DPCM e postilleI buffet come ci sarebbero sempre piaciuti

Cronaca semiseria intorno alle anticipazioni sulle norme che regoleranno il prossimo ritorno al ristorante, che finalmente sembra sempre più vicino

Eh sì, in questi giorni si sta discutendo di riaperture e, finalmente, anche per il settore ristorazione si parla in termini di programmazione a lungo e, speriamo, definitivo termine. Niente più apri e chiudi con tutte le conseguenza negative che abbiamo imparato a conoscere, con problemi gravi per esempio sia sul piano delle forniture e della conservazione degli alimenti, con tanti sprechi inaccettabili, sia riguardo la forza lavoro.

Al di là però delle questioni serissime che si dovranno affrontare e di cui, in calce a questa ironica riflessione, riassumeremo le novità, un paragrafo del documento in preparazione ci permette una dissertazione leggera per sdrammatizzare un po’.

La postilla è la seguente:

“È possibile organizzare una modalità a buffet mediante somministrazione da parte di personale incaricato, escludendo la possibilità per i clienti di toccare quanto esposto e prevedendo in ogni caso, per clienti e personale, l’obbligo del mantenimento della distanza e l’obbligo dell’utilizzo della mascherina a protezione delle vie respiratorie”

Ebbene, diciamocelo, non vedevamo l’ora e ci voleva una pandemia per regolamentare un momento così importante come il buffet, soprattutto, si intende, quello che veniva gentilmente offerto agli invitati alle presentazioni o alle conferenza stampa.

Alzi la mano (sporca di cibo) chi, almeno una volta nella vita, si è gettato a capofitto sui tavoli imbanditi assolvendo in modo esemplare alla funzione di “tartinaro o zia”, termini dispregiativi con i quali si identifica quell’esercito di nullafacenti che sfruttano il mestiere di reporter gastronomico, spesso senza una reale collaborazione con una vera testata, per riempirsi la pancia riuscendo anche a farsi la schiscetta d’asporto per proseguire a casa con tutta calma.

Ecco, presto, tutto ciò sarà difficile, non impossibile, perché siamo un popolo creativo e sapremo sicuramente trovare l’inganno per aggirare la norma, nel frattempo vediamo già gli organizzatori di catering aggiungere nella ricerca personale la voce “security” per dotarsi di un esercito di dissuasori pronti bacchettare chi si permetterà di prendersi da solo una fetta di salame.

Tornando seri, abbiamo letto il documento in esame e, a prima vista, le novità che andranno ad aggiungersi o a sostituirsi alle regole che abbiamo già imparato a conoscere nelle poche fasi di riapertura di cui abbiamo furtivamente goduto negli ultimi mesi, sono poche, ma importanti.

Anzitutto, quella che sembra la vera svolta, la possibilità di aprire anche a cena anche “in scenari epidemiologici definiti ad alto rischio purché integrate con strategie di screening/testing”. Altra soluzione da adottare, di cui si era già letto qualcosa nelle discussioni del CTS, la distanza di almeno 2 metri di separazione tra clienti di tavoli diversi all’interno dei locali (1 metro all’esterno), una misura che, per il momento, metterà in difficoltà la stragrande maggioranza degli esercizi pubblici. Tornando alla modalità buffet, oltre a quanto ironicamente descritto prima, nel caso di self service saranno ammessi prodotti confezionati monodose. Non si potrà più, invece, avere atteggiamenti laschi sul ricambio d’aria, che sia naturale, con apertura frequente di porte e finestre, ma, ancor più, nel caso di uso di condizionatori che dovranno escludere obbligatoriamente la funzione ricircolo dell’aria, con aumento della capacità filtrante del ricircolo stesso, utilizzando filtri di classe superiore.

Per il resto si rimanda ai protocolli già introdotti in passato con uso di disinfettanti, mascherine, schermi protettivi e consiglio d’uso di pagamenti in formato elettronico, possibilmente al tavolo.

In chiusura una concessione allo svago che probabilmente è pensata più per i bar di alcune zone d’Italia, si potrà, infatti, giocare a carte, meglio se sanificando frequentemente le stesse o cambiando più volte il mazzo, i bari sono avvisati.

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