Divisi sulle sanzioniNiente embargo al petrolio russo, ma l’Europa apre sul tetto al prezzo del gas

I leader Ue si riuniscono a Bruxelles per un Consiglio europeo straordinario. Nessun accordo per inserire il blocco al greggio russo nel sesto pacchetto di sanzioni, ma c’è sul tavolo la proposta di Draghi di un «price cap»

Oggi e domani si tiene a Bruxelles il Consiglio europeo straordinario sulla guerra in Ucraina e l’emergenza energetica, con il quale si collegherà oggi in videoconferenza anche il presidente ucraino Volodymyr Zelensky. In discussione c’è ancora il sesto pacchetto di sanzioni alla Russia, bloccato da settimane per il mancato accordo sull’embargo al petrolio russo. Nella riunione di ieri, gli ambasciatori dei Paesi membri non hanno trovato l’intesa. Dalla bozza di conclusione del vertice visionata da Reuters emerge un forte supporto a parole all’Ucraina, senza adottare però misure concrete.

Il tetto al prezzo del gas
L’unica novità è l’apertura alla proposta italiana di fissare un tetto al prezzo del gas e del greggio, dopo l’opposizione durata mesi da parte dei Paesi nordici, Germania e Olanda in testa. Nelle conclusioni del summit straordinario dei leader Ue, si legge che «il Consiglio europeo invita la Commissione a esplorare con i partner internazionali le modalità per frenare l’aumento dei prezzi dell’energia, compresa la fattibilità dell’introduzione di tetti ai prezzi temporanei». Fondamentale è stata l’azione del ministro della Transizione ecologica Roberto Cingolani su Berlino venerdì scorso al G7 Energia.

Una battaglia solitaria, quella italiana, sostenuta poi da Francia e Spagna e osteggiata prima dalla Germania, che poi ha accettato il cambio in corsa. La Commissione Ue studierà un meccanismo che eviti le oscillazioni di metano, benzina e diesel per mettere sul tavolo una proposta nel giro di tre settimane, in vista del prossimo summit di fine giugno.

Stallo sull’embargo
Sulla possibilità dell’embargo al petrolio, gli ambasciatori della Ue si rivedranno questa mattina. Resta il veto dell’Ungheria ma ieri pomeriggio anche altri Paesi, tra cui l’Olanda, hanno sollevato perplessità per la soluzione proposta che prevede delle esenzioni.

Senza il blocco all’oro nero russo, però, questo summit si presenterà scarico nelle sue conclusioni se non addirittura inutile. Si starebbe consolidando a livello tecnico l’opzione di «procedere in due fasi», ma prima è necessario verificare che tutti i 27 Paesi Ue siano d’accordo – spiega il Corriere.

Il sesto pacchetto verrebbe adottato subito con l’eccezione temporanea delle importazioni di petrolio tramite l’oleodotto Druzhba, che dovrebbero essere coperte da nuove misure e in una seconda fase, nel giro di qualche settimana, per lasciare un po’ più di tempo per trovare una soluzione ai Paesi fortemente dipendenti dall’oleodotto: Ungheria, Slovacchia e Cechia. Alla fine, l’intero pacchetto iniziale verrebbe ricostituito, incluse le importazioni di greggio via oleodotto.

L’embargo petrolifero originario prevedeva esenzioni per Ungheria, Slovacchia e Repubblica Ceca, che dipendono dalla pipeline Druzhba Sud. Su richiesta di Berlino, riferisce una fonte Ue, l’esclusione è stata ora ampliata all’oleodotto Druzhba Nord, che serve Polonia e Germania. Ieri diversi Paesi, tra cui Olanda, Italia, Grecia, Belgio e i Baltici hanno manifestato preoccupazione per le possibili distorsioni di mercato che si potrebbero creare differenziando l’embargo.

Il piano per il grano ucraino
Nel Consiglio Ue si parlerà anche della crisi alimentare e dello sblocco del grano ucraino. Il dossier ha assunto ormai dimensioni più ampie rispetto a quelle su cui Draghi ha cominciato a lavorare alcune settimane fa. Il coinvolgimento diretto della Turchia, le telefonate a Putin, dopo quella del presidente del Consiglio, di Macron e Scholz, fanno intravedere una gestione negoziale coordinata anche da Bruxelles. E si ipotizza un impegno di unità italiane della Marina nel Mar Nero per sminare le acque antistanti il porto di Odessa e anche la costa fino alla Romania.

L’ipotesi di un nuovo Recovery
Ma se alcuni dossier fanno dei passi avanti tanti altri restano al palo, ci sono i temi economici europei che devono essere affrontati. Oggi Draghi, in linea con Macron, porrà la questione di dove trovare, e con quali meccanismi, i fondi necessari per delle sfide da cui dipende il futuro geopolitico dell’Unione.

Con i soli bilanci nazionali non ce la si fa, per cui l’ipotesi è prendere a modello e replicare i meccanismi del Next Generation Eu. Quindi emissione di debito comune, con a garanzia il bilancio dell’Unione europea. Per Draghi è un modello replicabile, è forse l’unica strada possibile se veramente si vorrà avere voce in capitolo nella ricostruzione e nel futuro dell’Ucraina.

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