Cosa comporta?Il gran giurì ha incriminato Donald Trump per il caso della pornostar Stormy Daniels

Ci sono 34 capi d’accusa per frode aziendale. Martedì sarà in tribunale per le foto segnaletiche. È la prima volta per un presidente americano

AP/Lapresse

Il Gran Giurì del Tribunale di Manhattan ha votato per l’incriminazione dell’ex presidente americano Donald Trump, accusato per il pagamento in nero dell’attrice porno Stormy Daniels, che aveva minacciato nel 2016 di rivelare di aver fatto sesso con il tycoon. Quella storia, secondo l’inchiesta condotta dal procuratore Alvin Bragg, avrebbe potuto incidere sulle elezioni presidenziali. Il pagamento deve essere considerato un «finanziamento» in nero disposto per salvare la campagna elettorale.

La decisione è arrivata a sorpresa, nel giorno dell’ultima seduta in programma questa settimana del Gran Giurì, un organismo indipendendente da giudici e procura distrettuale, formato da ventitré cittadini americani sorteggiati. Bastava la maggioranza dei votanti. Da almeno due settimane, Trump aveva annunciato sul suo social, Truth, l’arresto, e invocato i sostenitori a dare il via alla rivolta. Lo aveva fatto il sabato per il martedì successivo ma non era successo niente. Poi, nell’ultima settimana erano filtrate notizie di un rinvio della decisione. Mercoledì era stato annunciato che sarebbe arrivata a fine aprile.

Il Gran Giurì ha ritenuto credibile il racconto dell’ex avvocato di Trump, Michael Cohen, che già nel 2018 aveva ammesso di aver anticipato 130mila dollari per comprare il silenzio dell’attrice, il cui vero nome è Stephanie Clifford. La donna aveva raccontato in più occasioni, e in più anni, di aver fatto sesso con Trump nel 2006, dopo averlo incontrato a un torneo di golf per vip in Nevada. Secondo Cnn, l’ex presidente americano deve affrontare più di 30 capi d’accusa per frode aziendale.

Ora l’attenzione si sposta su cosa succederà: davvero Trump verrà trattato come un criminale? Un’immagine del tycoon in manette, primo ex presidente della storia negli Stati Uniti a essere incriminato, avrebbe un effetto devastante. Trump è pronto a fare il “martire” per infiammare il Paese.

Anzitutto Trump dovrà presentarsi davanti al giudice nella sede del tribunale di Lower Manhattan. Lo farà martedì.  Verrà scortato da agenti Fbi e del servizio assegnato agli ex presidenti. La procura distrettuale avrà già contattato i suoi legali e cercato un accordo su come muoversi. Ogni giorno centinaia di newyorchesi vengono incriminati e la procedura è identica: impronte digitali, fotografia, dichiarazione di colpevolezza (si dichiarerà «not guilty»), cauzione e ritorno a casa (o in cella in caso di crimine violento e negazione della cauzione).

Quanto tempo verrà trattenuto in Tribunale? E sarà ammanettato? Camminerà anche lungo un corridoio dove ci saranno le telecamere o entrerà da una porta posteriore? Sono dettagli ancora non noti.

L’altra domanda è se ora può candidarsi alla Casa Bianca. E la risposta è sì, perché non c’è nessuna legge che lo impedisce. Nel comunicato diffuso ieri, Donald Trump ha confermato che avrebbe cercato la nomination anche in caso di incriminazione. Quindi in linea puramente teorica, Trump può vincere le primarie e diventare presidente mentre è sotto processo. Alcuni commentatori ritengono che Trump voglia trasformare la sua resa in una sorta di martirio politico. Potrebbe portargli popolarità e voti.

Ieri sera 20 persone si sono radunate fuori dalla villa di Mar-a-Lago a portare conforto e sostegno a Trump. New York si appresta a vedere transenne e misure di sicurezza fuori dal Tribunale

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