Fa’ la cosa giustaLe dieci ragioni de Linkiesta per votare No al referendum

Un taglio a casaccio del numero dei parlamentari può, se non contestualizzato in una riforma strutturale del nostro ordinamento, portare notevoli squilibri a livello istituzionale e vantaggi minimi

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1) La prima ragione è di principio: sulle regole fondamentali della democrazia non si fa una questione di prezzo e sui diritti di tutti non si fa economia.

2) La seconda ragione è democratica: non possiamo rischiare che chi vince una singola partita decida le regole e gli arbitri di tutto il campionato.

3) La terza ragione è istituzionale: come si scelgono Presidente della Repubblica, Corte costituzionale, Authority indipendenti dipende da numero e modalità di elezione dei parlamentari.

4) La quarta ragione è logica: l’equilibrio dei poteri costituzionali non può dipendere da una legge elettorale che qualunque maggioranza può cambiare.

5) La quinta ragione è pedagogica: non si cambiano la Costituzione, le istituzioni e l’equilibrio dei poteri con un taglio a casaccio, per pure ragioni di propaganda.

6) La sesta ragione è pratica: abbiamo visto i frutti di decenni di populismo anti-casta e di risentimento anti-politico. Davvero non ne abbiamo ancora abbastanza?

7) La settima ragione è precauzionale: se oggi tagliamo i deputati e i senatori per risparmiare un caffè l’anno, perché domani non dovremmo tagliare anche i gradi di giudizio?

8) L’ottava ragione è estetica: perché un’altra foto dell’esultanza grillina come quando gridarono di avere abolito la povertà dal balcone di Palazzo Chigi non vogliamo vederla.

9) La nona ragione è filosofica: perché il Parlamento, la Costituzione, le istituzioni, la politica sono cose nobili e serie, non si cambiano per un capriccio dei demagoghi.

10) La decima ragione è morale: perché una volta ogni tanto – non importa se si è di sinistra o di destra, moderati o radicali – bisogna anche fare, semplicemente, la cosa giusta.