Perché Sanremo è SanremoFiorello contro Tiziano Ferro, Bugo contro Morgan: il Festivàl dei buoni sentimenti è diventato un ring

I primi due litigano, poi fanno pace e cantano insieme “Finalmente tu”. L’ex Bluvertigo invece cambia a sorpresa il testo senza preavviso e si ritrova sul palco da solo. Nessuno si lamenterebbe se la finale si aprisse con l’orchestra che suona “Eye of the Tiger”

Non avevamo capito niente. Dopo la gragnuola di polemiche scatenatasi sulla collottola di Amadeus alla vigilia della kermesse per via delle presenze femminili «ovviamente molto belle», la quarta e penultima serata del Festival di Sanremo, con un plot twist che manco Shyamalan, incorona le tre vere e uniche prime donne di questa settantesima edizione: Fiorello, Tiziano Ferro e Morgan. Il primo dà il buongiorno al cantante di Latina, reo di aver bonariamente lanciato in diretta nazionale l’hashtag #FiorelloStatteZitto, rilasciando a Selvaggia Lucarelli un’intervista al vetriolo in cui straparla di campagna d’odio, cyberbullismo e Twitter che uccide. A riprova del fatto che Tiziano avesse le sue ragioni a volerlo silente. Ferro, invece di rilanciare, si prostra sui social scusandosi fino allo sfinimento per la les(s)a maestà. E poi c’è Morgan che conclude in diretta il proprio auto-sabotaggio regalandosi una squalifica immediata grazie a un atroce siparietto, un instant scult che entra di prepotenza e diritto nella storia del Festivàl. Ma andiamo con ordine.

Se le due prime donne, Fiorello e Tiziano, a telecamere accese fingono di dimenticare gli attriti cantando insieme Finalmente Tu con tanto di limone – a sorpresa, crediamoci – sul finale del pezzo, Marco Castoldi in arte Morgan scippa loro la corona della passivo-aggressività cambiando – a sorpresa, stavolta davvero – la prima strofa del testo di Sincero, il brano che lo vede partecipare a questo Festivàl in featuring con Bugo e già immeritatamente ultimissimo fin dalla prima sera. Le parole sostituite, scritte su foglietti volanti, apparentemente elencherebbero le mancanze del collega di palco, in una sequela di accuse e frecciatine che sembrano la trascrizione di ciò che Fiorello avrebbe voluto dire davvero a Tiziano nel corso della serata: «La tua brutta figura di ieri sera, la maleducazione, rispetta chi ti ha portato su questo palco». Si vocifera però che i sopracitati strali facessero parte, testuali, di un messaggio che Bugo avrebbe mandato a Castoldi nell’arco della giornata.

In ogni caso il fatto che Morgan abbia deciso di inserirle in apertura della performance è risultato un attacco a muso duro, al termine del quale Bugo abbandona l’Ariston interrompendo in modo sacrosanto l’esibizione e, con ogni probabilità, anche la carriera dell’ex Bluvertigo. Da come era iniziato, questo pareva essere il Festivàl dell’amicizia (si veda la Valtur bromance Fiorello-Amadeus) e dei buoni sentimenti. Invece, colpo di scena, si sta per chiudere con una serenità da Celebrity Death Match. Anzi, rilanciamo: nessuno si lamenterebbe se la finale si aprisse con l’orchestra che suona Eye of the Tiger e la scenografia dell’Ariston riadattata a mo’ di ring. All’angolo destro Morgan, a quello sinistro Bugo e il resto del mondo.

Purtuttavia, c’è una competizione in atto e, grazie ai voti della sala stampa, la quarta serata del Festivàl ci regala una classifica provvisoria per la prima volta dotata di senso. Sul gradino più alto del podio Diodato col suo carisma da platessa e un brano, Fai Rumore, pronto a piazzarsi in vetta alla kermesse. Secondo come fosse Antani Francesco Gabbani grazie a Viceversa, una gigionata con scappellamento a destra che riesce nell’impresa di arruffianarsi un po’ tutti. Terzi invece i Pinguini Tattici Nucleari con la loro Ringo Starr che è la nuova vecchia che balla e va bene così. Seguono senza infamia né lode gli altri 22, tra cui spicca un Piero Pelù in gran spolvero sulle note di Gigante, praticamente la sigla di un cartone animato anni Novanta ma non la canta Cristina D’Avena. Restano in agguato anche la classe di Tosca con la vendetta del Terzo Fuochista, pardon, con Ho amato tutto e Le Vibrazioni la cui partecipazione alla gara continua a essere apprezzata senza una ragione precisa. Fanalini di coda l’atroce Elettra Lamborghini e quasi tutti gli ex Amici di Maria, mentre Achille Lauro infesta attualmente la top 10 seppur fischiato dal pubblico dell’Ariston che non è proprio quello del Lucca Comics.

Tre nuove prime donne a sorpresa, un’altamente probabile pietra tombale sulla carriera già stiracchiatissima di Marco Castoldi in arte Morgan, Francesca Sofia Novello incapace perfino di leggere la classifica finale e un’ora di #Twitterdown che ha costretto tutti a guardare veramente il Festivàl per la prima volta dall’avvento dei social. L’immediata conseguenza? Un’amara scoperta: Tiziano Ferro, che potendo fare un passo indietro a questo Sanremo non parteciperebbe nemmeno se glielo chiedesse il Santo Padre Massimo Ranieri, stona. Sempre. Non solo su Mia Martini. Insomma, nonostante ogni serata duri quanto il Mesozoico, mossa acchiappa-share ma davvero irrispettosa nei confronti degli artisti, del pubblico a casa e dei ritmi televisivi in generale, in questo Festivàl c’è tutto. E fra qualche ora, probabilmente alle prime luci dell’alba – non Parietti – ci sarà pure un vincitore.

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