Gastronomika torna anche in podcast! Raccontare il mondo del cibo è complesso e necessita di tanti livelli di riflessione: per questo abbiamo immaginato un modo diverso, pratico ed efficace, ma soprattutto “portatile” di raccontare questo settore così dinamico e in perenne mutamento.
Dopo la prima puntata dedicata all’integrazione sociale che passa attraverso il cibo, la seconda puntata di Affamati sarà invece dedicata ai gastronazionalismi. Abbiamo raccolto le voci dei partecipanti al Festival di Gastronomika per offrirvi uno spaccato dei temi più attuali di cui abbiamo parlato durante il nostro evento, e che indaghiamo quotidianamente sul nostro giornale.
Affrontiamo in questo podcast un tema che ci sta molto a cuore, di cui abbiamo discusso ampiamente nei nostri articoli, con lo studioso che ha dato l’avvio alla riflessione sulle pagine dei giornali internazionali: dialogheremo con Alberto Grandi sul gastronazionalismo, e cercheremo di capire come il cibo e il vino possono essere strumenti di propaganda politica, e come vaccinarci contro questa malattia culturale
Lo presentiamo leggendo come l’ha presentato la giornalista del Financial Times che l’ha intervistato a marzo, facendo scatenare l’inferno in Italia.
Alberto Grandi, accademico marxista, riluttante celebrità dei podcast e giudice alla Tiramisù World Cup di quest’anno a Treviso. (“Non me lo perderei, anche se avessi in programma una cena con il Papa”.) Grandi ha dedicato la sua carriera a sfatare i miti sul cibo italiano anche con un libro, “Denominazione di origine inventata”, diventato poi un podcast di successo, con tre stagioni e più di un milione di download. La specialità di Grandi è fare affermazioni audaci sulle pietanze nazionali: che la maggior parte degli italiani non aveva sentito parlare della pizza fino agli anni ’50, per esempio, o che la carbonara è una ricetta americana. Molti “classici” italiani, dal panettone al tiramisù, sono invenzioni relativamente recenti, sostiene. Le affermazioni di Grandi potrebbero essere familiari agli addetti ai lavori, ma la maggior parte si basano sulle sue scoperte, in parte sviluppate dalla letteratura accademica esistente. La sua missione è distruggere le fondamenta su cui noi italiani abbiamo costruito la nostra famosa e notoriamente inflessibile cultura culinaria: una scena gastronomica in cui i cappuccini non devono essere consumati dopo mezzogiorno e le tagliatelle devono avere una larghezza di esattamente 7 mm.
Grazie a Eugenia Torelli e a Giambattista Marchetto che hanno curato le interviste, a Roberto Natale per il montaggio e a Samanta Cornaviera, che ha invece studiato l’art direction e la parte sonora di questo podcast.
Lo ascoltiamo insieme? QUI IL LINK