«Ricomincio dalla famiglia», dice Felice Sgarra. Insieme con il gemello Riccardo e Roberto, lo chef pugliese è l’anima di Casa Sgarra. Siamo a Trani (Bt), una delle città più ferventi del nord barese. Felice Sgarra e i suoi fratelli ancora una volta ribaltano una potenziale crisi in opportunità, creando la loro idea di take away e delivery: Da Casa Sgarra a Casa tua.
L’idea di casa è al centro di tutto ciò che viene fatto al civico 114 del Lungomare Cristoforo Colombo. Per i fratelli Sgarra casa significa prima di tutto Puglia. Da questo dna nascono proposte come il Sushigliese (tonno, salmone, fragolino, spada in carpaccio con riso yuzu e lime), il Riso patate e cozze secondo Felice Sgarra o la Tempura di baccalà con gazpacho pugliese. Ma nella cucina di Casa Sgarra riecheggiano anche le esperienze professionali in Piemonte di Riccardo. Ed ecco nel menu disponibile anche per l’asporto la Tuma di Roccaverano DOP, un formaggio che in questa regione del Nord Italia si conosce sin dall’anno Mille.
«Casa Sgarra è la mia forza, è la forza di una storia di famiglia – spiega lo chef Felice – Negli ultimi anni pensavo di aver aperto le ali. Ma oggi sto volando davvero. L’ingrediente segreto? Il sacrificio, la temperanza, la parsimonia. Con Casa Sgarra io e i miei fratelli determiniamo il nostro credo: far bene fatto bene. Perché noi sappiamo fare e lo stiamo facendo. I risultati li otterremo in breve tempo. Io e la mia famiglia siamo qui, consapevoli di poter fare la differenza nel contesto mondiale della grande ristorazione». Insieme ai suoi fratelli, il vulcanico chef pugliese non teme le restrizioni. Ad ogni Dpcm il team ha saputo adeguarsi con prontezza e dedizione. Il loro mantra è prima di tutto «think positive», certi che dopo la paura, verrà la voglia di rinascere e festeggiare.
Intanto gli Sgarra Bros non si fermano. Insieme al menu take away e delivery (disponibile anche con formula da quattro portate a cinquanta euro a persona), sta per nascere la bakery di Casa Sgarra, con tutti i prodotti in carta disponibili per l’asporto. Immaginando il futuro Felice ha le idee chiare: «La differenza la farà la sartorialità. Il servizio è il vero snodo del futuro. Penso a Riccardo e Roberto, che creano l’attesa del mio piatto».