Durante la quarantena, oltre a lievito e farina, sono state le serie tv ad aver occupato la maggior parte del nostro tempo al punto che Espn, emittente televisiva statunitense, ha deciso di anticipare l’uscita di quello che si annunciava essere il documentario più atteso dell’anno: ‘The Last Dance’. Una monografia su Michael Jordan prodotta con girati originali della stagione 1997-98 e suddivisa in 10 puntate, uscite scaglionate a due a due ogni settimana dal 19 aprile negli USA e che 24 ore più tardi erano già disponibili in Italia. Conosciuto con le sue iniziali M.J., l’ex cestista della Nba nel 1999 è stato nominato il “più grande atleta nord-americano del XX secolo” dallo stesso canale televisivo sportivo che con questa docu-serie ha realizzato il prodotto dell’anno.
Un mito che non ha lasciato indifferenti Maurizio Frau ed Elisabetta Filonzi, entrambi pastry chef residenti a Cagliari. Lui, autoctono della Sardegna, è stato nominato il miglior maître chocolatier italiano; lei, di origini marchigiane ma sarda adottiva per amore, è una modellista molto conosciuta e a differenza di molti colleghi non si limita al modelling avanzato: oltre alla pasta di zucchero, è abile nelle tecniche di lavorazione del cioccolato. Maurizio ed Elisabetta collaborano da 5 anni ed entrambi, essendo liberi professionisti e consulenti, si appoggiano in un laboratorio locale durante la fase creativa e pratica. Se in pieno lockdown hanno continuato a sfornare, nel loro caso modellare, pasticceria da design anche per occupare il tempo libero a disposizione, è bastato guardare la serie su Jordan per trovare l’intesa vincente sulla prossima scultura da realizzare. «Abbiamo voluto cavalcare l’onda e il grande seguito social di questo personaggio creando un contenuto virale per raggiungere un pubblico ampio», afferma Maurizio che non nasconde il suo lato nerd per il mondo del marketing. Sebbene in passato abbiano firmato insieme altri personaggi noti come i calciatori Nainggolan (che per fare gossip è cugino acquisito di Maurizio) o Barrella, con il campione di basket si sono davvero superati e in soli due giorni di lavoro la statua alta più di 1 metro è stata terminata. «Io mi sono occupata della parte alta, mentre Maurizio lavorava alla base. Il volto è stato il pezzo più difficile: come spesso avviene, mi sono ispirata a una caricatura non a una foto realistica perché osservare un viso cartonato aiuta a immaginare il risultato finale». Questi esercizi di stile, però, non sono pensati per essere mangiati. «Forse non tutti sanno che quando si partecipa a gare e a fiere internazionali di categoria quelle opere che noi pasticceri realizziamo sono giudicate dal punto di vista estetico. Sono ovviamente edibili ma vengono conservate o, laddove è possibile, il cioccolato viene in seguito sciolto per essere riutilizzato. Io concepisco il mio lavoro come quello di un artista: anche la mia è arte, o comunque un’opera artigianale, e alla fine va contemplata».
In attesa che Michael Jordan condivida la statua di Fabrizio ed Elisabetta sui propri canali Facebook e Instagram, il duo di pasticceri ha già in mente il prossimo personaggio: «Probabilmente Bobo Vieri. Durante questa quarantena ha dimostrato di essere un vero social addicted. Speriamo che almeno lui ci reposti!».