Be’, «disgustoso» non è riferito ai libri ma alla reazione soggettiva della persona che fa la lamentela. Di per sé, a mio parere, niente è disgustoso. Queste parole, «disgustoso», «schifoso» ecc. ci hanno impedito di intraprendere qualsiasi sperimentazione scientifica in ambito sessuale. Quanti progressi farebbero i fisici, se una scoperta fosse descritta come disgustosa («La tua formula è schifosa e disgustosa»)? Non molti.

Lei è stato dipendente dagli oppiacei per quindici anni, e ormai sono sette anni che ne è fuori. Le andrebbe di spiegare com’è diventato un tossicodipendente?

La dipendenza è una malattia dovuta all’esposizione. Tra i medici e le infermiere, per esempio, c’è un alto tasso di dipendenza. Io mi sono fatto una dose di morfina, mi è piaciuta, e alla fine sono diventato dipendente. Ci vuole un po’ di tempo. La prima volta io ci ho messo tre mesi. L’assurdità che si diventi dipendenti con una dose non ha alcun senso dal punto di vista medico.

Ma non eravate consapevoli dei rischi della dipendenza?

Sì, l’Agenzia federale narcotici offre un pessimo servizio, diffondendo un sacco di informazioni false. La maggior parte di quello che dicono è una tale assurdità che io non gli ho creduto riguardo alla dipendenza. Pensavo di poter cominciare e smettere da solo. Per esempio, ti dicono che la marijuana è una droga pericolosa, che dà assuefazione, ma non è così. Sostengono che si diventi dipendenti dagli oppiacei con una dose, ma non è possibile. Sopravvalutano gli effetti fisici negativi, e simili. Così, molte persone semplicemente non credono più a niente di quello che dicono. Quando precisavo che è una malattia dovuta all’esposizione, intendevo dire che la gente prenderà qualunque cosa la tiri un po’ su, non importa se è alcol o cocaina o le droghe che dilatano la coscienza o gli oppiacei. In Iran, fino a poco tempo fa, vendevano legalmente l’oppio nei negozi, e avevano tre milioni di tossicodipendenti su una popolazione di quindici milioni. Non credo che tutti quanti cercassero di fuggire dai propri «complessi» o cose del genere. Erano semplicemente esposti alla droga.

Un’ultima domanda. I suoi libri affermano senza mezzi termini che tutti «i comitati, i sindacati e i governi della Terra» sono sotto il controllo della Banda Nova, che li ha sedotti facendoli diventare «dipendenti dal potere», e secondo lei la «dipendenza dal potere» è la forma di dipendenza peggiore. Quali sono i moventi della Banda Nova? E che cosa possiamo fare noi?

La Banda Nova non ha moventi, nel senso che intendiamo noi. «Il sesso è profondamente disgustoso per un essere come me, di origini minerali» come ha detto una volta il capo della Banda Nova, Mr. Bradley-Mr. Martin.

A proposito, perché il capo è una persona con due nomi?

Mr. Bradley-Mr. Martin è due persone perché è una dichiarazione dell’impasse dell’universo dualistico che ha creato, che hanno creato. Penso che ogni universo dualistico finisca in Nova. Mr. Bradley-Mr. Martin è una specie di dio, un dio della stupidità, della vigliaccheria, della bruttezza… lo spirito della nostra epoca. Quanto a quel che possiamo fare, non ho proposte politiche. Penso che la politica faccia la sua comparsa quando le cose si sono già irrimediabilmente deteriorate. Non appena hai un problema, è già insolubile. Queste cose non sarebbero mai dovute accadere, non bisognava permetterlo. Ho visto villaggi, in Sudamerica, senza l’ombra di un poliziotto. Poi arrivano gli sbirri, e gli ispettori sanitari, e prima che tu te ne accorga hanno già tutti i problemi del mondo – criminalità, delinquenza giovanile, tutto quanto –, proprio come noi. Io non ho messaggi da dare ai politici mondiali. Sono tutti completamente dipendenti dalla verbalizzazione promiscua, e io sono abbastanza sicuro che non avrebbero il minimo interesse a sentir parlare di cut-up e geroglifici, figuriamoci del silenzio.

1 L’episodio cui si riferisce l’intervistatore è nella sezione «La festa annuale di A.J.» in Pasto nudo.

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