Non bastano i correttiviIl nostro vero problema è il bicameralismo perfetto, che con questa riforma peggiorerebbe

Chi conosce il lavoro delle assemblee sa che la lunghezza dei tempi e l’inefficienza dipendono dai continui rimandi da una camera all’altra, non dal numero dei parlamentari. Con la vittoria del Sì l’ostruzionismo rimarrebbe un’arma impregiudicata. Perché oggi bastano 50 deputati per paralizzare per settimane i lavori

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Il taglio dei parlamentari (che non mi vede in assoluto contrario) deve essere la conseguenza di una riforma, non La Riforma in sé. Perché fare una riforma su un principio matematico e condita dalla stucchevole litania sui risparmi (per altro risibili, si tratta del costo di un caffè all’anno per ogni italiano) soddisfa le spinte populiste e demagogiche di chi la propone ma non migliora in nulla i problemi di inefficienza dell’azione legislativa.

Se la cultura che sottiene un certo riformare è quella dell’uno vale uno, del tagliare i costi della democrazia, non della politica, allora non c’è da stupirsi che domani qualcuno possa dire che la sanità costa troppo e decida di chiudere ospedali o ridurre medici, oppure che sia la sicurezza a costare troppo disponendo un taglio a caserme e personale di polizia.

Tutti sanno che il nostro vero problema è il bicameralismo perfetto che con questa riforma, e soprattutto con i correttivi che si vorrebbero apportare per attenuarne l’impatto, peggiorerebbe. Aggiungere al taglio orizzontale dei parlamentari l’eliminazione per il Senato dell’elezione su base regionale e la differenza che esiste con la Camera per l’elettorato attivo e passivo produce due camere elette allo stesso modo, dalla medesima base elettorale e che fanno le medesime cose. Una follia!

Non meno ingannevole è la storia del numero spropositato di parlamentari che l’Italia avrebbe rispetto agli altri Paesi. È ovvio che il numero dei parlamentari è legato alla popolazione perché quello che conta, in Italia come ovunque, è che il parlamentare possa rappresentare un numero ragionevole di cittadini.

È del tutto evidente che se in Belgio ci sono 11 milioni di abitanti i parlamentari sono 210 o se gli abitanti dei Paesi Bassi sono 17 milioni i parlamentari sono 225. Quello che conta, ovunque andiate, è il rapporto tra abitanti e rappresentanti. Anche la presunta semplificazione e maggiore rapidità.

Sono evidenti falsità: chi conosce il lavoro delle assemblee sa perfettamente che la lunghezza dei tempi e, di solito, l’inefficienza del lavoro, dipendono dai continui rimandi da una camera all’altra e non certo dal numero dei parlamentari. Un esempio per tutti è l’ostruzionismo che con il taglio dei parlamentari rimarrebbe un’arma impregiudicata se è vero come è vero che oggi basta un gruppo di 50 deputati per paralizzare per settimane i lavori parlamentari.

Se mai, se davvero si volesse lavorare per il miglioramento della qualità e dei tempi del processo legislativo, si dovrebbe rimettere mano ai regolamenti parlamentari in un effettivo bilanciamento tra diritti di maggioranza e di opposizione, di Governo e Parlamento. Queste sono le riforme che cambierebbero davvero il sistema proprio perché aggredirebbero i problemi reali che il taglio lineare non risolve minimamente.

Ma i costi per la rappresentanza sono anche più pesanti basti pensare che in alcune regioni (Basilicata, Abruzzo, Umbria, Marche, perfino Liguria) si realizzerebbe una falcidia per la quale saranno rappresentati in Parlamento (in particolare per il Senato) solo partiti che supereranno il 15-20% inserendo uno sbarramento che di fatto non si è visto in nessun Paese al mondo.

E fa francamente sorridere chi sostiene che una legge elettorale proporzionale servirebbe ad attenuare i danni di questa assurda riforma. Intanto perché come tutti sanno la legge elettorale si approva a maggioranza semplice e quindi in qualsiasi momento qualunque maggioranza può cambiarla a suo piacimento, facendo rivivere subito le criticità da tutti denunciate; e poi perché l’attuale proposta di un proporzionale puro con sbarramento al 5% e con relativa disciplina per la raccolta di firme per la presentazione delle liste non eliminerebbe in nessun caso i danni di questa riforma dal punto di vista della rappresentanza ma anzi in alcuni casi li peggiorerebbe.

Se gli italiani potessero conoscere i danni che questa riforma produce sono sicuro che voterebbero no. Ed è per questo che si sta facendo di tutto per silenziare il dibattito ed è per questo che la nostra mobilitazione deve essere senza risparmio.