Primarie USAIl sorpasso di Elizabeth Warren, la candidata anti-lobby che piace a giovani e liberal

Da giugno la senatrice del Massachusetts è cresciuta del 7% nei sondaggi e oggi guida le preferenze di voto in Iowa davanti a Joe Biden. Il suo segreto? Ringraziare i piccoli donatori al telefono

Scott Eisen / GETTY IMAGES NORTH AMERICA / AFP

È appena iniziato ottobre e in Usa il pensiero va al prossimo dibattito dei candidati democratici per la Casa Bianca. Fino ad ora dodici sono coloro che hanno già dimostrato di avere i requisiti richiesti e si tratta di: ​​Joe Biden, Cory Booker, Pete Buttigieg, Julián Castro, Tulsi Gabbard, Kamala Harris, Amy Klobuchar, Beto O’Rourke, Bernie Sanders, Tom Steyer, Elizabeth Warren e Andrew Yang. Il Democratic National Committee ha intenzione di far parlare tutti insieme in un’unica serata ospitata da CNN e dal New York Times in una città ancora non individuate dell’Ohio, martedì 15 ottobre.

Anche in quell’occasione i riflettori saranno puntati su Elizabeth Warren, soprattutto dopo la notizia del sondaggio relativo all’Iowa, condotto tra il 14 e il 18 settembre, che la vede in testa con il 22% delle preferenze, davanti a Joe Biden, fermo al 20%. Lo studio CNN Des Moines Register Mediacom ha rilevato che la senatrice del Massachusetts ha guadagnato ben 7 punti dal mese di giugno, Sanders fermo all’11% e Buttigieg al 9% hanno ceduto qualcosa, mentre non varia la performance di Kamala Harris, che è però ferma al 6%. Warren ha il sostegno del 32% di coloro che nel 2016 scelsero Bernie Sanders e solo un quarto di chi fece quella scelta oggi la confermerebbe. Inoltre, ha il 48% del supporto di chi si definisce molto liberale e, per la prima, volta supera Sanders anche tra gli elettori con meno di 35 anni. Tuttavia in Iowa l’elettorato preferisce scegliere un candidato in grado di battere Trump, nel 63% dei casi, rispetto a uno del quale si condividono le opinioni su questioni importanti, opzione quest’ultima scelta dal 31% del campione.

Warren ha sempre puntato il dito contro le lobby, contro Wall Street e la sua storia personale ha reso credibile il suo messaggio e coerente il suo impegno politico

Già a gennaio David Axelrod aveva scritto un lungo editoriale per la CNN per evidenziare la forza della candidatura della Warren. La senatrice ha fatto sua la battaglia contro le disuguaglianze accelerate dalla combinazione tra tecnologia e globalizzazione, disuguaglianze che hanno visto arricchirsi alcuni gruppi sociali a discapito di altri, per i quali non sembrano esserci opportunità. Warren ha sempre puntato il dito contro le lobby, contro Wall Street e la sua storia personale ha reso credibile il suo messaggio e coerente il suo impegno politico, declinato ad esempio nel libro “la trappola dei due redditi” del 2004. La senatrice del Massachusetts sta anche provando a risultare più autentica ed empatica. Su Twitter, tra una dichiarazione e l’altra, la si vede ringraziare al telefono chi fa donazioni per la sua campagna, Lucas e Janhavi dall’Arizona, Maura da New York City.

“Dona tre dollari o ciò che vuoi e potrei chiamarti semplicemente per dirti grazie”, scrive Warren su Twitter, evidenziando come la sua campagna sia finanziata da piccoli donatori e non da ricche lobby e che quindi sia anche essa coerente con il suo messaggio politico

“Ciao Joe, sono Elizabeth Warren.” “Ma smettila!” “No, è vero. Sono in Carolina del Sud, al Waffle House, poco prima di andare al municipio, ma ho pensato di usare questo tempo per ringraziarti per essere parte della nostra campagna. Mi hai aiutato a rendere questo viaggio possibile!” “Grazie per la candidatura.” “Noi dobbiamo essere in questa battaglia e dobbiamo farlo dal basso, perché è così che funziona. Sappiamo cosa non funziona, sappiamo come sistemarlo e costruiamo questo movimento dal basso per far accadere ciò. Facendo una donazione, tu ne fai parte e volevo che lo sentissi dire da me. Grazie Joe, lo apprezzo molto. Stammi bene.” “Lo farò.” “Grazie. Ciao.” È una delle conversazioni pubblicate su Twitter dalla candidata democratica, che sottolinea l’importanza di chiamare quasi uno per uno coloro che fanno una donazione e quelli che dimostrano di essere al suo fianco nella lunga corsa verso la Casa Bianca. “Dona tre dollari o ciò che vuoi e potrei chiamarti semplicemente per dirti grazie”, scrive sul social dai 280 caratteri, a evidenziare ulteriormente che la sua campagna è finanziata da piccoli donatori e non da ricche lobby e che quindi è anche essa coerente con il suo messaggio politico.

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