La scommessa di BruxellesDombrovskis dice che con Draghi al timone i fondi del Recovery Plan saranno spesi bene

Il vicepresidente esecutivo della Commissione europea spiega alla Stampa che il Next Generation Eu è «un’opportunità unica per l’Italia, per invertire la rotta della sua economia». E il premier incaricato, assicura, è «un ottimo capitano che può portare a termine questo lavoro»

(Stephanie Lecocq, Pool via AP)

Il Recovery Fund rappresenta «un’opportunità unica per l’Italia, per invertire la rotta della sua economia, rendendola più forte e adatta per il futuro». E Mario Draghi è «un ottimo capitano che può portare a termine questo lavoro». Perché il premier incaricato è «capace di stare saldamente al timone anche durante la tempesta» e «non fugge di fronte alle decisioni difficili».

Il vicepresidente esecutivo della Commissione europea, Valdis Dombrovskis, in un’intervista alla Stampa si lascia andare a una serie di elogi per il presidente del Consiglio incaricato, il giorno dopo le previsioni economiche d’inverno. Previsioni che, se sono positive per l’Eurozona, vedono però l’Italia in affanno, con il nostro Paese che non recupererà i livelli di crescita pre-crisi neanche entro la fine del 2022.

«L’Italia è uno dei Paesi più colpiti dalla pandemia e dalle sue ricadute economiche», spiega Dombrovskis, «e questo è in parte dovuto all’importanza del settore turistico. Le nostre previsioni invernali dicono che un ritorno dell’economia ai livelli del 2019 entro la fine del 2022 è improbabile».

Ma per il vicepresidente della Commissione non tutto è perduto e ci sono ancora speranze: «Le nostre previsioni non tengono conto dell’impatto della Recovery and Resilience Facility». Anche perché il Recovery Plan italiano ancora non c’è e dunque i tecnici della direzione generale Ecofin non hanno potuto misurare gli effetti sulla crescita delle riforme e degli investimenti che saranno finanziati con i fondi Ue.

Dombrovskis però manda qualche segnale al nuovo governo su quella che dovrebbe essere la direzione di marcia per fare in modo che gli oltre 200 miliardi del Next Generation Eu diano una spinta al Pil italiano. «Affinché l’Italia intraprenda un percorso di crescita più forte – avverte – è importante eliminare le strozzature esistenti nella pubblica amministrazione e nel mondo delle imprese». Ostacoli da rimuovere al più presto, altrimenti l’Italia non centrerà l’obiettivo del Recovery Fund. «Questo strumento rappresenta una reale opportunità per attuare riforme e investimenti ambiziosi, per affrontare alcune sfide di lunga data, per stimolare la crescita e rafforzare la resilienza sociale ed economica», dice.

Anche se il vicepresidente della Commissione non butta via il lavoro fatto finora con il governo uscente. Ma bisogna fare di più. «Abbiamo già avuto discussioni intense e costruttive con le autorità italiane sulla bozza del piano», spiega. «Ma, così come per altri Paesi, è necessario ulteriore lavoro per far sì che il piano rifletta tutte le riforme e gli investimenti pertinenti. E che contenga tutte le informazioni necessarie che ci servono per arrivare a una valutazione positiva del piano».

La Commissione vuole un maggiore impegno sulle riforme strutturali e chiede di fissare un calendario con tappe e obiettivi semestrali da raggiungere, pena la perdita delle rate. Secondo Dombrovskis, Draghi ce la può fare: «Sono pienamente fiducioso che il nuovo governo, sotto l’abile guida di Mario Draghi, completerà con successo i passaggi che mancano in modo che i cospicui finanziamenti del Recovery possano iniziare ad arrivare il prima possibile».

Dombrovskis conosce il futuro presidente del Consiglio italiano da molti anni. «La nostra lunga relazione professionale – ricorda – risale all’epoca in cui ero primo ministro della Lettonia, quando Mario si dimostrò molto favorevole al nostro ingresso nell’Euro. Ho sempre apprezzato il suo stile di lavoro. È preciso, conciso e va sempre dritto al punto».

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