Cibo degli altri Lezioni americane. Pessime

Follie gastronomiche che gli abitanti degli Stati Uniti considerano bontà con cui viziarsi, cibi per cui accusano i canadesi di paternità, e altre stranezze a stelle e strisce che noi guardiamo con sufficienza

Sfogliando magazine online da tutto il mondo capita spesso di imbattersi in articoli che lasciano senza parole. Eppure…

È anche vero che quest’anno è durato circa 36 mesi e ne mancano ancora… boh, 12? Come se non bastasse, alle quattro del pomeriggio è già notte. Andare in letargo come gli orsi, ben avvoltolati in una coperta non è un’alternativa percorribile. Non abbiamo fatto abbastanza scorte.

E allora ecco che forse ci spieghiamo meglio le varie follie gastronomiche che stiamo man mano scoprendo tra le pagine dei siti internazionali che parlando di cucina.

Forse è la crisi da coronavirus a far sentite la necessità alle persone che vivono negli Stati Uniti di bere una birra che sa di pancetta, perché i manager di Waffle House, una catena di ristoranti specializzati in colazione e brunch, nata in Georgia, hanno pensato che fosse perfetta da abbinare ai loro menu. E dal birrificio Oconee Brewing Company si sono anche impegnati parecchio a realizzarla: «L’amato profumo di pancetta si distingue dal tipico aroma di luppolo medio di una birra rossa. La dolcezza maltata della birra base si fonde perfettamente con l’estratto di bacon salato, saporito e affumicato per creare una birra deliziosa e unica. Bacon & Kegs si abbina bene con gli alimenti per la colazione (ovviamente!) o può essere gustata anche da sola, e presto diventerà un’icona». Convinti loro…  Food & Wine che ci ha scritto un intero e dettagliato articolo chiude così: «Potrebbe esistere un futuro in cui finirai alla Waffle House dopo una notte passata a bere birra Waffle House».

Sul fronte dolce, non ci stupiamo certo meno, anzi. E dopo aver scoperto che la ricetta degli Oreo è custodita al sicuro al Polo Nord, proprio come i semi di tutte le specie botaniche mondiali, la notizia che per questo Natale si possano anche personalizzare i classici biscotti bianconeri ci riempie di gioia.  Il progetto si chiama OreoID, e funziona più o meno come Nike ID (ora Nike By You): ci si mette sul configuratore e si creano i propri biscotti, con una quantità di possibilità che lascia interdetti.

Si può personalizzare solo la crema (livello principianti!) oppure l’intero biscotto: si può scegliere tra una salsa fondente o bianca per il biscotto, una serie di granelli brillanti di tutti i colori esistenti, oltre a decorarli con una immagine e il testo personalizzato. E sapete la cosa più divertente? Comunque li facciate, avranno tutti comunque il loro sapore originale. Per la modica cifra di 52,95 dollari. Per 24 biscotti, cosa avevate capito? Lo sappiamo che volete provare: si fa qui, ma non prendetevela con noi se ci passerete delle ore.

La cosa divertente è che nonostante li mangino, gli americani non si sentono di prendere la paternità di certi abomini gastronomici, e tentano di incolpare gli amici canadesi delle loro malefatte. Come racconta Atlas Oscura, i cibi fusion e le innovazioni associate agli Stati Uniti hanno radici più a nord. Rinnegano addirittura i mac&cheese, quell’impiastro di maccheroni e formaggio per cui sono giustamente celebri, sostenendo che abbiano radici in Canada. Ma i vicini di confine non ci stanno, e hanno addirittura coniato un acronimo per parlare del cibo trasformato e malsano: lo chiamano “SAD” che sta per Standard American Diet. Del resto, il Canada può giustificare la presenza di pizza all’ananas e cibo canadese-cinese con la sua grande politica sull’immigrazione: nel 1971, il Canada è diventato il primo paese al mondo a mettere in atto una politica ufficiale di multiculturalismo. Oggi, gli immigrati rappresentano più del 20% della popolazione canadese, più di qualsiasi altro paese del G8.

Quindi, mentre l’America racconta la sua storia di immigrazione, gli immigrati canadesi sono silenziosamente responsabili di molti nuovi piatti associati agli Stati Uniti. Ma sono quest’ultimi a prendersene il merito. Lo storico del cibo Ian Mosby, della Ryerson University, sottolinea che la stessa storia si svolge con le scatole di Mac&Cheese. «L’inventore del formaggio fuso Kraft è nato in Canada», afferma Mosby. «Ma penso che sia una specie di topos canadese: deve andare negli Stati Uniti per avere successo». Essendo vicine a un paese così grande e ricco, è piuttosto inevitabile che le innovazioni canadesi vengano lanciate sul mercato americano, più vasto e ricettivo.

Abbastanza vasto da produrre tutto questo, e molto molto altro. Per chiudere, vi diamo qualche suggerimento per uno shopping a tema altrettanto folle ma altrettanto divertente. Questo caldo plaid pattern pizza, regalo definitivo per la redazione. Tra l’altro ideale per il letargo. Ah, se le fette di questa pizza fossero commestibili…

O anche la questa speciale Pepsi autunnale, che solletica il sapore della memoria: è alla cannella, mela e sentori di una torta burrosa. Ci dispiace solo che non siano made in Italy, ma noi non riusciremmo mai a produrre una cosa del genere. Almeno, ce lo auguriamo.

E appunto per terminare il discorso vi lasciamo con questo: chi non si comprerebbe una pinta di glassa al sapore di Natale? Basta non chiedersi perché. Forse, in fondo, non c’è un vero motivo per non farlo.

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