Quando sosteniamo che la cucina e il cibo sono specchio fedele della storia e sono in grado di raccontare perfettamente i tempi e i cambiamenti che viviamo, non mentiamo. E oggi abbiamo qualche prova a supporto della tesi.
Prendiamo per esempio il Big Mac Index, un indice inventato da The Economist nel 1986: attraverso la variazione del prezzo del celebre panino nelle varie parti del mondo, siamo in grado di capire la differenza di potere d’acquisto dei differenti Paesi. Dato che McDonald’s è una delle più grandi aziende globali, e il Big Mac è ampiamente disponibile ovunque, l’hamburger può essere usato come un confronto per i beni di base. Può un panino dirci come siamo messi rispetto agli altri? Sì, ed è un panino di una multinazionale.
Anche nella guerra, questa azienda ha dimostrato la sua centralità, con la chiusura in Russia che ha creato dibattito e oggi con la riapertura proprio nella nazione in guerra. Più di sei mesi dopo aver abbandonato l’Ucraina a causa dell’invasione russa, il gigante dei fast food ha oggi parzialmente riaperto tre ristoranti a Kiev, anche se al momento solo per la consegna.
Per Dmytro Kouleba, capo della diplomazia ucraina, questo è «un segnale per le aziende internazionali che mostrano l’opportunità di lavorare in Ucraina nonostante la guerra». Riaprire un ristorante può essere una iniziativa diplomatica e politica, più di quanto avremmo mai potuto immaginare. Il messaggio dietro a un panino è più che mai evidente.
E lo è anche a livello sociale: negli Stati Uniti, la catena di hamburger ha lanciato un menu Happy Meal specifico per gli adulti. Patatine, il classico Big Mac, oppure le dieci pepite di pollo, sono accompagnati da gadget disegnati dall’azienda di streetwear Cactus Plant Flea Market sulla storia di McDonald’s. Una scelta che fa discutere e forma file… e stressa i dipendenti di McD, alle prese con un assalto alla conquista di queste proposte speciali. I lavoratori “implorano i clienti di smettere di ordinare Happy Meal per adulti”, ha scritto Fortune. È l’effetto nostalgia, ma anche uno specchio dei tempi e della nostra incapacità di crescere o – se preferite – della nostra precisa volontà di rimanere giovani il più a lungo possibile.
Ci alimentiamo in maniera sempre più giocosa, cerchiamo stupore e creatività, ma anche cibi semplici da capire, da mangiare, da addentare. Siamo sempre meno disposti a cucinare, a perdere tempo nelle ordinazioni, a stare seduti a lungo per un pasto che fino a qualche decennio fa sarebbe stato considerato “normale”. E quando lo stolto guarda l’indice, noi mordiamo il panino. E se c’è il giocattolo che ci riporta all’infanzia, meglio.