Il ministero del Tesoro è già al lavoro per mettere a punto la legge di bilancio, con una partenza di base di 20-22 miliardi – scrive Il Messaggero. La manovra dovrà essere varata entro metà ottobre, subito dopo l’aggiornamento del Documento di economia e finanza (Def) di fine settembre. Le scadenze dunque si avvicinano. E sale la tensione su molti interventi: dall’alleggerimento del cuneo fiscale alla rimodulazione del reddito di cittadinanza al dopo quota 100. E poi ci sono i nuovi ammortizzatori sociali chiesti dal ministro Orlando. Tutti temi sensibili anche politicamente.
L’istruttoria tecnica è appena cominciata, ma i partiti stanno già avanzando le loro richieste, mettendo ciascuno i propri paletti. E il fabbisogno iniziale stimato si aggira già intorno ai 20-22 miliardi, come detto: andrà finanziata la nuova cassa integrazione universale connessa alle politiche attive per il lavoro, la riforma delle pensioni, le misure per la crescita e per la sanità. Sul tavolo c’è anche la proroga del superbonus del 110% al 2023, con altre semplificazioni in vista.
Nel mirino dei partiti resta il reddito di cittadinanza, che costa 7-8 miliardi l’anno. La Lega, con Forza Italia, punta a ridimensionarlo. Italia Viva ha addirittura annunciato un referendum per abolirlo. I Cinque Stelle, difesi con Pd e LeU, hanno però aperto a delle modifiche. E questa sembra essere anche la linea di Palazzo Chigi, che intende rafforzare i controlli ma soprattutto migliorare l’aggancio alle politiche attive del lavoro.
Sul banco degli imputati poi c’è la riforma degli ammortizzatori sociali di Orlando. Nell’ottica del Tesoro, il costo di 8 miliardi è eccessivo. E lo stesso pensano molti dei partiti di maggioranza. Per cui si mira a scendere introno ai 5-6 miliardi.
Entro settembre, per giunta, dovrà essere presentata la legge delega sulla riforma fiscale, che diventerà definitiva con il varo dei decreti attuativi. Ma anche qui bisogna ancora fare la sintesi tra le diverse istanze dei partiti. Una convergenza ci sarebbe sulla cancellazione dell’Irap e sul taglio del costo del lavoro. La decisione sarà presa entro fine mese, quando bisognerà decidere pure sul destino delle cartelle esattoriali. Da inizio settembre ha fatto partire in modo graduale le notifiche per la riscossione delle cartelle rimaste in sospeso da marzo 2020 per l’emergenza Covid, ma il centrodestra è partito all’attacco. E anche i Cinque Stelle invitano a una riflessione.