In principio furono gli Spaghetti alla Carbonara, era il 2008 e la felice intuizione di Rosario Scarpato di dedicare una Giornata ai piatti della tradizione italiana fu un successo immediato e fragoroso. I media di tutto il mondo ne parlarono, migliaia di ristoranti parteciparono e, conseguenza sorprendente, l’esportazione di guanciale subì un’impennata: nella buona parte dei ristoranti che proposero il piatto, durante la giornata celebrativa, i clienti pretesero che la carbonara, come non l’avevano mai mangiata, restasse in carta per sempre. Destino che, negli anni, vantarono un po’ tutti i piatti proposti.
Ecco, in sintesi, l’obiettivo dichiarato di celebrare, una volta l’anno, la “Giornata Internazionale delle Cucine Italiane” giunta quest’anno alla tredicesima edizione e in programma il prossimo 4 agosto con la proposta di un piatto antico: i “Cappelletti all’uso di Romagna”.
L’idea originaria è semplice e prende spunto da alcuni presupposti.
Il proponente, anzitutto, il network itchefs-GVCI (Gruppo Virtuale Cuochi Italiani), di cui abbiamo già accennato qui, che, nell’organizzazione di questa giornata coinvolge, in prima istanza, proprio i moltissimi ristoranti italiani all’estero gestiti da cuochi italiani espatriati. Questi ristoranti, però, non sono tutti uguali, anzi, la maggioranza di essi, lo sappiamo, purtroppo, propone una cucina molto lontana da quella originale. Tra loro, gli aderenti al GVCI, per l’appunto, nel comporre il loro menu, cercano, invece, di attenersi, rigorosamente, alle ricette tradizionali nel rispetto dell’autenticità di composizione e uso dei prodotti.
Altro presupposto la scelta dei piatti, perché, come ben sappiamo, la varietà territoriale delle ricette nel nostro Paese è immensa, infatti la Giornata si definisce delle Cucine Italiane, in quanto ogni piatto racconta una regione, perfino, a volte, una città, ed è un patrimonio unico, inestimabile.
Tradizionale e autentico non significano che la creatività tutta italica non sia considerata.
Così, negli anni protagonisti della giornata sono stati, tra gli altri, il pesto alla genovese, le tagliatelle al ragù bolognese, il risotto alla milanese, ma anche il tiramisù e la pizza. Negli ultimi due anni, invece, la giornata è stata dedicata a piatti d’autore e identitari: rispettivamente a una ricetta del compianto Maestro Gualtiero Marchesi (Insieme Armonico) e al piatto preferito da Leonardo da Vinci (La zuppa di ceci), in occasione delle celebrazioni del 500mo anniversario.
Venendo alla tredicesima edizione, la scelta del piatto ha un significato che va ad aggiungersi ai concetti già espressi nei 12 anni precedenti, infatti, quest’anno, ricorrendo il 200° anniversario della nascita di Pellegrino Artusi, la ricetta scelta “Cappelletti all’uso di Romagna” è tratta dal best seller del grande autore “Scienza in cucina e l’Arte di Mangiare bene”, il libro «che ha fatto per l’unificazione nazionale più di quanto non siano riusciti a fare i Promessi Sposi», come scrisse il grande antropologo Piero Camporesi.
Da qui anche il gemellaggio con l’istituzione dedicata ad Artusi (la giornata è organizzata in collaborazione con Casa Artusi), il quale, ritenuto il nume tutelare della cucina italiana di casa, per proprietà transitiva lo è anche della cucina italiana nel mondo. Quale cucina, infatti, portarono gli emigranti italiani con loro se non quella di casa? Proprio quella cucina “regionale” che Artusi aveva recuperato nella sua ‘Scienza’ fatta di tortellini alla bolognese, anolini alla parmigiana, tagliatelle all’uso di Romagna, risotto alla milanese, maccheroni alla napoletana, ravioli alla genovese, polpette e tanti altri piatti simili che poi riempirono i menu dei ristoranti italiani di tutto il mondo.
Ma l’edizione della giornata IDIC (International Day of Italian Cuisines) di quest’anno è speciale anche perché cade nel momento in cui la ristorazione italiana mondiale sta cercando di uscire dalla sua più grave crisi di tutti i tempi. Per i ristoranti italiani autentici nel mondo e per i cuochi di cucina italiana, l’adesione alla Giornata diventa così una occasione unica per riaffermare la loro identità.
In conclusione è fondamentale, dunque, che anche i ristoranti di casa nostra come già per tutte le passate edizioni, partecipino numerosi, anche per stuzzicare la numerosa clientela straniera ad avere un motivo in più in questa estate per trascorrere le vacanze in Italia.
Ristoratori e cuochi possono unirsi alla IDIC 2020 inserendo nel loro menu, il 4 agosto, i “Cappelletti all’Uso di Romagna” secondo la ricetta di Pellegrino Artusi.
Per aderire si può compilare un modulo online o inviare una email a [email protected]