Pari opportunitàBisogna creare un’agenda per la parità di genere a livello globale, dice Elena Bonetti

La ministra per la famiglia presiede la Conferenza G20 sull’empowerment femminile: «Abbiamo bisogno di contrastare in ogni ambito, anche in quello familiare ed educativo oltre che nel lavoro, le diseguaglianze che gravano sulle donne, sulle bambine e le ragazze»

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Pubblichiamo il discorso della ministra per le pari opportunità e la famiglia, Elena Bonetti, in occasione dell’intervento di apertura della Conferenza G20 sull’empowerment femminile a Santa Margherita Ligure.

È con piacere e orgoglio che vi porgo il mio benvenuto alla prima Conferenza G20 sull’empowerment femminile, che presiedo in qualità di Ministra per le pari opportunità e la famiglia del Governo italiano. Desidero porgervi i miei sentiti ringraziamenti per la partecipazione, qui a Santa Margherita Ligure e in remoto, ai lavori che vedranno la luce in questa giornata. 

La Presidenza italiana del G20 ha fortemente voluto questa Conferenza, in un tempo in cui l’Italia ha scelto convintamente per il proprio sviluppo la strada del protagonismo delle donne, dell’empowerment e della parità, obiettivo da raggiungere a tutti i livelli. 

È nostra convinzione che lungo questa strada sia giunta l’ora di accelerare, e che per fare questo si debba favorire un approccio condiviso al tema. Sono tante le sfide che le donne hanno fronteggiato nella pandemia di Covid-19 e ancora affrontano: quelle sanitarie in primis e quelle causate dal gravare dei carichi di cura familiare in maniera preponderante sul ruolo femminile. Simili sfide chiedono una risposta coordinata in seno al G20. 

La pandemia ha segnato anche un drammatico aumento dei casi di violenza contro le donne, aggravando un fenomeno che resterà difficile contrastare se non creando condizioni di vera parità tra uomini e donne. Per gran parte delle vittime, l’empowerment, anche economico, è la sola possibilità di una via d’uscita dalla violenza.

In questa giornata non possiamo non volgere la nostra attenzione verso l’Afghanistan, alla popolazione civile e in particolare alla condizione delle donne, delle bambine, delle ragazze.

Il rischio di violenze, di abusi e di violazioni dei diritti umani cui l’intera popolazione femminile, di ogni età, si trova ora esposta, richiede una chiara assunzione di responsabilità dei membri del G20 e dell’intera comunità internazionale. 

Noi non possiamo voltare lo sguardo dall’altra parte e non lo vogliamo. 

Per questo ho convocato nel corso della giornata di oggi una riunione dei Ministri responsabili per le pari opportunità, sulla condizione delle donne in Afghanistan, per esaminare più approfonditamente il tema e lavorare a una linea di convergenza G20 sulla questione femminile in Afghanistan. 

Questa Conferenza arriva dopo anni di iniziative internazionali e nazionali e al culmine della Presidenza italiana del G20, durante la quale il tema dell’empowerment femminile è stato affrontato in maniera trasversale, grazie anche al contributo dei diversi engagement group e di istituzioni internazionali quali ILO e OCSE, a cui va il mio sentito ringraziamento.

I Ministri dell’istruzione, del lavoro, degli affari esteri e dello sviluppo, dell’energia e del clima, del digitale e della cultura, hanno affrontato ciascuno dalla propria prospettiva il tema dell’emancipazione delle donne nella società e nell’economia.

Davanti a uno scenario così trasversale e articolato, ritengo che il nostro approccio necessiti ora di sistematizzazione e di continuità. Per questo, un altro obiettivo che questa Conferenza si pone è dare vita a una piattaforma strutturale di discussione interna al G20: al tema dell’empowerment delle donne dobbiamo garantire condivisione, continuità di approccio e una prospettiva concreta di raggiungimento degli obiettivi. 

È tempo di mettere convintamente le donne al centro delle nostre scelte strategiche, ed è il tempo di condividere le nostre strategie e dare basi solide e comuni alla parità di genere.   

Per l’agenda dei lavori di oggi abbiamo attribuito particolare attenzione a quelli che riteniamo essere i punti più urgenti da affrontare: 

  • Quello del lavoro e dell’empowerment economico delle donne. 
  • L’equilibrio vita-lavoro. 
  • I temi dell’ambiente e della sostenibilità. 
  • L’accesso alle materie scientifiche – le cosiddette materie STEM – e alle competenze finanziarie e digitali. 

