Al quadrato In Formula 1 si brinda italiano

Basta champagne, i piloti stappano Trento DOC per festeggiare. L’accordo triennale siglato segna l’arrivo sul podio più importante al mondo delle bollicine trentine, nate più di cento anni fa grazie all’intuizione di Giulio Ferrari. Una celebrazione tutta italiana

lapresse

I piloti di Formula Uno dal prossimo gran premio internazionale celebreranno le loro vittorie sul podio con un Jéroboam di blanc de blanc 100% chardonnay firmato Ferrari Trento.

La casa vinicola fondata da Giulio Ferrari scalza lo champagne e porta il gusto italiano in uno dei momenti cult dello sport a livello mondiale. Una grande occasione per il vino italiano, che raggiunge una vetta significativa e entra a far parte dell’eccellenza sportiva.

La presenza sul podio è infatti solo la punta dell’iceberg.

L’accordo sarà triennale e prevede la presenza delle bottiglie per il consueto brindisi celebrativo della vittoria, ma anche nei paddok, in modo che tutti coloro che frequenteranno il circuito della Formula uno avranno la possibilità di bere il vino della casa vinicola trentina, con i piatti preparati dagli chef della Formula uno.

Per l’italia del vino questo è un passo significativo, un’opportunità per il nostro Paese a livello internazionale, che l’azienda vuole sfruttare nel miglior modo possibile, costruendo ad ampio raggio tante attività collaterali grazie anche al supporto dei partner in giro per il mondo.

Un ottimo posizionamento, che porta un deciso tocco di italianità nel magico mondo della corsa automobilistica più celebre e una grande soddisfazione per Matteo Lunelli, Presidente e CEO di Ferrari Trento: «Questo darà un contributo enorme all’awareness e al prestigio del brand, e ci permetterà di essere ancora più presenti e conosciuti negli Stati Uniti, in Giappone, in Russia e poi in Inghilterra, mercato dove ad oggi siamo sotto rappresentati. L’internazionalità della piattaforma è fondamentale. L’azienda vende già tutta la sua produzione, ma questo ci porterà ad alzare il percepito del nostro marchio all’estero, con l’idea di raddoppiare il nostro export in termini di bottiglie, sperando che anche l’italia continui a crescere. Questa è sicuramente un’operazione a lungo termine: crediamo in questo brand e nelle sue potenzialità e questo momento sarà ricordato anche dalle generazioni future come una pietra miliare per lo sviluppo internazionale della nostra azienda. Avremo tre anni per esercitare un po’ di creatività perché questa gara automobilistica è un luogo di eccellenza, dove si coltivano valori e tocca tante parti del mondo, ciascuna con le sue peculiarità con cui ci metteremo in relazione».

Ci sarà un’etichetta celebrativa dell’evento? Dall’azienda non confermano per non spoilerare, ma di sicuro la personalizzazione è d’obbligo, e si sta lavorando con grande entusiasmo per creare qualcosa di unico.

Che cosa ha portato un’azienda italiana a sognare di poter scalzare lo champagne in questo brindisi così iconico? Risponde Stefano Domenicali, da gennaio scorso ceo della Formula Uno in sostituzione di Chase Carey: «Sono onorato e orgoglioso che un’azienda italiana sia sempre con noi e che possa sfruttare la nostra piattaforma per far conoscere l’italianità nel mondo. C’era la volontà di trovare un accordo e i dettagli sono stati superati con facilità. Abbiamo scoperto un’azienda molto capace e professionale e molto attenta ai dettagli. La qualità del prodotto dell’azienda è stato il biglietto da visita per far sì che questa relazione andasse a buon fine».

La conclusione è di Matteo Lunelli: «Il nome della nostra azienda ci porta direttamente alla Formula Uno e in alcune occasioni a Monza siamo stati sul podio. Qui però siamo partner di un progetto più ampio che farà la differenza per notorietà e prestigio di Ferrari Trento a livello internazionale. Questo momento così difficile per le bollicine, che sono convivialità e quindi all’opposto del distanziamento sociale, è il momento delle grandi opportunità: crediamo nelle prospettive e nel futuro e crediamo in quel sogno iniziato oltre un secolo fa da Giulio Ferrari. Questa è una grande sfida ma anche una grande opportunità».

Speriamo di vedere presto un doppio Ferrari sul podio: sarebbe la perfetta celebrazione dell’italianità.

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