Flora Busto Arsizio
Dopo aver provato durante i difficili giorni di zona rossa e arancione il loro delivery, è finalmente giunto il momento di tornare a trovarli seduti a tavola nel loro ristorante fresco e luminoso. I fratelli Escalante sono dinamici e hanno portato una ventata di novità nella cucina cittadina, con una proposta attenta al territorio e un sapiente sguardo internazionale, che sa conquistare con piatti esteticamente appaganti, dai sapori equilibrati e definiti, eleganti e mai banali. Sostenibilità e mondo vegetale sono al primo posto. (A.P)
Ristorante Fossati, Canonica Lambro (MB)
A una manciata di minuti da Milano ma con la sensazione di essere via, in vacanza, in campagna. Il fascino di un edificio storico, il relax (e la tranquillità) di casa. Al Ristorante Fossati di Canonica Lambro si va perché ci si sta bene, oltre che perché si mangia bene: dagli antipasti misti brianzoli al risotto con l’ossobuco, fino allo squisito gelato alla crema antica, tutto ha il sapore delle cose buone di una volta. (D.G.)
Perché quando arrivi, in qualunque stagione, ti accoglie una pioggia di luci che sembrano stelle, perché sono cordiali, fanno buona cucina (senza spendere troppo) e sono fondamentalmente bravi. Ottima cantina dei vini, che privilegia le scelte locali, così come la cucina, capitanata da Bruno Camera che insieme ad Alessandro, Federico e Paolo crea piatti “lenti” utilizzando sempre almeno tre prodotti da presidi Slow Food. Il menu cambia con l’andamento delle stagioni, ovvio, ma lascia in carta i grandi classici come gli spiedoni con carpaccio e manzo e la bavarese al caprino fresco. Da provare una volta nella vita. Avvertenze: si trova dietro un complesso di case per cui, quando lo si cerca, si ha la sensazione di arrivare nel posto sbagliato. Fidatevi, d’improvviso vedrete la luce. Ed è proprio il posto giusto. (D.F)
Zia Restaurant, Roma
Quella da Zia Restaurant è una delle ultime cene che ricordo con maggiore lucidità prima di questa nuova normalità castrante, senza cene fuori, fatta di delivery e asporto. Quando hanno assegnato la stella ad Antonio Ziantoni, premiando anche il lavoro del suo team, ero in cucina e ho esultato come la fan di una pop star. Il contatto con la natura ha ispirato allo chef nuovi piatti, anche se io muoio di piacere al pensiero di poter riassaggiare i macaron salati o uno dei dolci divenuti protagonisti del 2020 grazie al progetto di Zia pasticceria, delivery realizzato con Christian Marasca. Aperti a pranzo da martedì 3 febbraio. (S.L.)
In questo primo weekend di febbraio nella Capitale il meteo sarà diviso in due: sabato sole e temperature sopra la media, mentre domenica 100% possibilità di pioggia. Entrambe le previsioni sono ideali per gli amanti del mare, anche in inverno. A Fiumicino, in provincia di Roma, la destinazione ideale è da Quarantuno Dodici (41/12), ristorante informale dello stellato Lele Usai. “Cucina di mare”, come recita il suo payoff, da gustare sulle rive del Tevere all’interno di Nautilus, suggestivo cantiere di yatchs, per un menu di territorio giocato sulla freschezza e la veracità, con proposte spesso suggerite dalle aste del pesce. Tra i piatti da assaggiare al bistrot gli spaghetti alle vongole lupino (con aggiunta di bottarga su richiesta) e il pescato del giorno. Come valore aggiunto, si segnala che tutti i contorni e i sottoli sono home made, così anche il pane a lievitazione naturale servito al tavolo ancora caldo. (A.M.D.L)
Moebius Enrico Croatti, Milano
Tavolini e divanetti sparsi con elegante casualità, arredamento post industriale, un vetusto ulivo andaluso sullo sfondo e una cucina a vista da urlo. Tapa Bistrot offre delizie dal pranzo all’aperitivo, tra gustose tapas e piatti di portata. Imperdibile un cocktail gustato al banco bar, in un’atmosfera tipicamente newyorkese. L’estro di Enrico Croatti in un mosaico di sensazioni. (N.S.)
Hostaria Romana Quinto Quarto, Monza
Un Romano a Monza. Voglia di carbonara, ma il Frecciarossa per uscire dalla Lombardia è ancora un miraggio? Al Quinto Quarto potete sfogarvi: cacio e pepe, gricia, amatriciana, supplì, coda alla vaccinara, abbacchio al forno… come a Roma, nel gusto e nello spirito. Il posto giusto per stare bene in compagnia, senza ansie. (D.G.)
Antica Corte Pallavicina – Hosteria del maiale e del Culatello, Polesine Parmense (PR)
L’illustre storia della famiglia Spigaroli si declina anche in questo locale autentico, dove respirare antiche tradizioni e atmosfere medievali. Sulle sponde del Po, ci si delizia tra piatti della “bassa” e taglieri di salumi celestiali. Un’elegante informalità per rendere onore al re del castello, il Culatello. La visita nella cantina di stagionatura sarà la chiave di questa magia. (N.S.)
