Emilia rossaViaggi premio in Russia e a Hong Kong per Pepponi leghisti e grillini cinesi

La campagna elettorale in Emilia ha dato il via a una martellante propaganda populista firmata Lega e Cinque Stelle. Ecco, sarebbe bene che si rendessero conto davvero dei modelli a cui si stanno ispirando

Tiziana FABI / AFP

Non sono ancora tanto vecchio da meritare un’intervista di Antonio Gnoli su Robinson, ma lo sono abbastanza per ricordare l’Emilia rossa: non quella immaginaria della propaganda leghista, quella vera del dopoguerra di Peppone e don Camillo, dove la sera si andava alla Casa del Popolo e quando nasceva un figlio lo si battezzava Libero Lenin. Mio nonno era di Carpi, emigrato a Torino per lavorare nell’industria dell’auto a fianco di Vincenzo Lancia, aveva vissuto il biennio rosso e di sicuro non amava i comunisti, anzi i “trinariciuti” come li chiamava Guareschi.

Di Carpi era anche Renato Crotti, classe 1921, industriale tessile, tra i principali artefici del miracolo economico che ha fatto della cittadina modenese la capitale mondiale della maglieria, con un reddito pro-capite tra i più alti d’Italia. Negli anni Sessanta diventò famoso come “tour operator” della libertà: organizzava viaggi gratuiti in pullman nei Paesi del socialismo reale, ai quali invitava lavoratori, sindacalisti, sindaci e parlamentari (comunisti e non), per fargli toccare con mano la dura realtà dei regimi a economia pianificata.

E di ritorno da quelle “tavole rotonde ambulanti”, così definite dalla stampa dell’epoca, qualcuno apriva davvero gli occhi e stracciava la tessera del Pci. Tanto che a un certo punto le autorità sovietiche (d’accordo, forse, con l’allora segretario di Botteghe Oscure, Luigi Longo), rifiutarono il visto d’ingresso ai “turisti” emiliani col fazzoletto rosso.

Crotti se n’è andato quattro anni fa, nel febbraio 2015. Ha fatto in tempo a vedere il tracollo del comunismo, ma non l’ascesa dei populisti. Peccato, perché Dio sa quanto ci servirebbe gente come lui. Adesso in Russia bisognerebbe mandarci gli agit-prop del Capitano, a vedere il paradiso in terra dell’amico Putin dove non circola l’odiato euro, non vedi in giro un solo immigrato africano e i giornalisti che fanno troppe domande vengono accidentalmente spinti giù dai balconi.

Rispetto ai tempi di Crotti, viaggiare è più facile e a buon mercato, abbiamo i Flixbus, i voli low cost e i B&B. E si può spaziare da Mosca a Novosibirsk, perché mica vorremo limitarci ai quartieri alti: mai trascurare le periferie. Lì i pensionati di Mirandola infuriati contro la legge Fornero avranno modo di intrattenersi con i loro omologhi siberiani, che grazie alla riforma di Vladimir saranno costretti a lavorare fino a 65 anni, e i più non ci arriveranno nemmeno visto che l’aspettativa di vita per gli uomini, da quelle parti, si aggira sui 67.

Ma la Russia, come destinazione, non basta più. La nostra agenzia viaggi antipopulista dovrebbe programmare anche trasferte a Hong Kong per i sodali di Grillo e Di Maio

Se poi nel frattempo si ammalano, gli tocca pure passare una mazzetta di rubli al medico o all’infermiere, perché la corruzione è spesso l’unico modo per ottenere cure e medicine. E il Peppone salviniano che inveisce contro le élite di sinistra col rolex e le banche che affamano la gente scoprirà che quasi 21 milioni di russi (14 su cento, contro il 7 per cento dell’Italia) vivono al di sotto della soglia di povertà, e che il patrimonio di meno di cento miliardari russi supera i risparmi di tutta la popolazione. Sconto speciale per i negozianti di Vicenza imbufaliti per le “sardine” in centro nei giorni prenatalizi: vedranno che a Mosca nessuno disturba lo shopping, chi protesta pacificamente finisce dritto in galera.

Ma la Russia, come destinazione, non basta più. La nostra agenzia viaggi antipopulista dovrebbe programmare anche trasferte a Hong Kong per i sodali di Grillo e Di Maio, quelli che vanno a pranzo e a cena con l’ambasciatore cinese e “non vogliono interferire nelle questioni di altri Paesi”. Laggiù, nell’ex-colonia britannica, non ventisettemila attivisti online ma tre milioni di cittadini hanno votato contro “mister Ping” e la brutalità della polizia che spara pallottole vere sui manifestanti.

Si sono mobilitati in difesa della democrazia liberale e rappresentativa, quel malinconico rottame novecentesco di cui Casaleggio auspica l’estinzione. Abbiamo già pronto lo slogan per la campagna: “Scopri la Via della Seta: volo e soggiorno gratis al Politecnico di Hong Kong per gli iscritti alla piattaforma Rousseau! Inclusi sacco a pelo e maschera antigas”.

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