Questi temi sono tutti fra loro strettamente correlati. 

Abbiamo bisogno di contrastare in ogni ambito, anche in quello familiare ed educativo oltre che nel lavoro, le diseguaglianze che gravano sulle donne, sulle bambine e le ragazze. Sappiamo bene che le diseguaglianze tra donne e uomini si radicano già nella prima infanzia. E sappiamo che finché permetteremo discriminazioni sulle bambine, negheremo di fatto l’affermazione che i diritti dei bambini sono universali, affermazione che già ci impegna nella Convenzione sui diritti del bambino. 

Il nostro mondo è profondamente plasmato dalla rivoluzione digitale e dalla transizione ecologica, e accedervi in maniera paritaria è e sempre più sarà condizione perché questa transizione possa avvenire in maniera compiuta e integrata: è ormai imperativo abbattere la segregazione lavorativa che soffoca il talento e le capacità delle donne negli ambiti delle tecnologie e delle scienze. 

Parlare i linguaggi delle STEM e digitali vuol dire avere parte attiva e imprescindibile nei processi di transizione energetica, di conservazione dell’ambiente, di lotta al cambiamento climatico e di raggiungimento di un’economia circolare. Significa poter cogliere le principali opportunità offerte dal mercato del lavoro e sostenere l’autonomia finanziaria delle donne.

Affinché le donne possano cogliere tali opportunità è però fondamentale scardinare i molti stereotipi che ancora oggi penalizzano il mondo femminile e incentivare l’affermazione  di una partecipazione delle donne, piena e senza barriere. Abbiamo bisogno di valorizzare la leadership delle donne e accelerare sull’imprenditoria femminile. 

Abbiamo l’opportunità, e credo anche la responsabilità, di cimentarci in uno sforzo congiunto per la creazione di un’agenda per la parità di genere a livello globale, che veda la convergenza di attori istituzionali pubblici, del settore privato e della società civile su obiettivi misurabili.

In un’ottica post-pandemica, l’empowerment delle donne resta una questione di diritti ma è anche una opportunità inedita di sviluppo e di ripartenza sostenibile per tutte e tutti. 

Le donne posseggono in sé la metà delle risorse umane del pianeta, eppure le energie femminili sono il potenziale ancora inespresso, sono le forze non ancora messe in campo nelle nostre società. È a beneficio di tutti che dobbiamo mettere le donne nelle condizioni di diventare protagoniste alla pari. Il G20, con il suo respiro globale, è il consesso ideale per un obiettivo così ambizioso.

In uno scenario di collaborazione e di solidarietà, il Governo italiano non ha mancato e non mancherà di fare convintamente la sua parte. 

Il Piano Italia Domani, approvato nell’ambito del Next Generation EU, ha riconosciuto alla parità di genere un ruolo trasversale prioritario, includendo misure a supporto di lavoro, imprenditoria femminile e genitorialità. 

Ho inoltre voluto che l’Italia si dotasse per la prima volta nella sua storia di una Strategia nazionale, da poco approvata, per la parità di genere, per dare un approccio integrato alla promozione delle pari opportunità e preparare il Paese ad affrontare le sfide dei tempi futuri. 

Nel percorso italiano verso la parità rientra anche la riforma del Family Act, proposta di legge che ho avanzato per strutturare le politiche familiari su più livelli, a partire dall’occupazione delle donne, dai servizi educativi, la condivisione dei carichi di cura e l’armonizzazione dei tempi di vita e lavoro. 

Sto, infine, lavorando per far sì che il Piano strategico nazionale contro la violenza sulle donne diventi finalmente uno strumento strutturale per il nostro Paese, per assicurare sostegno stabile alla rete antiviolenza e sostenere tutte le vittime nel loro percorso di uscita dalla violenza e di riconquista della propria libertà.

Avviandomi a conclusione, desidero ringraziarvi per il lavoro che ci attende oggi. Ciascuno dei temi che approfondiremo presuppone alla base la volontà di ogni singolo Paese di compiere gli sforzi dovuti al raggiungimento di un comune obiettivo. Ho grande fiducia nel potere della nostra determinazione e collaborazione: il momento per agire per le donne è adesso e insieme possiamo. 

A tutte e tutti noi, buon lavoro. 

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