Ratanà, Milano
«Risotto alla milanese e ossobuco, grazie». È questo che sogno di dire, da qualche mese a questa parte, una volta varcata la soglia di Ratanà. Mi manca Milano e Milano per me è lì, in quel palazzo in mezzo al parco. Dal 5 febbraio, dalle 12 alle 15, Cesare Battisti e la sua squadra saranno pronti ad accogliere nuovamente i clienti che hanno voglia dei piatti del cuore come il caposaldo della tradizione culinaria meneghina, o di esplorare ciò che questo tempo lungo, solitario eppure prolifico ha portato alla mente e sui fornelli del locale. Ancora attivo il “deli-very” milanese, con ordini entro le 13 e consegna dalle 15 alle 18 del giorno successivo. L’ingrediente promesso da Ratanà in tutte le preparazioni è l’entusiasmo. (S.L.)
Ristorante Consorzio, Torino
Per gustare un Piemonte nuovo, che guarda anche un po’ più in là rispetto ai piatti della tradizione. Quelli si trovano, sì, in carta, ma se per alcuni la ricetta è autentica, per altri la rivisitazione è mirabolante, in un crocevia di influenze, suggestioni e stimoli che lo chef Miro Natalia porta in cucina dai suoi viaggi gastronomici. Qui si trova il meglio del mangiare sabaudo e il meglio “di altrove” tutti insieme, nel piatto. Menzion d’onore alla scelta dei formaggi e alla sala, perché qui non si pranza e basta, ci si sente avvolti da un abbraccio appassionato. (D.F.)
Ai quattro gatti, Quargnento (AL)
Alle porte del basso Monferrato Casalese, il ristorante Ai quattro gatti è un posto della memoria, dove lasciarsi andare alle suggestioni di sapori autentici, fuori dai circuiti turistici. Antipasti tipici piemontesi, agnolotti allo stufato, pappardelle ai funghi, il classico bunet: il gusto è appagato, la vista può spaziare nelle campagne, la mente può riposarsi nella calma, tra sogni e ricordi. (D.G.)
Mates, Torre dei Corsari (SU)
Perché è a due passi dal mare, nella baia ampia di Torre dei Corsari. Ci si siede e si sentono le onde. E già questo sarebbe un ottimo motivo per andarci. Poi ci sono i piatti, di terra e di mare, tutti sardi, e c’è il pescato del giorno, con il quale chef Andrea ama sorprendere. Per le specialità della tradizione è necessario prenotare, ma ne vale la pena, eccome. La fregula di Mates è un’esperienza, le cozze sabbiate e la spigola alla brace pure. E se si è fortunati hanno anche la crema di mirto fatta in casa. (D.F.)
Osteria del Sole, Roma
Preparare la Carbonara a casa è un rito da compiere saltuariamente, con attenzione, per non compiere errori irreversibili. Ma quando penso a una versione che mi ha reso felice, penso a quella dell’Osteria del Sole. In un fazzoletto di strada in via Cesare Baronio 42, a Roma, in passato si beveva vino, si giocava a carte e si fumava tantissimo, con contorno di parolacce in romanesco. Ora si mangiano i piatti della tradizione romana, proposti con grande rispetto e devota attenzione, accanto a preparazioni più creative e accattivanti. Carbonara mia, ti sogno. (S.L.)
Ristorante Baccanale, Monza
Pochi fronzoli, tanta sostanza e cortesia. Astenersi veg e affini, qui si va alla ricerca del sollazzo che solo i piaceri della carne sanno offrire. Il fiore all’occhiello è la fiorentina di scottona servita in griglia con patate e verdure, una gioia per gli occhi quando arriva in tavola – e per il palato subito dopo. Nota d’attualità: l’Unione Europea sta preparando un piano di etichettatura nutrizionale obbligatoria (per il 2023) più chiara sugli alimenti che, se consumati in eccesso, aumentano il rischio di insorgenza di tumori. Nel mirino anche insaccati e carni rosse. Non si arriverà a presentare una fiorentina lussuriosa con immagini ripugnanti stile pacchetto di sigarette, ma nel dubbio… fate presto! (E.B.)
Cresci, Roma
Una notte a Roma, in giro con un’amica, a chiacchierare di uomini, cibo e resilienza, in compagnia dei “cicchetti” di Cresci. Niente alcol. Non si tratta di bicchierini, ma di piccoli piatti con mini porzioni di tutto ciò che il menu contiene. Alla riapertura lo chef Danilo Frisone è pronto a proporre selezione di salumi e formaggi della campagna laziale, torna il mitico roast beef con bottarga, polvere di capperi e maionese fatta in casa, e preparatevi all’arrivo della lingua in salsa verde, piatto storico della cucina romana e italiana. E non dimenticate che qui il pane è gourmet. (S.L.)
Ristorante La Dolce Vita, Grand Hotel, Rimini
Una fuga nel lusso. Per una colazione sontuosa, per un aperitivo indimenticabile, o per un pranzo: il ristorante del Grand Hotel di Rimini accoglie i suoi ospiti in un mondo fatto di fascino, ma con una semplicità che fa sentire tutti a casa propria. A un passo dal mare, nei raffinati saloni si possono assaporare piatti dalla ricercata semplicità, perfetti per chi vuole regalarsi un momento di puro piacere.