La Commissione europea apre a una sospensione delle regole di bilancio anche nel 2022. Ma nel documento approvato ieri aggiunge anche: «Mentre le economie e certi settori specifici passano alla ripresa, le autorità dovrebbero accelerare gli incentivi per i lavoratori e le politiche dovrebbero evolvere dalla protezione del rapporto dipendente-azienda all’aumento delle opportunità per i disoccupati». Un avvertimento agli Stati membri, ma soprattutto ai Paesi molto indebitati come l’Italia. Che viene sottolineato anche dal vicepresidente della Commissione Ue Valdis Dombrovskis in un’intervista al Corriere.
«Dovremmo passare dai sostegni di emergenza, che includono programmi come la cassa integrazione, a politiche di mercato del lavoro più attive», dice. «Presenteremo raccomandazioni in questo senso. Non settore per settore, ma concentrandoci su come eseguire questa transizione e come usare per essa i fondi europei. Questi aspetti sono legati alla trasformazione verde e digitale, che implica spostamenti nel mercato del lavoro. Non serve a molto cercare di conservare l’economia del passato. Piuttosto, è il caso di facilitare il passaggio verso posti di lavoro più verdi e digitali».
La transizione, certo, dovrà essere graduale. «Non fissiamo una data, le situazioni potrebbero essere diverse da un Paese all’altro», spiega Dombrovskis. «Ci sono economie che tornano più rapidamente alla crescita, altre che potrebbero avere problemi in qualche misura più prolungati. Quella che suggeriamo è una direzione generale. Parliamo dell’esigenza di sostenere la transizione da una disoccupazione indotta dalla crisi o da misure come la cassa integrazione verso le nuove opportunità di lavoro nei settori del futuro».
Quanto alla sospensione delle regole di bilancio, precisa: «La clausola di fuga dal Patto di stabilità è generale, non specifica per alcuni Paesi. Riguarda tutti. Quel che delineiamo è che questa clausola di sospensione dalle regole resti attiva anche nel 2022, per essere disattivata nel 2023. E riguarda l’intera Unione europea».
Ma ci sarà comunque un approccio differenziato: «Già nelle raccomandazioni specifiche indirizzate a ciascun Paese prevediamo per il bilancio del 2022, benché sempre in sospensione del Patto, che i governi con un basso livello di rischio di sostenibilità dei conti continuino nel sostegno di bilancio». I Paesi con un debito elevato come l’Italia, invece, «mentre continuano anche loro politiche di bilancio che sono di sostegno all’economia, diciamo nelle raccomandazioni specifiche, riguardo alle leggi di bilancio del 2022, che siano attenti e abbiano comunque cura della sostenibilità di bilancio nel medio periodo. Questo è un elemento di differenziazione che indichiamo».
Dombrovskis si spiega meglio: «L’idea della differenziazione nelle raccomandazioni-Paese riguarda anche i Paesi a alto debito e sì, è qui che Next Generation Eu entra in gioco: è disegnato soprattutto per aiutare Paesi in questa situazione. È per questo che l’Italia è nettamente il maggiore percettore dei trasferimenti diretti e anche la Grecia lo è, in proporzione alla sua economia. Questi trasferimenti permettono di dare stimoli senza far salire il debito».
Però, è anche vero che «i Paesi ad alto debito devono evitare un ulteriore peggioramento della posizione di bilancio sottostante e, quando sarà possibile, migliorare la situazione dei conti. Ma questo non significa che debbano ritirare il sostegno di bilancio in maniera brusca o prematura. Piuttosto, dovranno essere molto seri su come o dove spendono i loro soldi e cercare di far sì che le misure siano temporanee e mirate là dove serve realmente. Non sarebbe opportuno, se finissero con un onere permanente sul deficit».
Quando si tornerà poi alle regole di bilancio normali, «lo faremo da livelli di deficit e debito più alti e in condizioni diverse nel ciclo economico. Bisognerà tenerne conto». Quanto alla riforma del Patto di stabilità, «sappiamo che fin dagli anni ‘90 ci sono sempre state differenze di vedute sulle regole. Non sono scomparse», ammette il vicepresidente. «Certo, la crisi Covid offre lezioni da assorbire. A tempo debito vedremo quanto il tono del dibattito sarà cambiato. Ma già prima di Covid c’era accordo generale su un punto: queste regole vanno rese più semplici».
Ma con i rendimenti dei titoli di Stato che risalgono e il rischio di far salire il costo del nuovo debito, torna attuale anche il Mes. «Quel programma è lì ed è disponibile per tutti gli Stati che lo vogliano usare. Ha tassi d’interesse favorevoli», chiuse Dombrovskis.