Il fasciortodossoL’omofobia del patriarca di Mosca ha svelato la natura criminale dell’invasione russa

Kirill I ha indicato la lobby Lgbti come il vero nemico della campagna di Putin, sostenendo che l’oppressione delle popolazioni russofone del Donbass è stata fatta imponendo con la forza i gay pride

LaPresse

Grazie a Kirill, il Patriarca della Chiesa ortodossa di Mosca e di tutte le Russia, l’opinione pubblica internazionale ha scoperto i gravi motivi che hanno indotto Vladimir Putin a invadere l’Ucraina con l’obiettivo – come si diceva una volta – di farne un deserto e di chiamarlo pace. 

Nel suo sermone al termine della Divina Liturgia nella Cattedrale di Cristo Salvatore a Mosca, il Patriarca ha indicato, urbi et orbi, il vero nemico: la lobby gay.

In sostanza, a dire del Sant’uomo, nel governo di Kiev non vi sono solo drogati e nazisti, ma omosessuali (anzi – visto il contesto – prendiamoci la libertà di tornare al pluridecennale repertorio della commedia all’italiana: froci, recchioni, checche, busoni, culatoni e via andare), incuranti di quanto è divenuto politicamente corretto nell’Occidente dell’identità di genere. 

E come si sarebbe manifestata l’oppressione delle popolazioni russofone del Donbass? Con le armi, la discriminazione, il genocidio? No; venivano loro imposti con la forza i gay pride, perché secondo Kirill queste parate «sono progettate per dimostrare che il peccato è una delle variazioni del comportamento umano». 

«Ecco perché per entrare nel club di quei paesi (la Ue? L’Alleanza atlantica? ndr) è necessario organizzare (che sia una clausola riservata degli Accordi di Maastricht? ndr) una parata del gay pride». 

Non per fare una dichiarazione politica ’’siamo con te’’, non per firmare accordi, ma – ha proseguito il Patriarca – per organizzare una parata gay.

«E sappiamo come le persone resistono a queste richieste e come questa resistenza viene repressa con la forza. Ciò significa che si tratta di imporre con la forza un peccato condannato dalla legge di Dio, e quindi, di imporre con la forza alle persone la negazione di Dio e della sua verità». 

Non lo sapevamo, ma pare che in quelle martoriate terre, in mezzo a popolazioni tutte casa e famiglia, rigidamente eterosessuali e timorate di Dio, il governo di Kiev inviasse i carri armati a proteggere le variopinte sfilate dell’orgoglio gay e costringesse i russi ad assistervi impotenti. 

«Se l’umanità riconosce che il peccato non è una violazione della legge di Dio – ha osservato ancora Kirill – se l’umanità concorda sul fatto che il peccato è una delle opzioni per il comportamento umano, allora la civiltà umana finirà lì». 

L’invasione russa dunque non è, come avevamo creduto, una questione di confini, di zone di influenza, di sicurezza nazionale, di vocazione imperialista ma una lotta contro i modelli di vita promossi dalle parate gay. A leggere bene le liste di proscrizione stilate da Putin, si potrebbe dubitare che l’Italia non vi sia inclusa per aver aderito alle sanzioni e all’invio di armi ai demo-nazi-tossico-gay ucraini. 

Se lo zar, nuovo difensore della fede, si è fatto consigliare da Kirill potrebbe pretendere, da noi, l’impegno – magari attraverso un emendamento nella Costituzione (che ormai ne ha viste di ogni) in favore della famiglia naturale – che il Parlamento non approvi mai in via definitiva il ddl Zan. 

Era questa, forse, la promessa che Putin si aspettava dalla visita annunciata di Mario Draghi a Mosca? L’opinione pubblica occidentale si è meravigliata quando Vladimir il Terribile. ha parlato di operazione di peacekeeping, senza capire che le sue intenzioni erano proprio quelle di far viaggiare i buoni costumi sui tank e di adornare di rosari i cannoni. E di liberare l’Ucraina dai peccatori contro natura, affossatori della ’’civiltà umana’’. 

In pratica una crociata per re-invertire – Kirill docet – gli invertiti. Peccato che il diavolo ci infili sempre la coda. Nei Campi di sterminio che nel secolo scorso un nazista doc aveva sparso per tutta l’Europa, oltre agli ebrei e agli zingari (e agli avversari politici) erano rinchiusi anche gli omosessuali.