«Io sono convinto di una cosa: la forza con cui il premier Draghi si troverà meglio a lavorare, saremo noi». Matteo Salvini lo dice al Corriere: «Noi siamo al lavoro per risolvere i problemi, non per crearli: la Lega non ha sollevato questioni». Il riferimento è agli altri alleati di governo anche se, dice, «non voglio polemizzare».
Alla fine nella squadra di governo il Carroccio ottiene nove sottosegretari, il Movimento Cinque Stelle 11, Pd e Forza Italia sei, due Italia Viva, uno Leu, uno Noi con l’Italia, uno PiùEuropa, uno Centro democratico. Al capo della Polizia Franco Gabrielli va la delega ai Servizi segreti.
Ma sulla voce che lo riguarda, di muoversi da premier ombra, il segretario del Carroccio scoppia a ridere: «Il rapporto tra me e il presidente del Consiglio è corretto e franco. E dove posso, cerco di collaborare al massimo per risolvere i problemi che si presentano».
Nessun richiamo da parte di Draghi ad avere un profilo meno ingombrante, assicura. E sulla convocazione dei giorni scorsi a Palazzo Chigi, racconta: «Abbiamo affrontato altri argomenti. I vaccini, la riapertura, la didattica a distanza che non funziona. Esempio concreto: un ministro della Lega come Giorgetti è al lavoro per produrre i vaccini in Italia. È una risposta concreta a un problema drammatico».
Salvini si dice convinto dell’accordo con il premier «sui temi di fondo: l’Italia che riparte, il taglio delle tasse e ovviamente il piano vaccinale. La nostra priorità è una grande pace fiscale, una rottamazione di milioni di cartelle esattoriali impossibili da pagare dopo un anno di chiusura».
E magari il licenziamento di Domenico Arcuri. «Basta. Di Arcuri non parlerò più», dice Salvini. «Draghi è uomo concreto, che bada al sodo. Mi affido a lui e non ho bisogno di dire nulla di più. Non sono io a doverlo giudicare, ma i fatti».
Resta il fatto che il leader leghista continua a parlare di riapertura mentre il governo ha annunciato di voler mantenere le restrizioni fino a dopo Pasqua: «Io penso che lo stesso Cts, dopo un anno, possa essere aggiornato. E poi, ricordo che il diritto al lavoro non è di minor rango rispetto a quello alla salute che, sia chiaro, è fondamentale. Sa cosa mi piacerebbe? Che nel Cts entrasse anche un artigiano, un ristoratore, una partita Iva… Ma devo dire che su questo Draghi è partito bene: invita alle riunioni sul Covid anche i ministeri economici». Salvini ripete spesso il nome di Bertolaso. Ma poi, sul Comitato tecnico scientifico, riparte: «Diciamocelo: un giorno dicono una cosa, il giorno dopo il contrario. E dove sono le cure domiciliari?».
Poi passa in rassegna l’elenco dei sottosegretari. La Lega ottiene nove nomine. «Avevo chiesto la sicurezza e al Viminale abbiamo Nicola Molteni, che già aveva fatto benissimo. Ci interessa lo sblocco dei cantieri e alle Infrastrutture abbiamo Alessandro Morelli, che già era presidente della commissione. Per la scuola, mi sarebbero piaciuti Pittoni o Sasso…» (ce l’ha fatta il pugliese Rosario Sasso).
E poi «al Mef il padre di Quota 100, Claudio Durigon, al Lavoro una donna toscana molto in gamba come Tiziana Nisini, Lucia Borgonzoni torna alla Cultura e Gian Marco Centinaio all’Agricoltura, la ligure Stefania Pucciarelli alla Difesa e Vannia Gava, che era all’Ambiente, sarà alla Transizione ecologica. Mi spiace perché di persone di valore ne avremmo avute altre 30 e a me sarebbe piaciuto anche l’incarico per il Sud. Ma ovunque ci saranno uomini della Lega, lavoreranno anche per il Sud. Mi faccia augurare buon lavoro al prefetto Franco Gabrielli ai Servizi. Siamo contenti di poter partecipare alla scelta del nuovo capo della Polizia col sottosegretario Molteni. Anche perché, essendo passati dai 250 sbarchi di gennaio-febbraio 2019 ai 4.000 di quest’anno, c’è parecchio da lavorare…».