Oggi la fiducia in SenatoIl programma di Draghi e le regole ai partiti per evitare scontri nella maggioranza

Il presidente del Consiglio illustrerà le linee di azione, ma dovrà arginare anche gli scontri già emersi nei giorni scorsi. La fronda dei Cinque Stelle pronti a votare contro o a uscire dall’aula intanto si è assottigliata a circa dieci senatori e altrettanti deputati

Foto Ettore Ferrari/POOL Ansa/LaPresse

Piano vaccini, Recovery Plan, interventi sul fisco, sul lavoro e sulla scuola. Oggi il presidente del Consiglio Mario Draghi illustrerà al Senato le linee programmatiche dell’azione di governo per accompagnare il Paese fuori dalla «crisi multidimensionale» provocata dal Covid-19.

Ma Draghi, nel suo discorso per ottenere la fiducia, non si fermerà al programma – scrive il Corriere. Svolgerà anche una analisi delle debolezze strutturali italiane che precedevano la pandemia e ribadirà il profilo «europeista e atlantista» del suo esecutivo, come già sottolineato ai partiti nel corso delle consultazioni.

Resta poi da capire quali parole spenderà nei riguardi dei partiti della larga maggioranza, quali saranno le regole di ingaggio in Parlamento e in consiglio dei ministri. Draghi dovrà far capire se e fino a che punto potrà assecondare le esigenze dei partiti e quale limite invece metterà per tutelare l’azione del suo esecutivo e il mandato ricevuto dal Capo dello Stato Sergio Mattarella.

I primi giorni di governo hanno già evidenziato problemi di rodaggio, dal caso della mancata riapertura degli impianti sciistici alla conferenza stampa del ministro del Turismo leghista Garavaglia che ha parlato quasi come se fosse un membro dell’opposizione, fino alla convocazione delle parti sociali da parte del ministro del Lavoro Orlando quando ancora l’esecutivo non ha ricevuto la fiducia.

L’incontro tra Matteo Salvini e Nicola Zingaretti è stata una prima risposta. Ma un gesto non può bastare. E dietro l’angolo ci sono le amministrative che potrebbero riaccendere gli animi di partito ben presto.

Alla vigilia della fiducia a Palazzo Madama, i partiti hanno continuato la loro battaglia di posizionamento. Ed è stata pure annunciata la nascita dell’intergruppo tra Pd, Cinque Stelle e LeU al Senato, benedetta per giunta da Giuseppe Conte. La mossa doveva servire per arginare l’emorragia di grillini che non vogliono votare la fiducia, ma ha scaldato nuovamente gli animi. Il dissenso interno dei grillini, comunque, dovrebbe essere limitato – a quanto pare – a una decina di senatori e altrettanti deputati grillini.

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